di solito si piantano pini o altre conifere perchè sono specie pioniere e hanno una buona rapidità di crescita, ricoprendo in tempi brevi terreni difficili. qui da me negli anni '70 c'è stata l'"invasione" di pinus radiata xkè il corpo forestale regalava le piantine ai proprietari di terreni sottoposti a migliorie, e anche per cercare di dare vita a un mercato di legname x imballaggi. questi impianti ora stanno in pessime condizioni perchè dopo l'impianto non sono mai stati fatti gli opportuni diradamenti quindi..piante secche stentate attacchi di insetti xilofagi e processionaria in festa!
Quoto il messaggio di Cenere. In linea di princpio non è sbagliato cercare di innescare una successione secondaria partendo da piante arboree pioniere, piuttosto che rischiare il fallimento con piante più esigenti come i faggi le querce o altre. Quest'ultime in piena luce e con un terreno troppo superficiale potrebbero stentare a svilupparsi, ma lì dove le condizioni ambientali lo consentano sono sicuramente preferibili ai pini. C'è anche da dire una cosa, in passato non si prestava molta attenzione al tipo di intervento che si effettuava, anche perché spesso lo scopo principale era quello di occupare manodopera. Spesso le sementi e le piantine erano di qualità scadente o semplicemente di specie e provenienze poco appropriate, così ne risultavano rimboschimenti discutibili sul profilo ecologico-ambientale. Comunque se dovessi eprimere un giudizio sui rimboschimenti "storici" realizzati principalmente dalla forestale, sarebbe tendenzialmente positivo, almeno se si considerano i mezzi e le conoscenze dell'epoca.
la miglior cosa è che la natura faccia il suo corso ( erbacce , lamponi ,ontani ,faggi o altro) e poi vedrete che le conifere verranno da sole. una conifera una volta messa a dimora passano anche dieci anni prima che inizi a crescere. fate caso dove i prati vengono abbandonati le piante crescono da sole e si riproducono senza problemi. certo che è più bello vedere un prato pulito con gli alberelli messi tutti in riga per bene
grazie dario. se posso permettermi di rispondere a peter, è giusto che la natura faccia il suo corso ma in determinate situazioni quali dissesto idrogeologico ad esempio (per correggere magari danni causati dall'uomo per una scorretta gestione del territorio!) bisogna intervenire con interventi di rimboschimenti o di ingegneria naturalistica. Il caso che citi tu, quello dei campi abbandonati ricolonizzati dagli alberi è diverso, è una situazione non paragonabile a quella che ho citato perchè non legata a una problematica del territorio e dove le piante vanno a crescere su un terreno già fertile in seguito alle lavorazioni agricole dell'uomo.
Dipende anche dalla facilità di attecchimento...magari si basano sulla resistenza alle gelate, certo che conifere+processionaria non vanno bene...è dura anche riproporre la foresta planiziale, dovrebbe impeganrsi di più la gente del luogo
Formazione: Laurea in Scienze Forestali e Ambientali
Re: perchè piantano pini???
24/04/2009, 8:13
In genere l'uso di conifere o specie pioniere in genere deriva dal fatto ke le plantule - proprio perchè pioniere - sn anche eliofile, cioè tollerano la luce solare diretta, cosa che non fanno le plantule di molte specie autoctone, che sn sciafile. Il procedimento di successione semi-naturale dovrebbe essere (dico dovrebbe perchè poi la realtà italiana forestale purtroppo, si sa, lascia il tempo che trova!): impianto specie pioniere eliofile; maturazione delle stesse; rinnovazione o reimpianto specie autoctone; sfollo specie pioniere alloctone; maturazione specie autoctone, diventate tolleranti alla luce diretta; eliminazione totale dell'impianto di specie pioniere. Questo per quanto riguarda la rinaturalizzazione. Se poi il rimboschimento è destinato alla produzione di assortimenti legnosi o prodotti di conifere, continuerebbe a sussistere l'impianto di partenza.
