Dopo il passaggio del rullo.
E il terreno confinante lavorato nello stesso modo dove non vedo né grandi disastri né piccoli problemi.
Certo, è mais, e non grano su grano...
Ma non vedo questi grandi problemi ad applicare la minima lavorazione e ottenere buone produzioni senza strafare più della norma con diserbi e pesticidi. Certo è che per farlo servono gli strumenti giusti, la testa giusta, la fortuna di poter provare, la pazienza di provare e vedere come va per capire quali risultati si possono ottenere. Non è una cosa per tutti.
Di macchine da minima lavorazione ne ho potute guardare una decina nei campi, (scartandone un'altra decina sui depliant) prima di trovare quella giusta per la mia azienda e i miei intenti. Magari c'è una soluzione per tutti, magari no.
Sta di fatto che le ore lavoro si riducono, si riducono i consumi e si è più tempestivi.
Dopodiché, quanto è redditizio un campo di grano? Purtroppo poco. In Italia le piccole aziende devono, dove possinile provare a trasformare (o perlomeno valorizzare, ma mi chiedo: come?) il prodotto primario. Lo scenario è triste. Chi ha 10'000 ettari in Argentina/Brasile/Cina/US fa exonomia di scala e coinvolgendo una quindicina di compari ha un potere di influenza. Noi? Noi dovremmo essere migliaia per avere lo stesso potere, che comunque per i nostri numeri individuali risulterebbe irrisorio. Non ci copri nemmeno le bollette telefoniche per una cosa del genere.
Io non la vedo una cosa negativa questa ottica della trasformazione/valorizzazione. Certo, serve un impegno incredibile e ci sono tantissimi rischi.
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