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Coltivazione della soya oerazioni colturali diserbo
Autore |
Messaggio |
Fagiano
Iscritto il: 25/05/2008, 15:16 Messaggi: 100
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Ciao Girando sul sito di agraria.org ho trovato alcune informazioni riguardanti la soia ma non ho capito molto bene quand'è il periodo della semina. Sapete dirmi qualcosa? Grazie a tutti
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14/07/2008, 16:06 |
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Francesco
Iscritto il: 13/03/2008, 19:45 Messaggi: 6200 Località: San Casciano V.P. (FI)
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
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Ciao Fagiano, La semina della soia avviene in primavera, quando nel terreno si trova stabilmente una temperatura di 12-13°C, quindi molto dipende dalla zona dove si vuol coltivare. Di solito la semina della soia segue di pochi giorni quella del mais, quindi indicativamente da metà aprile in poi. Spero di esserti stato di aiuto. Saluti Francesco
_________________ - La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone) Egli vive ancora.
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14/07/2008, 16:16 |
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Fagiano
Iscritto il: 25/05/2008, 15:16 Messaggi: 100
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Grazie mille
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14/07/2008, 16:19 |
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francescoriello
Iscritto il: 10/07/2008, 14:45 Messaggi: 130
Formazione: Agrotecnico e Agronomo (scienze agrarie)
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ciao fagiano
Io la coltivo da molti anni, con alterni rendimenti, anche se adesso i prezzi più alti la rendono molto interessante. Come consiglio personale, se il terreno è discretamente fertile, non concimare con concimi chimici, perchè ti riducono l'azotofissazzione, sfrutta la concimazione organica fatta precocemente (cioè in autunno), io ho avuto ottimi risultati, e poi con quello che costa il concime chimico! Rispetta la rotazione, la soia su soia crea molti problemi (fidati l'ho provato direttamente).
Per avere un idea più completa ti allego una sintesi della tecniche colturali tratte dalla bibliografia.
ESIGENZE PEDOCLIMATICHE
Le esigenze climatiche sono molto simili a quelle del mais, anche se la soia è leggermente meno sensibile agli abbassamenti di temperatura nelle fasi iniziali e finali del ciclo. La temperatura minima di accrescimento è intorno ai 5 °C. La temperatura media ottimale si aggira attorno ai 24-25 °C. E' una pianta brevidiurna abbastanza sensibile al fotoperiodo (in alcuni casi necessita di almeno 10 ore/giorno di buio per fiorire). Questo fa si che la fioritura sia fortemente influenzata anche dalla latitudine: una varietà che necessità di 10-11 ore di buio, coltivata in Pianura Padana (45° lat.), fiorirà solo da metà settembre in poi; al contrario, una varietà a cui bastano solo 7 ore di buio, può fiorire anche in piena estate.
La soia è una pianta debolmente arido resistente, ma può soffrire di siccità qualora le piogge siano poco frequenti, tanto che se ne consiglia l'irrigazione soprattutto durante la fase di formazione dei semi. Per questi motivi il suo habitat ideale è quello caratterizzato da estati calde e umide e condizioni subtropicali. La latitudine più indicata è attorno ai 35°. E' una pianta che radica in profondità e ha la capacità di utilizzare bene la riserva idrica del terreno.
La soia si adatta ad un'ampia gamma di terreni, dagli argillosi agli organici, mentre può incontrare difficoltà in quelli molto leggeri. Per un buon sviluppo del rizobio il pH ottimale deve aggirarsi intorno al 6,5. Questa leguminosa si adatta bene anche a terreni nettamente acidi o salini, ma non gradisce gli asfittici e quelli eccessivamente dotati di calcare attivo.
Come tutte le leguminose, anche la soia è un'ottima coltura miglioratrice della fertilità in quanto fissa l'azoto atmosferico, produce una notevole quantità di sostanza organica facilmente umificabile e lascia il terreno in buono stato. Le sue caratteristiche ne fanno un'ottima alternativa ai cereali (tipico è l'avvicendamento con il mais).
