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Pac, Biocarburanti e aumento dei prezzi 
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Sez. Orticoltura
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E' di Schmack Biogas il più moderno impianto biogas europeo
La dena (Deutsche Energie-Agentur, agenzia tedesca per l’energia) è il centro di competenza per l’efficienza energetica e le energie da fonti rinnovabili tedesco, con sede a Berlino. Annualmente premia i progetti che più si distinguono nel campo del biogas.
Nel corso della cerimonia tenutasi nella capitale tedesca, all’impianto di biometano costruito da Schmack Biogas per conto del colosso tedesco dell’energia E.On a Schwandorf, in Baviera, e che è stato inaugurato il 14 luglio scorso, è stato assegnato un premio speciale: l’impianto è stato infatti segnalato come miglior grande impianto biogas industriale e più moderno concetto di realizzazione per impianti da colture energetiche.
L’impianto non differisce molto da un tradizionale impianto a biogas: l’unica differenza, fondamentale, è che il biogas (che è composto per circa il 55% da metano) anziché essere bruciato sul posto per produrre elettricità e calore, viene trattato per eliminare la CO2 e il vapore acqueo, portando così la percentuale di metano al 95%.
Il biometano, dunque, può essere immesso in rete, poiché ha le stesse caratteristiche del gas naturale; ma viene prodotto partendo da materie prime rinnovabili. Queste, inserite in un digestore ed in assenza di ossigeno, subiscono un processo di fermentazione durante il quale i batteri anaerobi rendono disponibile l’energia contenuta nelle piante sotto forma di metano.
Oltre ad essere un passo verso l’indipendenza energetica dalle materie prime fossili, il biometano è anche una fonte di energia pulita: l’anidride carbonica liberata durante il processo è pari a quella che le piante utilizzate hanno fissato durante il corso della loro vita, senza che sia liberata una ulteriore quantità di questo gas serra. Un’ulteriore soddisfazione per Schmack è la vittoria di un altro premio speciale dena da parte di Aufwind Schmack GmbH, per il suo ruolo di azienda pioniera nella produzione di biometano e nello sviluppo del mercato: l’impianto di biometano gestito da Aufwind Schmack a Pliening, alle porte di Monaco di Baviera, è stato infatti realizzato nel 2007 proprio da Schmack Biogas, ed è stato il primo di questo tipo in Germania.
Fonte: Schmack Biogas s.r.l.

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31/01/2009, 0:44
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Ciao Eugenio, notizia molto interessante, sono convinto che questa tecnologia potrà rivoluzionare l'agricoltura con la valorizzazione energetica della biomassa non alimentare. I biodigestori sono stati utilizzati dagli anni ottanta per lo smaltimento dei reflui zootecnici con scarsa efficienza e notevole impatto ambientale, finalmente si riscopre una tecnologia in grado di utilizzare soprattutto la biomassa vegetale con minori problemi di inquinamento dovuti allo stoccaggio e distribuzione delle acque azotate prodotte dai soli liquami.
Credo però che siano da evitare grandi impianti che necessitano di enormi concentrazioni di biomassa, ogni composto anche il più naturale quando supera una certa soglia di concentrazione diventa un inquinante in grado di modificare l'equilibrio ambientale. Un'altra questione è l'utilizzazione di grandi quantità di acqua dei biodigestori tradizionali, ma stanno comparendo i primi impianti di biodigestori a secco e continui dove la massa attraversa un percorso dove viene irrorata fino a uscire completamente secca pronta per essere compostata e utilizzata come fertilizzante.
La disponibilità di grosse quantità di biometano offerta dall'agricoltura spingerà la ricerca ad ottimizzare tecnologie come la cella a combustione o la cella elettrolitica microbiologica per la conversione del biometano in energia elettrica e idrogeno con un alto indice di conversione.
Piccoli impianti casalinghi destinati a produrre energia elettrica, riscaldamento e combbustibile per la nostra automobile.
Il quesito è che per produrre biomassa per il biodigestore non sono necessarie ripetute lavorazioni del terreno,irrigazioni, fertilizzanti minerali, ne i pesticidi, allora come la mettiamo con
l'industria meccanica e chimica???????
Cordiali saluti

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“ Prima di Giove non v’erano contadini
che coltivassero la terra,
né era lecito delimitare i campi
tracciando confini: tutto era in comune
e la terra, senza che le fosse richiesto,
produceva spontaneamente
e con generosità ogni cosa.”
Virgilio.


01/02/2009, 10:49
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Io sono convinto che le colture energetiche vanno praticate in zone marginali e quindi poco o non adatte alle colture tradizionali e con sistemi di coltivazione poco dispendiosi.In questo caso quindi nulla si sottrae alla normale agricoltura.
Diverso è il caso se vogliamo coltivare il mais energetico.Per me non ha senso.
ciao

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I


03/02/2009, 1:44
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Per il biodigestore non esistono "colture energhetiche" tutta la biomassa può essere utilizzata anche quella spontanea dei terreni incolti o pertinenze. Certo con particolari interventi si può aumentare la quantità e qualità della biomassa in modo da avere una più alta resa in biogas, ma arrivare a coltivare il mais con fertilizzanti, diserbanti e irrigazione significa rendere il bilancio energetico negativo e quindi non economico a meno che interventi politici non lo giustificano.
Saluti a tutti.

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03/02/2009, 10:23
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Cita:
Diverso è il caso se vogliamo coltivare il mais energetico.Per me non ha senso

Volevo dire se vogliono coltivare
Mi riferivo alle colture energetiche estensive che comunque danno più ss rispetto alle spontanee.
ciao

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I


03/02/2009, 16:06
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pallinof quello che dici e' vero , che le buiomasse x produrre energie vanno bene , ma bisogna considerare la resa in metano ,

con il insilato di mais e i liquami abbinati , sono il meglio di quello che puoi fare in un biodigestore..

se ci metti gli sfalci delle aeiuole delle strade, e la fogna delle citta, non lo so quanto possa servire..

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Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.


08/02/2009, 15:55
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Iscritto il: 08/05/2008, 11:30
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Bellissimo argomento,molto molto interessante.


08/02/2009, 20:17
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