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Come riconoscere il letame maturo - concime organico
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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sco dimentichi una cosa
che tramite un istituto professionale agrario ci sono passato anche io
e che molte cose che 20 anni fa mi hanno insegnato , erano vere solo in parte (teoria) ma poi in pratica non erano fattibili...
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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09/06/2011, 19:50 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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grintosauro ha scritto: sco dimentichi una cosa
che tramite un istituto professionale agrario ci sono passato anche io
e che molte cose che 20 anni fa mi hanno insegnato , erano vere solo in parte (teoria) ma poi in pratica non erano fattibili... Mah, posso darti ragione (almeno in parte). Ma su questo specifico argomento (letame) sono quasi certo (ma devo trovare le prove...giustamente) che sia come ho scritto. All'ITA di Grosseto c'era un prof di agronomia che ce ne parlava spesso, e poi anche all'università di agraria di firenze ho trovato riscontro in quanto studiai prima alle superiori...c'era un ragazzo che stava preparando una tesi sperimentale...devo ricordarmi bene, se mi dai tempo credo che saprò risponderti con maggiore certezza.
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10/06/2011, 15:17 |
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arborea
Iscritto il: 04/09/2010, 11:05 Messaggi: 88 Località: Sardegna
Formazione: Perito Agrario - Allevatore
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Carissimi Grinto e Tosco, senza dover considerare complicate analisi chimiche dei due prodotti (stallatico e pollina) possiamo senza dubbio affermare che siano due prodotti essenzialmente diversi, perche diversa è la fisiologia della digestione dei ruminanti e degli uccellu e così pure la fisiologia della escrezione. Il materiale fecale dei bovini frammisto alla paglia ha titolo di azoto variabile in funzione della prezenza o dell' assenza del colaticcio. Ha una quota predominante di lignina indigerita e di residui della lettiera. Dobbiamo considerare inoltre che i ruminanti sono ureotelici (nei prodotti della escrezione predomina l'urea) in considerazione del minore dispendio idrico che l'escrezione di urea comporta. Nella pollina rileviamo un minor titolo azotato sulla SS e il prodotto azotato predominante è l'acido urico. Inoltre negli uccelli l'apparato escretore convoglia l'urina semisolida direttamente nell'urodeo della cloaca attraverso i due ureteri e pertanto i prodotti della digestione gastrica si conglobano con quelli della escrezione renale, predomina come catabolita azotato l'acido urico (animali uricotelici). Dopo queste considerazioni ritengo che il letame abbia, pur con la presenza di una certa quantità di azoto, sopratutto una notevole importanza dal punto di vista dell'ammendamento del terreno, con l'arricchimento di sostanza organica (con tutti i benefici agronomici che ciò comporta). Mentre considereri la pollina un vero e proprio concime naturale, che per il minor ingombro e per la possibilità di confezionamento può avere un impiego molto più pratico. Dobbiamo prestare attenzione alla concentrazione salina della soluzione circolante del terreno per una più veloce mineralizzazione della pollina rispetto al letame.
