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Consanguineità: limiti di sicurezza 
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Buongiorno a tutti.
Aggiungo questo argomento, poiché non sono riuscito a trovare sul forum risposte esaustive in merito.

Mi sono avviato da un paio di anni all'allevamento di conigli da carne (inizialmente per uso domestico). Le cose sembra che vadano bene, conigli sani, forti e produttivi.
Per ora ho riproduttori di due linee di sangue diverse, tuttavia mi sto arrovellando da un po di tempo sul problema del ricambio genetico, per cui provvederò man mano ad
acquistare nuovi riproduttori.
Tuttavia mi preoccupa il pericolo di introdurre malattie, ed a questo punto mi chiedevo, volendo ottenere autonomia (non acquistando nuovi riproduttori da incrociare),
che popolazione minima di linee di sangue diverse, sarebbe necessaria per ridurre al minimo i rischi legati alla consanguineità.

Per esempio:

con 16 linee di sangue diverse, la consanguineità è di 1/16 e si manifesta a 4 generazioni di distanza (le coppie hanno in comune i nonni dei nonni).

con 32 linee di sangue diverse, la consanguineità è di 1/32 e si manifesta a 5 generazioni di distanza (le coppie hanno in comune i genitori dei nonni dei nonni).

e così via...

Domanda: il ricambio genetico può essere sufficiente? E' chiaro che più c'è ne, meglio è, ma un minimo sostenibile per la specie quale potrebbe essere ??
Capisco che l'argomento è complesso, ed entrano in gioco molti fattori, ma un punto di riferimento da cui partire è utile, anche se approssimativo.

L'acquisto di nuovi riproduttori, sebbene sia la via più semplice, comporta il rischio di introdurre malattie, con il pericolo di perdere tutto.
Ad un mio amico allevatore è andata in questo modo ed ha dovuto abbattere tutti i conigli che aveva in stalla.


24/03/2016, 20:13
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Invece di arrovellarti a fare equazioni,frazioni,calcoli, cerca allevatori seri visita l'allevamento e quando ai fatto una attenta ricerca portati a casa due bei maschi nuovi
Al fine di produrre carne e non selezionare riproduttori puoi andare anche di padre in figlia o tra fratelli e nulla succede
Personalmente allevo in purezza e debbo forzatamente fare ricerche esterne ma malattie non ne ho mai portato a casa,al massimo un qualche soggetto si è dimostrato non idoneo ma la quarantena è una santa cosa

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24/03/2016, 20:39
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Ciao, come ho scritto l'attuale soluzione è prendere di quando in quando nuovi riproduttori.

Come dicevo, parlando con questo mio amico allevatore che ha perso tutti i conigli che aveva, mi ha raccontato che l'infezione è stata trasmessa al suo allevamento quando è andato a visitare un altro allevamento per prendere dei maschi da accoppiare, ma da quello che ho capito, è bastata la presenza nell'altra stalla per "impregnarsi" con il virus, e portarlo nella sua... Ora io in materia sono ancora inesperto e non so quanto sia attendibile, ma comunque mi ha preoccupato sta cosa... per ora ho pochi animali (per uso familiare), e nel peggiore dei casi non corro troppi rischi.

Comunque a questo punto mi interessava sapere, anche diciamo per avere un'idea, che popolazione popolazione di conigli uno dovrebbe avere per ridurre al minimo rischi dovuti alla consanguineità.
Quando mi imbarco in qualcosa mi piace avere una panoramica più vasta possibile, per capire anche come meglio muovermi e non fare sbagli!
Chiedere è sempre la cosa migliore, anche se magari a volte posso sbagliare!
Grazie ancora.


24/03/2016, 21:04
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Il tuo amico manca di attenzioni, non si visita un allevamento e si entra nel proprio, specialmente se ci appare preoccupante, Una regola è il cambio di abiti e non male sarebbe una doccia.
So che questo sembra una esagerazione ma è una seria pratica preventiva

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24/03/2016, 23:37
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Ottima dritta il cambio di abiti e la doccia, oltre alla quarantena (che avevo già in programma). Sono quei dettagli che per uno che non ha troppa esperienza, non ne sospetterebbe neanche l'esistenza. Grazie! :D :D :D

Comunque a questo punto rimane sempre aperta la questione della "popolazione minima", anche per curiosità diciamo puramente "accademica". Non soltanto per questioni sanitarie.

Mi spiego meglio:
Quando viene creata una nuova razza, partono da una singola coppia? selezionano i piccoli che hanno le caratteristiche desiderate, e li re-incrociano tra loro fin quando le caratteristiche divengono stabili?. Perché da quello che ho capito (forse sbaglio) da una singola coppia di partenza la consanguineità è tale che dopo diverse generazioni, si cominciano a manifestare problemi da geni difettosi. Quindi è logico pensare che si inizi da una popolazione di un certo numero di individui in partenza. E comunque quando si sono stabilizzate le caratteristiche desiderate, è ovvio che si deve evitare la contaminazione con altre razze, quindi quanti individui dovrebbe contare una razza neonata, per aver garantita sopravvivenza, e non incorrere a difetti da consanguineità?

