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potatura vite: guyot 
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Sez. Orticoltura
Sez. Orticoltura

Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
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Eugenio una risposta particolare:Per far sentire a un sordo che non vuol sentire, ci vuole un muto.

Con tutto il rispetto che posso avere per una persona anziana voglio dire al sommo DOPA che per il bene del forum posso ammutolire seguendo però il suo esempio.
ps
siamo un tantino ecosostenibili e nn usiamo plastica ce ne stà fin troppa

_________________
I


19/11/2009, 17:00
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Iscritto il: 20/04/2009, 15:41
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Eugenio nn ne devi usare quella, ma quella riciclata.
Grazie Eugenio del tuo mutismo.Saluti da DoPa.


19/11/2009, 17:12
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Iscritto il: 13/03/2008, 19:45
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Località: San Casciano V.P. (FI)
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
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Ciao dopa,
mi sa che facciamo a non capirci, perché anche te non capisci quello che ti dico.
Mi sembra di essere stato chiaro ed è inutile ripetere tutte le volte le stesse cose.
Però sinceramente penso che nessuno di noi è il detentore della verità assoluta, quindi ti consiglierei qualche volta di ascoltare anche gli altri invece di andare per la tua strada e ripetere sempre le stesse cose.
Saluti Francesco

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- La morte non è niente - aveva affermato il 12 dicembre 1804, nello splendore della sua potenza. - Ma vivere sconfitti e senza gloria - aveva aggiunto - significa morire ogni giorno. (Napoleone)
Egli vive ancora.


19/11/2009, 18:57
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Sez. Orticoltura
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Iscritto il: 09/08/2008, 9:24
Messaggi: 10192
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mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm mannaccia il mutismo

_________________
I


19/11/2009, 19:24
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Iscritto il: 20/04/2009, 15:41
Messaggi: 291
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A me Francesco basta cosi, di averlo detto. Le bugie hanno le gambe corte,anche se chi le dice,fin che viene scoperto fa i fatti suoi.La verità viene sempre a galla.Io sono convintissimo di quello che ho visto e palpato,sono un tipo che ascolto assai,ma quando una cosa non entra la rifiuto.Vi saluto, un particolare saluto ad Eugenio,perchè mi sei tanto simpatico.DoPa


20/11/2009, 11:04
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Iscritto il: 20/04/2009, 15:41
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Francesco vai a leggere questo sito,Ciao DoPa
www.centrovitivinicoloprovinciale.it/co ... 001-09.pdf


20/11/2009, 17:49
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Iscritto il: 20/10/2009, 18:36
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Località: Airuno (Lecco)
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Not Found
The requested URL /controlpanel/.../bol 01-09.pdf was not found on this server.

ci deve essere qualche errore nel link che hai inseito


20/11/2009, 17:51
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Iscritto il: 22/10/2009, 21:37
Messaggi: 126
Località: castelli romani
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...ho appena finito di leggere tutti i post, e devo dire che ho fatto molta fatica a seguire le linee di pensiero, vorrei proporre una piccola precisazione secondo me essenziale per arrivare a capirci meglio, mi spiego.
Stiamo parlando di vigneti di grosse dimensioni o piccoli appezzamenti?
Parliamo di prevenzione o cura della malattia?
partendo dal presupposto che rispetto tutte le vostre esperienze...

vi riporto le mie
Vigneti di grandi estensioni e alta densità (oltre le 4000 piante ha)
Per conto mio il mal dell'esca è una malattia di cui ancora si sà abbastanza poco, e che con le densità d'impianto attuali spaventa un pò tutti i tecnici.
Metodi di cura, per quanto ne sò io stanno studiandoli e a qualcosa si è arrivati (se lo ritrovo posto l'articolo), ma non mi sembra si adattino, per un semplice fattore economico all'impiego in larga scala.
Metodi di prevenzione, tutti quelle attenzioni affinche la malattia si insidi e diffonda il più lentamente possibile in un vigneto.
Convengo che ci siano forme di allevamento che più di altre espongano la pianta a rischio di infezioni, questo soprattutto per la grandezza dei tagli che ogni anno si vanno ad effettuare, va da se che più il taglio è grande, più la pianta è esposta, proprio per non ferire troppo la pianta si preferisce (nel cordone) alzarsi un pochetto con i capi a frutto piuttosto che effettuare tagli troppo grandi per rimanere vicini al cordone.
Siete sicri che solo l'acqua o solo le forbici siano vettori per l'infezione?non possono essere tutti e due?secondo me si, e sempre secondo me ne esistono molti altri, a cominciare dalle concimazioni soprattutto quelle azotate che se in eccesso indeboliscono la pianta.
Perchè allora essere attenti ai tagli...ma non all'attrezzo utilizzato?
Una forbice in un una giornata lavorativa di 8 ore pota circa 800 viti a cordone, cioè innumerevoli tagli...perchè non dovrebbe fungere da veicolo?
La prepotatrice, usatissima in ogni azienda, non effettua un taglio netto del tralcio...anche questa secondo me è un veicolo di infezione
Potare quando ancora le viti non sono perfettamente ferme...non potrebbe essere una concausa all'insediamento della malattia?
Teniamo presente che in aziende di grandi dimensioni i fattori che determinano l'avvio dei lavori sono molteplici, alcune volte si deve partire prima per non arivare troppo...dopo.
Isolare e sradicare le piante al manifestarsi dei primi sintomi secondo me è ancora essenziale, l'allontanare i tralci o sminuzzarli il più finemente possibile ed interrarli appena possibile non risolverà il problema, come non lo risolverà lo spruzzare rame o alcol sulle forbici o il catrame sui tagli,o un trattamento di rame appena potato, ma sono tutte piccole attenzioni che possono diminuire il rischio di infezione.
In vigneti di grandi estensioni non posso pensare di coprire tutti i tagli con plastiche, mastice o altro, il costo e il tempo sono fattori limitanti.