_________________ Il vero sapere è sapere di non sapere
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10/06/2011, 16:49 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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arborea ha scritto: Carissimi Grinto e Tosco, senza dover considerare complicate analisi chimiche dei due prodotti (stallatico e pollina) possiamo senza dubbio affermare che siano due prodotti essenzialmente diversi, perche diversa è la fisiologia della digestione dei ruminanti e degli uccellu e così pure la fisiologia della escrezione. Il materiale fecale dei bovini frammisto alla paglia ha titolo di azoto variabile in funzione della prezenza o dell' assenza del colaticcio. Ha una quota predominante di lignina indigerita e di residui della lettiera. Dobbiamo considerare inoltre che i ruminanti sono ureotelici (nei prodotti della escrezione predomina l'urea) in considerazione del minore dispendio idrico che l'escrezione di urea comporta. Nella pollina rileviamo un minor titolo azotato sulla SS e il prodotto azotato predominante è l'acido urico. Inoltre negli uccelli l'apparato escretore convoglia l'urina semisolida direttamente nell'urodeo della cloaca attraverso i due ureteri e pertanto i prodotti della digestione gastrica si conglobano con quelli della escrezione renale, predomina come catabolita azotato l'acido urico (animali uricotelici). Dopo queste considerazioni ritengo che il letame abbia, pur con la presenza di una certa quantità di azoto, sopratutto una notevole importanza dal punto di vista dell'ammendamento del terreno, con l'arricchimento di sostanza organica (con tutti i benefici agronomici che ciò comporta). Mentre considereri la pollina un vero e proprio concime naturale, che per il minor ingombro e per la possibilità di confezionamento può avere un impiego molto più pratico. Dobbiamo prestare attenzione alla concentrazione salina della soluzione circolante del terreno per una più veloce mineralizzazione della pollina rispetto al letame. Bellissimo intervento arborea, ti ringrazio. Ma la questione barbosa è SE E COME cambi il concime in virtù dell'alimentazione dell'animale.
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10/06/2011, 23:03 |
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micalizio
Iscritto il: 04/04/2009, 23:42 Messaggi: 1063 Località: asti
Formazione: laureato in altro
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Una dieta ricca di proteina (soia) sicuramente determinerà una maggior escrezione di sostanza azotata, La lettiera fatta con trucioli,spesso di abete, è molto ricca in nitrobenzolo, più conosciuto come creosoto che è un forte battericida, risultato una fermentazione più lenta e stentata ma molto più asciutta. Adesso oltre al miglior letame ( quello di cavallo e ovicaprino si equivalgono) potrei avere altri suggerimenti per coprire il fieno?, quest'inverno non voglio scaricare fieno, e vorrei accumularlo entro ottobre, A che distanza devo porre le centine dlla serra per far si che non crollino per la neve?essendo in pendenza come evito che l'acqua faccia marcire le ultime balle? mi è successo spesso che le pedane si riempiano di fieno nell'intercapedine e toccando terra facciano marcire tutto il fondo. che diametro deve avere il tubo della centina per essere sicuro?
_________________ l'occhio vede quel che la mente sa. Pascal meglio un becco che ti fa amico che un amico che ti fa becco. Micalizio
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10/06/2011, 23:46 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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con delle centine di un pollice e un quarto /un pollice emmezzo , di altezza di 3metri x 6 di larghezza , dovresti posizionarle al amx ogni 2 metri ( se le emtti una ogni 150cm sei piu sicuro) findamentale secondo em e' metter eun palo di appoggio ogni arco , fai in modo di poterlo togliere quando non serve.
ricordati i ripartitori sul semicerchio uno ogni metro con tubi da mezzo pollice , da posizionare parallelalmento nel senso della lunghezza
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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11/06/2011, 7:35 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Ringrazio intanto per aver creato una discussione apposita per questo interessante argomento. PARLANDO DI LETAME... (di fieno da stivare possiamo continuare a parlare nel'altra discussione coltivazioni-erbacee-f21/come-e-dove-stivare-il-nostro-fieno-t24899-30.htmlCita: Una dieta ricca di proteina (soia) sicuramente determinerà una maggior escrezione di sostanza azotata, La lettiera fatta con trucioli,spesso di abete, è molto ricca in nitrobenzolo, più conosciuto come creosoto che è un forte battericida, risultato una fermentazione più lenta e stentata ma molto più asciutta. Adesso oltre al miglior letame ( quello di cavallo e ovicaprino si equivalgono)... Mi ricordo che alle superiori il prof. di Agronomia insisteva molto su rapporto fra dieta e letame, e quanto dici tu sulle proteine è interessante. Mi ricordo però che lui si ostinava a dirci questa frase (e lo ha fatto per anni): "...usate letame di vacche allevate a prato e fieno, e poi vedrete la differenza con quello di vacche allevate anche con insilati e farine...". E questa frase mi echeggia in testa da sempre. Proprio l'altro giorno parlavo con un perito agrario che si occupa di biodinamica, e mi diceva che le aziende che seguiva alimentavano i bovini solo con fieno, prato e (poche) farine di orzo e altri cereali. Diceva che per far crescere un vitello ci voleva più tempo, ma che il letame ottenuto era fondamentale per quelle aziende e che era "invidiabile". A questo punto mi chiedo se in internet esista una qualche tabella che spiega il rapporto fra alimentazione-letame.