E' ovvio che sono molti i fattori in gioco, per esempio con soggetti di migliori "qualità genetiche" il problema della consanguineità sarebbe meno accentuato, e consentirebbero una popolazione più ridotta, ma senza considerare casi eccezionali, con una razza "normale" in purezza, quale sarebbe un numero di individui "di sicurezza" per garantire la continuità della razza?

C'è qualcuno che ha un'idea anche approssimativa ??
Grazie! :D :D :D :D


25/03/2016, 9:00
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OK OK... Eccomi di nuovo qui...
L'argomento sembra sia piuttosto impopolare :D :D, comunque nel frattempo ho fatto ricerche su internet, e mi sono fatto un'idea di partenza, consultando vari testi di genetica/razze/selezione...

Riporto su questo forum le mie conclusioni, qualora possano essere di aiuto ad altri per farsi un'idea, senza starsi a grattare troppo la testa :D :D.

Ovviamente non potendo escludere errori nelle mie conclusioni invito chiunque, a correggermi su eventuali inesattezze o castronerie varie :D :D :D.


ESPONGO:
Innanzitutto i problemi genetici causati dall'accoppiamento tra consanguinei sono prodotti dall'“attivazione” di geni difettosi, che in genere tendono a rimanere inattivi negli accoppiamenti tra individui non imparentati tra di loro (o con parentela lontana).
Tanto più gli accoppiamenti sono effettuati tra parenti stretti, tanto più aumenta la velocità di attivazione di questi geni indesiderati (attenzione: si possono attivare anche geni desiderati).

In un gruppo chiuso la consanguineità aumenta progressivamente ad ogni generazione (aumento inversamente proporzionale al numero di individui della colonia). Poiché anche se all'inizio i soggetti non hanno parentela, dopo un certo numero di generazioni non sarà più possibile fare accoppiamenti tra individui non imparentati. Quindi si inizierà ad “aggiungere una parentela” ad una parentela già esistente. Con conseguente aumento della consanguineità ad ogni generazione.

Alla luce di ciò risulta impossibile evitare la consanguineità in un “gruppo chiuso”. Tuttavia con un numero di soggetti sufficienti il fenomeno procede abbastanza lentamente da permettere una selezione per “scremare” i soggetti che stiano manifestando caratteristiche indesiderate (geni difettosi). In natura la cosa avviene automaticamente, poiché solo i soggetti più sani e forti (indice di geni buoni) riescono ad avere discendenza (a questo serve tutta quella competizione tra maschi). In allevamento la pratica deve essere svolta dall'allevatore (argomento complesso e fuori contesto: non aggiungo altro).

IN CONCLUSIONE:

Caso1:
Partendo da razze molto diverse (con parentela molto lontana), già con 5-6 coppie (tutti di razza diversa) si dovrebbe avere una eterogeneità tale da non creare problemi evidenti, per almeno un 10-15 generazioni ; programmando una nuova generazione ogni 2-3 anni, si potrebbe andare avanti anche per circa 30-40 anni senza problemi. In questo caso inizialmente si produrrebbero ibridi, con caratteristiche altalenanti da generazione a generazione. Successivamente con il progressivo aumento della consanguineità assumerebbero caratteri sempre più omogenei fino ad arrivare ad una vera e propria nuova razza, mescolanza delle razze originarie con caratteri selezionati o meno.

Caso2:
Nel caso si parta invece da una razza allevata in purezza, ci si trova in una situazione già successiva al caso1, nel quale partendo da razze diverse, ed operando una opportuna selezione si è ottenuta una nuova razza con caratteristiche desiderate. Quindi in questo caso, per quanto si cerchi linee di sangue diverse tra di loro, queste presentano comunque un grado di consanguineità abbastanza marcato. Volendo garantire una discendenza “sicura” è d'obbligo un numero più elevato di riproduttori (almeno 10-15 coppie), ed una accurata selezione dei soggetti migliori. In ogni caso è bene mantenere una distanza di parentela di non meno di 3-4 generazioni.

Questo è quanto ho concluso da vari testi, non solo relativi ai conigli, ma altre specie di animali domestici. Tuttavia nel caso del coniglio data l'elevata prolificità, dovrebbe essere possibile una selezione più efficiente, con eventuale riduzione (almeno in parte) del numero di riproduttori. Tenendo sempre conto che riducendone il numero, aumentano le difficoltà nel selezionare i soggetti migliori e viceversa.