TECNICHE COLTURALI
* PREPARAZIONE DEL TERRENO:
La soia ha un apparato radicale ben sviluppato per cui si dovranno realizzare tutte le pratiche necessarie perché questo si approfondisca nel terreno nella maniera più rapida possibile. E' bene che il terreno sia sufficientemente amminutato in superficie e smosso, ma non necessariamente affinato, in profondità. Ciò dovrebbe garantire, per quello che riguarda lo strato superficiale, un ottimo contatto seme-terreno. La preparazione deve essere molto accurata ed eseguita preferibilmente in autunno, per far si che in primavera il terreno sia nelle condizioni ottimali (soffice e umido). Si può adottare anche la lavorazione su sodo o la minima lavorazione, ma si corre il rischio di un elevato inerbimento e un minore sviluppo della coltura. Tutti gli interventi con macchine operatrici piuttosto pesanti dovranno essere eseguiti con il numero minore di passaggi, tenuto conto della presenza sull'apparato radicale di un batterio che è di tipo aerobico obbligato, per il quale la compattazione, e quindi l'asfissia, sono sempre dannose. Inoltre gli interventi alla raccolta dovranno essere eseguiti su terreni ben portanti ed asciutti, in modo da non perdere l'effetto positivo di avvicendamento relativo al miglioramento della struttura fisica del terreno. Al fine di evitare o contenere le perdite di legumi alla raccolta è consigliabile che la superficie del terreno sia ben livellata. I legumi impalcati bassi sulla pianta, infatti, possono restare sul campo nel caso di bassure o avvallamenti.
* CONCIMAZIONE:
La sostanza secca prodotta come biomassa complessiva, incluso l'apparato radicale, permane in campo come residuo colturale, per circa il 70-75%, per cui la produzione agraria utile è relativa solo ad un 25-30% del totale. Le asportazioni ammontano, relativamente alla pianta intera, a circa 220 Kg/ha d'azoto, di cui gran parte, ovviamente, vengono forniti dall'azoto-fissazione simbiotica. Di questa quantità, la metà viene utilizzata per la produzione di seme e quindi asportata, mentre il rimanente 50% può essere integrato nell'avvicendamento. Nel caso non sia stato impiegato l'inoculo, la quantità di N minerale da apportare, in un terreno di media fertilità, varia da 100 a 150 Kg/ha. Il fosforo e il potassio sono asportati in quantità limitata. Il fosforo viene asportato in quantità uguale a quanto ne rimane sul terreno (restituzione del 50%), mentre per il potassio la quota di restituzione è molto superiore a quella di asportazione. La soia non è particolarmente esigente in fosforo, quindi la concimazione può limitarsi a compensare le asportazioni nette (circa 50-60 Kg/ha); è preferibile distribuirlo alla semina, depositandolo dietro al seme, per assicurare le migliori condizioni di sfruttamento. Per il potassio le quantità possono essere anche inferiori. Normalmente questo elemento non viene apportato, salvo in terreni scarsamente dotati in cui è bene reintegrare le asportazioni nette ( fino a 70 Kg/ha). La somministrazione di calcio in terreni acidi può favorire l'utilizzazione di fosforo e potassio e la formazione dei noduli radicali. In generale, se l'azotofissazione funziona regolarmente, è inutile l'apporto di azoto supplementare. Vi è contrasto infatti tra la presenza di azoto minerale (nitrati) presente nel terreno e l'azotofissazione simbiotica. Con l'apporto di concime minerale azotato, oppure nei casi in cui il terreno ne sia normalmente dotato, si registra una scarsa attività dei tubercoli. La causa di questo rallentamento è dovuta al loro minor numero, volume e peso. L'inibizione dello sviluppo dei noduli e del loro metabolismo in presenza di nitrati si verifica inoltre nelle colture di soia che succedono ad una coltivazione ben fertilizzata. E' dunque importante selezionare dei ceppi di rizobio specifico più efficienti in presenza di azoto minerale nel mezzo di crescita.