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11/06/2011, 10:14 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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stamattina mi e' pervenuto tramite il Nol (notiziario on line) della confagricoltura ( grazie patry) un bella spiegazione del letame, che vorrei condividere col resto del forum
LA CONCIMAZIONE ORGANICA La concimazione organica presenta pregi e difetti. I vantaggi ampiamente riconosciuti sono: • funzione nutritiva: apporto di macro e microelementi necessari alla crescita degli organismi. • funzione strutturale: in parziale antagonismo alla precedente, consente per via diretta e indiretta il miglioramento della struttura pedologica e della sua stabilità. I difetti sono: • basso contenuto in elementi della fertilità: per apportare elevati contenuti di elemento occorre apportare ingenti quantità di refluo; • difficoltà per determinare il titolo in elementi fertilizzanti: in mancanza di sistemi di omogeneizzazione, nei contenitori di stoccaggio aumenta l’incertezza nell’attribuzione del titolo fertilizzante dei liquami zootecnici; • presenza di metalli pesanti: benché gli avicoli e i suini, nelle prime fasi di sviluppo, necessitino di addizioni di rame e zinco, come promotori di crescita (vengono poi eliminati con le deiezioni), la presenza nel terreno di metalli pesanti può essere pericolosa; • presenza di sodio: il sodio contribuisce a determinare la salinità dei liquami; ha la peculiarità di disperdere i colloidi argillosi e distruggere la struttura del terreno se raggiunge determinati livelli nel complesso di scambio; • emissione di odori molesti: a causa dell’odore emanato dai reflui, è indispensabile l’interramento, soprattutto per i liquami; • sviluppo di infestanti: semi di infestanti sono presenti maggiormente negli effluenti di bovini da latte e da carne, mentre negli allevamenti suini la loro presenza è molto improbabile, data l’alimentazione completamente di sfarinati. L’esplosione di infestanti è attribuito agli apporti elevati e alle conseguenti alte quantità di azoto, il quale stimola la germinazione della vegetazione avventizia. Tipologia di effluenti zootecnici • Letame bovino: presenta composti a lenta degradabilità. La sua funzione è strutturale, promuovendo l’aggregazione delle particelle terrose. L’effetto nutritivo è di circa 5% per l’azoto; 1,1% per il fosforo e 5,8% per il potassio. L’effetto nutritivo dell’azoto va dal 20 – 25 % all’anno, mentre il rimanente viene utilizzato gli anni successivi in base all’andamento climatico (acqua, temperatura, vento, etc…). • Liquame bovino: presenta caratteristiche fisiche diverse a seconda del tipo di conduzione e dalla presenza di paglia e dal quantitativo. L’effetto strutturale è più che dimezzato rispetto al letame bovino, mentre l’effetto nutritivo può arrivare al 70%. E’ un concime di media efficienza nel primo anno e buon residuo negli anni successivi. Questo dipende dal tipo di conduzione dell’allevamento: se incremento la lettiera, il prodotto si avvicina al letame; se riduco il quantitativo di lettiera, il prodotto si avvicina al liquame. • Liquame suino: indipendentemente dal tipo di allevamento, il materiale può arrivare già al primo anno a fornire efficienze pari all’80%: l’effetto