angelomaria ha scritto:
e proprio quello che avevo in mente,un bel vasetto che mi permetta di far crescere la pianta senza tante forzature e soprattutto abbassando i costi d'impianto.
Il vaso che ti ho detto differisce dal vaso tradizionale perchè la potatura nei primi due anni praticamente è ridotta azero. Tutte le operazioni sono eseguite da terra senza l'ausilio di scale o carri con piattaforme. Nella seconda vegetazione si ottiene già una buona produzione di 50-70q/ha, a seconda della cultivar, della qualità degli astoni, della natura del terreno delle cure culturali; nella terza generazione si raggiunge la piena produzione. Si ottiene piantando un astone non spuntato , possibilmente vigoroso, completo di rami anticipati , lasciato senza potatura fino alla fine della terza generazione . Il solo intervento utile è il taglio di eventuali rami e germogli presenti sui 30-40 cm basali . durante la potatura invernale del terzo anno , o anche in verde dopo la raccolta della terza foglia si procede alla spuntatura dell'asse centrale ad una altezza da terra di 80-100cm. in modo da lasciare sul tronco 4-5 branche permanenti . Se la lunghezza di queste branche è tale da superare l'altezza utile per eseguire tutte le operazioni da terra (2,55-2,80) si accorceranno con un taglio di ritorno . La non potatura iniziale favorisce una precoce fruttificazione che, di per sè, esercita un certo controllo delle dimensioni della pianta; la drastica spuntatura dell'asse centrale e i tagli di ritorno annuali sulle branche completano il controllo della pianta in altezza. I migliori risultati si ottengono comunque, utilizzando come portainnesti il "Damasco e il "s. Giuliano" , che per la loro azione nanizzante , rendono meno drastici gli interventi di potatura per contenere l'altezza massima della pianta. Le distanze medie adottate per questa forma variano da 4,5m (S.Giuliano) a 5,5mFranco) tra le file da 2a 3 metri sulla fila in relazione al portainnesto, alla cultiva e al terreno. Marcello