* SEMINA:
La semina, effettuata con seminatrice da frumento o di precisione a circa 2-3 cm di profondità, normalmente viene eseguita tra la seconda metà di aprile e l'inizio di maggio quando il terreno non è più troppo freddo e la piantina si può sviluppare facilmente. Considerando di ottenere una densità di circa 30 piante/m2 alla raccolta, la distanza tra le file può essere compresa tra 45 e 60 cm e la distanza sulla fila deve essere di 6 cm. Per ogni settimana di ritardo nella semina, a partire dalla fine di aprile in poi, si possono perdere circa 25 Kg di seme per ettaro. Pertanto una semina che si realizzi entro la fine del mese di aprile dovrebbe avvantaggiare il ciclo produttivo di questa coltura. Le quantità di seme da utilizzare variano notevolmente da varietà a varietà in quanto differenti sono i pesi dei semi. Indicativamente si parla di 80 kg/ha per cultivar con seme di media grandezza. E' importante non esagerare con la quantità di seme in quanto si rischiano problemi di allettamento, ma è anche importante non commettere l'errore opposto lasciando troppo spazio tra le piante.
ciao francesco riello
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15/07/2008, 13:24 |
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Fagiano
Iscritto il: 25/05/2008, 15:16 Messaggi: 100
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Francesco, ti ringrazio molto per la gentilezza.
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15/07/2008, 16:40 |
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arg79
Iscritto il: 26/09/2008, 22:57 Messaggi: 2
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Ciao francesco, sono argentino escusa si no escribo bene sono qui in italia per desporto in ella argentina sono productore di semi di alfalfa voleva sapere dove posso trovare informacione di queste cultivo garzie. sebastian
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26/09/2008, 23:42 |
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Mario
Iscritto il: 03/05/2008, 19:41 Messaggi: 5680 Località: Firenze
Formazione: Perito Agrario - Dottore in Agraria
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Caro arg79, la medica in Italia è molto coltivata ed è sicuramente la leguminosa più diffusa, ti consiglio di fare una ricerca presso le ditte che normalmente la commercializzano, non ti sarà difficile risalire ai produttori, per fare ciò puoi andare sia presso chi vende semi tipo consorzio agrario, cooperative ma anche in rete vedrai che sarà relativamente facile, provo anche io presso alcuni indirizzi che conosco, ciao, saluti Mario
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27/09/2008, 17:36 |
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arg79
Iscritto il: 26/09/2008, 22:57 Messaggi: 2
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ciao mario, te reingrazio per la informacione, qualsiesi duvio te escribo.
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27/09/2008, 23:16 |
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jgoracci
Iscritto il: 17/07/2009, 18:35 Messaggi: 1302 Località: Paganico GR
Formazione: Produttore animale
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Il biologico si fa strada tra la carta stampata attraverso un nuovo inchiostro alla soia: un’alternativa a basso impatto ambientale potrebbe essere “Bioblack”, un nuovo inchiostro di soia bio lanciato sul mercato. Bioblack è un prodotto creato a “più mani”, infatti, la soia proviene dalle coltivazioni di Battelle appartenenti all’organizzazione dell’Ohio Soubeana Council, è messa in commerci dalla West Point Products. La soia entra nella composizione del toner per un quantitativo pari al 35%, Queste cartucce saranno disponibili nei negozi da fine settembre, direttamente presso i rivenditori di cartucce rigenerate, in previsione saranno poi prossimamente commercializzati anche modelli compatibili con altr e stampanti, oltre a quelle sopra elencate. (Periodicoitaliano.info) Ho personalmente un po' di riserve a riguardo... Ciao, Jacopo
_________________ Conservare la biodiversità è impossibile, finché essa non sia assunta come la logica stessa della produzione. Non è infatti inevitabile che la produzione si contrapponga alla diversità. Vandana Shiva
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06/11/2009, 12:32 |
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ciccio
Iscritto il: 20/07/2009, 9:41 Messaggi: 2011 Località: Augusta SR
Formazione: CAPOTECNICO PERITO INDUSTRIALE ELETTROTECNICO
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sarebbe un ottima idea cn le piante potremmo fare un sacco di cose biologiche e a baso impatto ambientale questa dell'ichiostro speriamo che vada
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06/11/2009, 12:39 |
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