residuo è blando, così come il miglioramento strutturale. • Pollina: l’azoto presente è prontamente utilizzabile già al primo anno. E’ paragonabile a un concime di sintesi, con un effetto stabilizzante e strutturale praticamente blando o addirittura assente. Non è stabilizzato, quindi ci sono forti perdite per volatilizzazione con emissione di odori sgradevoli. L’azoto è l’elemento principale contenuto nei reflui ed è presente in diverse forme, così riassunte: • azoto minerale: è la forma prontamente assimilabile dalle piante, il cui comportamento è identico a quello dei concimi chimici di sintesi; • Azoto organico facilmente mineralizzabile: è la parte più facilmente mineralizzabile da parte della microflora del terreno. Non è prontamente utilizzabile, ma lo è a breve tempo. • Azoto inorganico residuale (lento effetto): l’azoto presente è utilizzabile solo in periodi più lunghi: l’apporto nella stagione sarà limitato, ma sarà disponibile negli anni successivi. Azoto minerale Azoto organico facilmente mineralizzabile Azoto organico residuale Una quota di azoto è presente in forma solubile (ammoniacale e ureica) e costituisce la frazione immediatamente disponibile per le colture Della rimanente quota, legata alla sostanza organica, esiste una frazione facilmente degradabile, così da risultare comunque utile alla pianta nella stessa stagione della coltura Rimane una frazione di più difficile degradabilità, che perdura nel terreno e si rende disponibile solo in periodi di tempo successivi: costituisce l’effettuo residuo Ripartizione delle diverse frazioni dell’azoto nei principali effluenti zootecnici. Letame bovino 10 20 70 Liquame bovino 40 30 30 Liquame suino 60 20 20 Pollina 70 20 10 Compost 10 30 70 LEGENDA Azoto minerale Azoto minerale facilmente mineralizzabile azoto organico residuale Un aspetto importante della concimazione organica effettuata con effluenti e l’efficienza del suo apporto, ossia la combinazione di fattori che massimizzi la quota di azoto apportata con la fertilizzazione. I fattori che determinano l’efficienza sono: Clima: il clima esplica la sua influenza attraverso il regime termico, che innesca la mineralizzazione della S.O. e tramite la piovosità, in particolare nel periodo autunno-primaverile. Suolo: il tipo di suolo influenza la concimazione per il ritmo della mineralizzazione della S.O., e per la resistenza o per permeabilità. Ad esempio un terreno argilloso strutturato senza crepacciature risulta meglio compatibile di un terreno sabbioso, in quanto in quest’ultimo sono maggiori le infiltrazioni dell’acqua e la ritenzione idrica è minore. In queste condizioni si riduce l’efficienza globale della concimazione azotata con l’incremento del rischio ambientale, soprattutto per le falde. Coltura: il ruolo della coltura è direttamente legato alla capacità dell’apparato radicale di prelevare gli elementi fertilizzanti, sottraendoli alla lisciviazione e al ruscellamento. Esistono colture più adatte alla somministrazione di liquami, sia perché i loro fabbisogni nutritivi sono più elevati, sia perché insistono nel terreno nel periodo autunno invernale; in generale, se una coltura è in ottime condizioni, permette di asportare maggiori elementi nutritivi in funzione della maggiore funzionalità dell’apparato radicale.