IN SINTESI:
La parentela massima tra accoppiamenti di norma non dovrebbe scendere sotto 4-5 generazioni di distanza (nonni dei nonni in comune), per garantire una discreta stabilità. Da verificare la genealogia anche nel caso dell'acquisto di riproduttori.
Nel caso di “allevamento chiuso”, minimo 20-30 riproduttori 50% maschi 50% femmine abbinato ad una attenta selezione.
In ogni caso attenta selezione dei soggetti con migliori caratteristiche per la riproduzione.

Questo può essere un punto da cui partire. Ovviamente la porta è aperta a chiunque avesse da esporre esperienze e/o dati più attendibili.


27/03/2016, 18:03
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Quando si parte per delle nuove selezioni si parte con un n alto di riproduttori in linee di sangue separate,dai nascituri si fa selezione delle caratteristiche volute e si incrocia con due delle svariate linee, ovviamente se lo fai in ambito domestico non vai da nessuna parte. Io seleziono conigli e introduco il bisnonno di tanto in tanto per mantenere caratteristiche volute e fissate nel soggetto. Finora nessun tipo di problemi, alcuni colleghi riaccoppiano padre con figlia ma questa metodologia potrebbe essere falsata dalla non conoscenza di quanto questi animali siano consanguinei a monte,e succedono i disastri dei denti lunghi o delle caratteristiche che si perdono oppure ottieni un ottimo soggetto dal punto di vista morfologico ma inutilizzabile dal punto di vista della riproduzione

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27/03/2016, 21:36
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Scusate se minimizzo...
Io dispongo di spazio (e tempo) limitato quindi 4 femmine e due maschi sono già tanti per me, soprattutto se come a questo giro sfornano 9 cuccioli a testa. Nello specifico sto facendo accoppiare fratello-sorella, ottenuti da incrocio di due differenti razze pure e sono soddisfatto dei risultati ottenuti alla macellazione. Oltre, in fatto di conseguineità, non mi sono spinto. Quando dovrò sostituire i riproduttori dite che rischio a tenere le femmine nate dall' "incesto" come riproduttrici? Ovviamente cambierei completamente il maschio...
Grazie e un saluto a tutti.


29/03/2016, 19:40
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Approfondendo l'argomento: nel mio ultimo post dove ho scritto “velocità di attivazione”, è più esatto dire “probabilità di attivazione”, dato che i caratteri che vengono fuori da un accoppiamento sono governati dalle probabilità. Ad esempio: i figli degli stessi genitori sono tutti diversi tra di loro, nonostante i geni di partenza siano sempre gli stessi (salvo gemelli identici, originati da un unico uovo).

Quindi non esiste un limite preciso alla consanguineità: quanto più questa aumenta, tanto più si tendono a mantenere i caratteri della razza, ma per contro aumenta la probabilità di attivare geni latenti, che possono far perdere i caratteri desiderati.
Di conseguenza più è alta la consanguineità, più è necessario effettuare una selezione accurata, ottenendo da ogni generazione un maggior numero di figli e selezionando i campioni migliori per la riproduzione.

x Gargamella:
Concordo pienamente che in ambito domestico (con pochi esemplari a disposizione), sia piuttosto improbabile ottenere risultati decenti in ambito di selezione e gestione delle razze (salvo veri colpi di fortuna). Per quanto riguarda il caso del soggetto morfologicamente perfetto ma inutilizzabile alla riproduzione, ovviamente i geni sono responsabili di tutte le caratteristiche, non solo quelle visibili, ma di tutti i caratteri, compresa la capacità di avere una buona discendenza.

x Ram87:
Con un singolo “incesto” fratello-sorella le probabilità di avere problemi sono piuttosto remote, sopratutto per il fatto che i genitori sono di razze diverse e quindi godono di un'ottima eterogeneità. Non dovresti avere nessun problema... Al massimo per andare sul sicuro (se ne hai la possibilità), tieni qualche femmina in più, le fai accoppiare e tieni quelle che hanno dato migliori risultati, in termini di numero figli e salute degli stessi.


30/03/2016, 22:18
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Per darti un ordine di grandezza del problema, un centro genetico di selezione cunicola italiano dopo parecchi anni di attività con svariate linee di sangue ed impegnati a costruire i gran parent ovvero il nucleo da cui generare i riproduttori che a loro volta genereranno il prodotto destinato alla macellazione non ottenendo i risultati sperati si è avvalso della verifica del dna (ritengo con 20 anni id ritardo) ed ha scoperto che nonostante le linee originali avessero provenienze diverse ed improbabili possibilità di consanguineità in effetti avevano soggetti già consanguinei all'origine quindi tutto lavoro da buttare

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30/03/2016, 23:55
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