Provo a dare una spiegazione, anche se spero di suscitare nuove domande su una materia così bella che è l'ecologia forestale!
Riguardo a quello che scrive Lucio, si trovano alcuni casi in cui il bosco intercetta l'umidità dell'aria, grazie appunto alla condensazione nelle chiome di vapore acqueo portato da masse d'aria (generalmente direttamente di provenienza oceanica, quindi molto cariche di umidità); parallelamente si riscontrano anche casi di cattura di nebbie da parte della vegetazione semplicemente per contatto delle goccioline di acqua nell'atmosfera con le parti della pianta.
Entrambi i casi si notano con più facilità e consistenza in ecosistemi tipici delle regioni costiere oceaniche, come Canada, Giappone e Perù.
Quindi in parte conta anche il fatto della temperatura delle piante mantenuta dai processi bio-chimici al loro interno, tra cui la fotosintesi, anche se si tratta di un fenomeno poco apprezzabile nei nostri alberi.
Cara Milli, il tuo ragionamento è corretto: recentemente l'influenza degli ecosistemi terrestri nei confronti dei processi climatici come le piogge (quindi le nuvole), è stata rivalutata in senso positivo. Penso comunque che si parli di regioni, anche se su questi aspetti la ricerca avrebbe bisogno ancora di crescere molto e, sopratutto, i recenti cambiamenti climatici non stanno facendo più capire niente a nessuno!
Resta certo che la copertura boschiva è capace di intercettare sulle chiome e sui rami una buona parte delle precipitazioni, che poi vengono poi reimmesse nell'atmosfera sotto forma di vapore: ad esempio un giovane e denso popolamento di larice può intercettare, nel corso dell'anno, fino al 25% dell'acqua di precipitazione, la macchia mediterranea il 40%, mentre giovani piantagioni di douglasia a densità colma anche il 55%.
Ciao,
Luca
p.s.: i dati li ho presi dall'ottimo libro del mio prof.Paci, Ecologia forestale, ed. Edagricole 2006.