Gestione dell'allevamento, riproduzione, razze e alimentazione del coniglio da carne, del coniglio nano e della lepre
18/11/2009, 9:17
Dopo molti anni di discussioni e proposte, si avvicinano i tempi per una legislazione europea. E gli allevatori mettono le mani avanti
Angelo Gamberini
Dagli allevatori di conigli arrivano le proposte sui criteri da adotare per garantire il benessere degli animali
Fonte: TheBusyBrain Prima gli avicoli, nel 1988, poi i vitelli e i suini, dieci anni fa. Fra poco toccherà ai conigli fare i conti con le normative europee in tema di benessere animale. Non è una novità. Da molti anni anche per il settore cunicolo si sono moltiplicati gli studi e le proposte sulle caratteristiche che gli allevamenti, e in particolare le gabbie, dovrebbero possedere per garantire agli animali un adeguato benessere. Anche l'Efsa nel 2005 ha definito alcuni parametri ai quali gli allevatori sono invitati a fare riferimento nel predisporre le attrezzature per l'allevamento e nel management aziendale. Nulla di obbligatorio, ma è solo questione di tempo, forse poco, prima che il legislatore europeo metta mano anche a questa materia.
Le proposte
Per giocare d'anticipo, ed evitare che vengano prese misure inutilmente vessatorie per gli allevatori e di scarsa utilità per gli animali, i produttori cunicoli e le loro associazioni hanno stimolato le ricerche su questo argomento e hanno organizzato incontri per delineare le proposte, su rigorose basi scientifiche, alle quali il legislatore può fare riferimento nello stabilire i futuri vincoli ai quali si dovranno sottomettere gli allevamenti. Ultima in ordine di tempo è la riunione del Copa Cogeca (in pratica il sindacato europeo degli agricoltori) per stilare il progetto di raccomandazioni sul benessere animale. II progetto nasce dalle proposte formulate nella riunione del 10 novembre, alla quale hanno partecipato tutti i Paesi della Ue interessati all'allevamento del coniglio (Italia, Spagna, Olanda, Belgio, Repubblica Ceka). Principali promotori di questo tavolo cunicolo del Copa Cogeca, istituito nel 2007, sono Avitalia, l'interprofessione francese Clipp e quella spagnola Intercun.
Le misure
Le principali raccomandazioni riguardano le misure delle gabbie che nel caso dei soggetti da rimonta dovranno avere una diagonale minima di 65 centimetri ed una superficie non inferiore a 2000 centimetri quadrati. Operando su questi due parametri è possibile assicurare il benessere degli animali lasciando al contempo libertà di adattare la lunghezza e la larghezza delle gabbie alle misure delle fosse per la raccolta delle deiezioni. Questa stessa gabbia deve però soddisfare anche le esigenze di ingrasso ed offrire una superficie pavimento tale da non superare i 40 kg (peso vivo degli animali a fine ciclo) per metro quadrato. Altro parametro, non meno importante, è quello dell'altezza delle gabbie, che deve essere come minimo di 25 centimetri, ma che può salire a 40 o 60 centimetri in funzione della destinazione della gabbia (fattrici, allevamento in gruppo, etc.) Si è discusso anche delle misure relative alla gabbia dei conigli maschi per i quali è stata proposta una superficie minima di 2500 centimetri quadrati. Per i nidi destinati ad accogliere i coniglietti sino allo svezzamento le misure suggerite sono quelle standard, condivise anche da Efsa. Questi i parametri principali: superficie di 800 centimetri quadrati, altezza di 25 centimetri e lato corto non inferiore ai 21 centimetri.
“Arricchimenti”
Non poteva mancare un riferimento agli “arricchimenti ambientali”, come vengono definiti gli accessori introdotti nelle gabbie al fine di migliorare le condizioni di vita degli animali. Fra questi , ad esempio, l'introduzione di parti in legno sui quali gli animali possano “sfogare” la loro naturale tendenza a rosicchiare. La presenza di questi oggetti non è obbligatoria e la decisione spetta al veterinario.
Gli allevatori si sono detti d'accordo su tutti questi parametri connessi al benessere animale, ma hanno anche proposto che quando la parola passerà al legislatore europeo siano previsti tempi adeguati, dai 10 ai 20 anni, per mettere in regola gli allevamenti.
La parola al legislatore
Le osservazioni del tavolo cunicolo saranno ora esaminate dal Comitato Permanente di Strasburgo, la cui prossima riunione è fissata per il 5 dicembre. Sarà un banco di prova per verificare quanto le proposte degli allevatori possano essere accolte dal legislatore europeo. Intanto, questa la “sensazione” diffusa fra quanti hanno partecipato ai vari incontri, dopo dieci anni di discussioni il tema del benessere dei conigli in allevamento sta per giungere alle battute finali. Meglio tenersi pronti.
18/11/2009, 10:33
Sicuramente sono già a norma!
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18/11/2009, 10:59
asavonitti, bellissimi!
Complimenti!
Jacopo
18/11/2009, 12:40
Ho 10 gabbie "da relax" di 1,5X2 metri dove ingrasso la prole di un'unica coppia di riproduttori.
2 maschi o 3 femmine per gabbia e a fieno ed erba ci impiegano tranquillamente 7-8 mesi ad arrivare al peso giusto (a me piacciono più maturi e pesanti).
Chiaramente non è un modello industriale!
Saluti. Andrea
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- cortisolo?
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18/11/2009, 13:04
è ovvio che non p un modello industriale.....in quel caso i conigli a 90-110 giorni sono pronti per essere macellati. Deve esse considerato un modello per la produzione di un coniglio di qualità.....
18/11/2009, 14:39
In realtà allevare così non è eccessivamente oneroso: il costo dell'alimentazione è quasi 0 perchè somministro solo fieno e scarti verdi di mia produzione ed anche la mano d'opera si riduce a spostare le gabbie in giro per l'appezzamento ogni 10 giorni (1 ORA IN TOTALE) inoltre l'assenza di stress e di malattie endemiche mi consente di non avere necessità di vaccini e cure farmacologiche.
E' una produzione marginale che mi consente però di sfruttare lo spazio del frutteto e dell'oliveto per un surplus produttivo che parenti e amici apprezzano molto
.
Saluti. Andrea
18/11/2009, 19:02
Complimenti un bel lavoro, ma le casette non vengono un po' rosicchiate? saluti, Mario