_________________ Non sto bene come vorrei, ma neanche male come vorrebbero.
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11/06/2011, 13:52 |
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grintosauro
Iscritto il: 01/01/2009, 8:57 Messaggi: 21981 Località: chieri (torino)
Formazione: agrotecnico specilizzazione zootecnica da carne
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poca di spandimento: · Dopo la raccolta dei cereali vernini (sulle stoppie). Lo spandimento può precedere un altro cereale, o un prato avvicendato o una coltura primaverile. Se effettuato a fine estate con le alte temperature ed eventualmente il terreno inumidito dai temporali, abbiamo un’elevata mineralizzazione della sostanza organica incrementata da un’elevata volatilizzazione dell’ammoniaca che si può contrastare con l’interramento degli effluenti. I fenomeni sono meno accentuati se si utilizza letame maturo, che è soggetto a mineralizzazione più lenta e generalmente interrato. Per evitare l’elevato flusso di nitrati, si può procedere a una coltura intercalare a sviluppo rapido, come ad esempio colza o loiessa, seminata subito dopo l’apporto dell’effluente. In questo caso si hanno buone possibilità di assorbire gran parte dei nitrati presenti nel terreno prima che questi siano allontanati nelle falde da parte delle piogge autunnali. Anche i cerali autunno vernini, soprattutto l’orzo, contribuiscono alla riduzione della percolazione di nitrati, anche se in maniera minore. • Dopo la raccolta delle colture a ciclo primaverile – estivo. Le somministrazioni effettuate in settembre – ottobre si effettuano soprattutto nei terreni argillosi prima che questi diventino impraticabili. Un ulteriore motivo è che le somministrazioni in questo periodo sono utili per il terreno e per le coltivazioni primaverili che seguiranno. Il letame e i liquami distribuiti hanno tempo minore per la mineralizzazione rispetto ai trattamenti sulle stoppie, in quanto l’attività microbiologica è rallentata dalle basse temperature. Anche un’eventuale coltura intercalare non avrà tempo di crescere prima dell’inverno e anche i rischi di perdita per ruscellamento è basso. • Durante il periodo invernale. Sebbene in inverno il processo di nitrificazione sia minore rispetto ai periodi precedenti, una quota di liquami può costituire un rischio di inquinamento anche per l’assenza di assorbimento colturale. Soprattutto nei terreni collinari possono esserci rischi di ruscellamento in funzione della pendenza e della presenza della cotica erbosa. Nei mesi di gennaio - febbraio gli spandimenti degli effluenti non trovano motivazioni agronomiche, mentre i rischi di ruscellamento sono possibili sia in pianura, sia in collina. Solamente in inverni con scarse precipitazioni si possono apportare modeste quantità effluenti. Riassumendo: gli apporti di liquami effettuati con largo anticipo rispetto alla semina sono considerati a bassa efficienza. Ne è un esempio la distribuzione estivo – autunnale in pre-impianto di un cereale autunno-vernino o del mais. In questo caso l’azoto minerale generato per mineralizzazione rimane per molto tempo inutilizzato prima dell’assorbimento della coltura, rimanendo quindi esposto al rischio di lisciviazione invernale. Sono ad alta efficienza le distribuzioni primaverili, perché apportano azoto in vicinanza dell’impianto delle colture primaverili - estive, ossia in fase di maggior utilizzo degli apparati radicali; inoltre la mineralizzazione della sostanza organica genera un flusso di nitrati che è assorbita dalle colture. Per ottimizzare la fertilizzazione organica è importante adottare buone pratiche di spandimento, cioè tecniche che limitino la dispersione dell’azoto ammoniacale in atmosfera o tecniche che favoriscano la penetrazione dei nutrienti a livello radicale.
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11/06/2011, 13:53 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Da una prima sommaria lettura, possiamo intatnto dire che questo passaggio... Cita: • presenza di metalli pesanti: benché gli avicoli e i suini, nelle prime fasi di sviluppo, necessitino di addizioni di rame e zinco, come promotori di crescita (vengono poi eliminati con le deiezioni), la presenza nel terreno di metalli pesanti può essere pericolosa;
...pare essere a favore di quanto ho scritto. Per esempio non somministro NESSUN tipo di mangime (sopratutto con chicche sia tipo di addizioni!!!) ai miei polli e ai miai maiali (come a tutto il resto dei miei allevamenti). Questo mi fa pensare che intanto non rischi di incorrere in questo problema, e allora esisterebbe una PRIMA RELAZIONE tra alimentazione e qualità del letame prodotto. Ma non può bastare per confermare quanto ho scritto nei post precedenti...me ne rendo conto.
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13/06/2011, 0:04 |
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