Ciao a tutti. riguardo la discussione ho finalmente letto il regolamento Cee 834 ed ho inviato una mail ad annalisa Turchi responsabile bio della Provincia di Torino, all'Icea, alla Crab, alla coldiretti e poi ad alcuni giornalisti ed in ultimo agli stati generali che è INEA . Cerco di allegare il file. Può interessare a qualcuno gli altri mi scusino
Salve a tutti. Ho letto con calma il regolamento in oggetto essendo io un produttore biologico ancora in conversione. Qualcuno di voi ne ha parlato in trasmissioni radiofoniche. Altri sono direttamente interessati. Altri, fautori e difensori. Altri li ritengo utili alla causa.
Come ho gia avuto modo di dire sto pensando come creare un marchio che assicuri effettivamente al consumatore una vera produzione biologica. Ci sarebbe il biodinamico ma troppo alchemico per le mie credenze.
Mi piacerebbe sapere cosa pensa la provinica di Torino del Regolamento in oggetto.
Comprendo che il settore alimentare debba garantire salubrità dell'alimento e dunque assicurare il consumatore da eventuali patologia animali. Comprendo che le varie aree geografiche siano una realtà a se stanti. Ma pechè certificare ad ogni costo? Comprendo altresì che l'industria non possa farsi scappare questa tendenza ma perchè andare a minare un'alternativa al convenzionale?
Non voglio obbligare tutti a mangiare esclusivamente biologico ma vorrei non essere obbligato a mangiare ciò che viene definito biologico ma che effettivamente non lo è. Ed in definitiva non credo che sia cosi tanto utile, alla luce di questo Regolamento, essere certificati bio. Non a queste condizioni. Potremmo rinominarlo "Inno al condizionale"
Per i non addetti ai lavori questo regolamento ha sostituito il vecchio regolamento sulle produzioni biologiche 2092/91.
Accetto di buon grado una correzzione alle mie considerazioni.
Cordiali saluti
- Allegati
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- Osservazioni sul regolamento cee 834.dot
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