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produzione cereali alternativa...è possibile? 
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Premetto che non cerco un sistema di coltivazione redditizio, ma quello che il più possibile non alterari gli equilibri del terreno in particolare. Ho letto alcune pubblicazioni a riguardo in particolare di Fukuoka, ma avrei bisogno di esperienze e consigli pratici a riguardo.
Vorrei piantare pochi ettari di mais, orzo e farro su un terreno che da anni non è stato coltivato ed è divenuto un prato stabile.
Qual è il tipo di intervento iniziale che prepari il terreno alla semina che secondo voi è quello che danneggia meno la struttura biologica del terreno?
E poi come procedereste se pongo le seguenti condizioni:
- non usare alcun tipo di pesticida o disseccante ecc..
- Per la concimazione ho a disposizione un misto di letame di cavalli, mucche e capre
- molta manodopera disponibile
Grazie per i consigli, un pò meno per eventuali polemiche non costruttive. ;)

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Se vuoi costruire una barca non radunare intorno a te delle persone che cerchino il legname, preparino gli attrezzi, distribuiscano i compiti,
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24/10/2010, 23:41
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Non cè una varietà locale di mais?
Marco

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26/10/2010, 16:21
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Ciao, mi associo alla domanda e vorrei anche rilanciare alcune problematiche.

C'è qualche tipo di problema a coltivare cereali in un terreno scosceso al di là della fatica per la lavorazione?

Poi, specialmente, nel coltivare piccole parcelle di cereali in modo il più possibile naturale, con l'intento anche di prodursi in proprio le semenze in futuro, ci sono problemi di ibridazione tra i diversi tipi di cereali? Specialmente quelli più simili come grano tenero e grano duro o segale, farro, orzo e avena rischiano di incrociarsi tra di loro se sono troppo vicini?
C'è una distanza minima consigliabile da rispettare?


Ciao, grazie.


26/10/2010, 16:57
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Fukukoa è semplicemente un grande, ma il suo metodo del non fare è assai complesso e sia adatta poco alle coltivazioni in grande stile. Prevede un misto di intuizione, conoscenza, e fusione con la natura. Se cerchi qualcosa di più vicino ai nostri modi di pensare ti coniglio Bill Mollison, che sposta il problema lavoro da un piano materiale ad un piano progettuale, per capirsi in teoria se hai progettato bene il tuo ecosistema non dovresti fare niente tranne prendere quello di cui hai bisogno, senza usare pestici, fertilizzanti e simili. Il libro tradotto in italiano è simpatico, ma abbastanza generico e limitato ai principi, si chiama "introduzione alla permacultura". Lo consiglio a tutti. Per qualcosa di più articolato e dettagliato bisogna masticare bene l'inglese e leggere "Permaculture one" o il manuale di progettazione (non ricordo il titolo in inglese).
Sono assai interessato ad un possibile uso in Italia di queste tecniche colturali, se fai qualcosa fammelo sapere (anche in PM).

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Se pensate che la cultura costi cara provate l'ignoranza.


31/10/2010, 11:10
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Intanto per rispondere alla prima domanda: Non so quale sia la varietà o sono le varietà locali più usate in umbria (devo traferirmi tra un pò se va bene).
Poi riguardo a Saddas: Ho dato una sbirciata abbastanza accurata al libro di cui parli sulla permacultura ed in effetti è molto generico e aiuta poco a mettere in pratica. Guardo se trovo la pubblicazione in inglese di cui mi parli. Poi se riesco ad avviare questo esperimento vi farò sapere.

Cita:
C'è qualche tipo di problema a coltivare cereali in un terreno scosceso al di là della fatica per la lavorazione?

Poi, specialmente, nel coltivare piccole parcelle di cereali in modo il più possibile naturale, con l'intento anche di prodursi in proprio le semenze in futuro, ci sono problemi di ibridazione tra i diversi tipi di cereali? Specialmente quelli più simili come grano tenero e grano duro o segale, farro, orzo e avena rischiano di incrociarsi tra di loro se sono troppo vicini?
C'è una distanza minima consigliabile da rispettare?


Attendo anch'io le risposte a questi quisiti...

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05/11/2010, 20:24
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