Qui da noi in sardegna tutti i rimboschimenti sono stati effettuati con conifere. I vecchi impianti, quando sono sopravvissuti ai criminosi incendi, sono ora oggetto di taglio totale per uso commerciale, da parte dei privati, e diradamento evolutivo a favore delle specie autoctone, da parte dell'Ente Foreste della Sardegna . In alcuni casi, cantieri forestali distrutti in parte da incendi, si è provveduto all'impianto di querce (quercus ilex, suber, pubescens). In alcuni casi particolari, si è riscontrata un particolare e abbondante produzione di scorzone (tuber aestivum) e funghi porcini di vario tipo in alcuni cantieri dove, probabilmente, sono stati utilizzati degli alberelli micorizzati accidentalmente in vivaio. Dalle notizie dei tecnici, si chiede conferma a ciò, le conifere rigenerano il terreno dove sono impiantate. saluti
a vedere quella foto mi vengono i brividi l'esempio sensato di come rovinare dal punto di vista estetico un paesaggio e poi noi studenti ci dobbiamo fare un c**o come una capanna a studiare ecologia del paesaggio per sapere le specie migliori da impiantare....
già,però,il bello del paesaggio montano non è la foresta ma il prato-pascolo che sia,o al massimo l'alternanza del prato con il bosco. se la piana di castelluccio fosse una foresta,cosa avrebbe di bello? avete mai visto le foto delle fioriture a castelluccio? e poi,mi ha detto il gestore del rifugio del CAI, il disboscamento dei sibillini fu iniziato dai romani per farci le navi...
ricky75 ha scritto:già,però,il bello del paesaggio montano non è la foresta ma il prato-pascolo che sia,o al massimo l'alternanza del prato con il bosco. se la piana di castelluccio fosse una foresta,cosa avrebbe di bello? avete mai visto le foto delle fioriture a castelluccio? e poi,mi ha detto il gestore del rifugio del CAI, il disboscamento dei sibillini fu iniziato dai romani per farci le navi...
Ragazzi condivido con riky, quella piana è strabiliante adesso che è così. é famosa per i colori della fioritura a primavera è davvero l'apoteosi del colore. Questo grazie alla cura dell'uomo, che allevando animali al pascolo ha permesso questa evoluzione mantenendola negli anni. Secondo me il problema sono le forestazioni artificiali fatte dalle comunità montane che sperperano denaro. io sono umbro e ci sono decine o centinaia di Ha dove hanno scassato il terreno e piantato pini o abeti cmq resinose che oltre ad non attecchire, non crescono e per quelli che sono cresciuti perchè in una situazione di microclima favorevole, quando nevica sono decimati dalle fratture dei rami e anche del tronco. Non sono molto competente in materia ma vi assicuro vedere dei prati arati con le pietre che da sotto riemergono dai solchi fatti dalle macchine, dove sono messi a dimora dei pinetti rinsenchiti è davvero uno scempio legalizzato.Mi viene una rabbia!! Pensate i pastori nei secoli passati hanno fatto cataste enormi raccogliendo le pietre e liberandone i pascoli che rano dei prati da sogno. Per chi è dell'Umbria vedasi i Monti Martani.
Un' altra critica a chi gestisce il nostro verde. Sempre da noi Umbri Valle Sud, in passato gli argini dei fossi dei fiumi venivano tenuti sotto controllo dai confinanti, e sgombrati dalle piante ecc con il pascolo o la bruciatura come credo altrove. Ora i nostri enti usano mantenere gli argini con le scavatrici asportando la "cotenna radicale dell'erba" e quando ci sono le piene l'acqua erode la terra scoperta, in alcuni casi hanno collocato un parto artificiale che ovviamente è stato successivamente distaccato dall'impeto dell'acque. Io ne comprendo il metodo ho anche chiesto, ma senza che capire a volte credo che sia la scusa per spendere soldi dei contrinuenti. saluti