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28/04/2019, 18:06
Alessandro1944 ha scritto:Non so chi ti abbia parlato di Diplodia mutila (vd. foto 1), da parte mia mi sento solo di farti una sorta di esposizione, nel senso che una vera diagnosi fitopatologica di casi come il tuo richiederebbe quantomeno un prelievo di campioni e analisi in laboratorio per isolare il(i) patogeno(i) responsabile(i).
Si può tuttavia rimanere solo sulle congetture, ma occorre procedere con logica fitopatologica, il che significa:
1. Incominciare a vedere cosa viene riportato circa l'eziologia di alterazioni assimilabili a quella in argomento (ad es. sul Manuale dell'Agronomo il citato fungo è riportato con molti altri a proposito del cosiddetto oak decline)
2. Cercare di descrivere meglio il quadro sintomatico, in quanto esso è conseguente al tipo di malattia: in particolare occorre poter stabilire se si tratta di una malattia necrotossica come il cancro (solitamente non provoca emissioni di liquidi) oppure di un marciume da fitoftora (al contrario esso è accompagnato da abbondanti emissioni di liquido mucillaginoso e scuro, tanto che in inglese si chiama stem bleeding perché paragonato a una sorta di emorragia; le fitofore sono patogeni tellurici e le lesioni sono localizzate di conseguenza tra radice, colletto e parte basale del tronco, vd. foto 2)
3. Cercare in letteratura scientifica studi in materia di alterazioni corticali della quercia. Ad es. in uno studio fatto negli USA si legge che nei casi oak decline si osservano più tipi di lesioni corticali (vd. foto 3), in particolare lesioni localizzate che appaiono come zone necrotiche a carico della corteccia anche estese al legno sottostante (bisogna ovviamente scortecciare un poco per vedere come stanno le cose) e talvolta accompagnate da emissione di liquame, oppure crepe longitudinali che si aprono mostrando i sottostanti tessuti necrotizzati; da campioni di corteccia/legno sono stati isolati più di 40 patogeni, di cui uno molto frequente è Pezicula cinnamomea (causa cancri corticali in particolare su quercia rossa).
Mi dirai: a cosa serve tutto questo sproloquio?
Risposta: concettualmente la patologia vegetale non è diversa dalla medicina, nel senso che a data malattia corrisponde adatta cura. Nel caso di cancri può andar bene - diciamo in realtà come palliativo - il rimedio che ti è stato a suo tempo suggerito, viceversa se si trattasse di un attacco di fitoftora per cercare (dicesi cercare) di contrastare il processo bisognerebbe pensare a cure endoterapiche con fosfonati.
28/04/2019, 19:20
29/04/2019, 7:23
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