Parlando di piccolissimi vigneti o addirittura pochi filari...bè...posso divertirmi e fare tutte le esperienze che voglio, ma tenedo ben presente che non sempre le esperienze fatte su 100-200-300 o anche mille piante possano bastare per trovare soluzioni concrete applicabili in grande scala, per fattori come tempo e costi già detti, ma anche le condizioni di vita delle piante assai diversi, e non sono neanche entrato in merito alla varietà del vitigno, condizioni atmosferiche o tipo di terreno.

scusate la lunghezza, spero risulti almeno di facile comprensione!
so long


20/11/2009, 19:24
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Iscritto il: 20/04/2009, 15:41
Messaggi: 291
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Kentarro,difatti ce un errore.
Il link afferma quello che dico io, dice questo:Viale Bornata 110 – 25123 – BRESCIA – Tel 030362285 – assistenzatecnica@centrovitivinicoloprovinciale.it
RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA 30-10-2009-2.DOC 1/3
30 OTTOBRE TTOBRE 2009
_ Viticoltura
_ Malattie del legno della vite
Le Vigneron Champenois n. 1/09 p.30-41
I funghi coinvolti nelle malattie del legno (Esca,
Eutipiosi ) non si propagano tramite gli strumenti per la
potatura (cesoie) secondo diversi studi condotti
dall’istituto IFV, INRA di Montpellier e di Bordeaux.
Le analisi microbiologiche realizzate sui tagli di potatura
in diversi periodi non hanno mai mostrato la presenza di
funghi in assenza di pioggia. Questo studio aveva
mostrato che le contaminazioni si sono sviluppate più
soventemente nei periodi di pioggia. Altri studi svolti a
l’INRA di bordeaux tra il 1997 e il 2002 mostrano che
Phaeoacremonium aleophilum non contaminava i tagli di
potatura durante il periodo invernale. degli studi
californiani hanno permesso d’identificare le fonti
d’inoculo.
Un altro fungo pioniere dell’Esca e’ il Phaeomoniella
chlamydospora il quale penetra durante il periodo
invernale in seguito alle piogge. E’ risaputo che l’ Eutypa
lata (agente dell’Eutipiosi) situata sotto le parti morte dei
ceppi sono responsabili delle contaminazioni osservate
sulle piaghe di taglio. Per quanto riguarda la Fomitiporia
mediterranea le spore provengono da carpofori situati
sulle parti morte dei ceppi. Questi due funghi non sono
presenti nel legno dell’annata e non possono essere
trasmessi da un ceppo all’altro se non tramite il taglio.
La disinfezione degli strumenti per la potatura non serve
fino in fondo a combattere l’Esca e l’Eutipiosi. La
disinfezione necessaria deve essere fatta sui pezzi di
terra colpiti dalla necrosi batterica per evitare
l’espandersi del batterio responsabile.
Per l’Esca e l’Eutipiosi è indispensabile togliere i ceppi
morti. continua Ciao saluti DoPa


20/11/2009, 21:23
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Iscritto il: 11/11/2008, 0:26
Messaggi: 600
Località: Chiavari(Genova)
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dopa ha scritto:
Marcello, mentre stavo scrivendo la risposta a kentarro, hai inserito il tuo commento.La prima parte siamo d'accordo.Per la difesa sono di parere diverso,perchè 1)nessuno di quei prodotti indicati possono ostruire la via all'infezione,perchè si tratta di difendere quei tagli per anni e quei prodotti non hanno questa resistenza, il sole e le intemperie li spacca lo stesso.2) Non sono gli arnesi da taglio a infettare, ma l'acqua che piove lava l'aria di tutti quei microrganismi che contiene e se li porta con se all'interno di spacchi di quei tagli.
Per difendere il mal dell'esca io indico di costruire un ceppo senza buco.Il sistema speronato si difende perchè il ceppo viene curvato e l'acqua non entra,tanto io ho letto che in trentino che usano questo sistema è poco l'incidenza di questa malattia, mentre il guyot e il tentone danno di questi problemi. per il guyot non riesco a immaginare come fare, al tentone io dico che il primo anno di allevamento,quando il nesto arriva all'altezza dell'impalcatura bisogna cimarlo e crescere due tralci che serviranno da impalcatura cosi il buco non si crea,se invece si aspetta ad impalcarlo,come si usa fare ancora, al terzo anno si provoca un taglio non indifferente,quel taglio io ho notato che è la causa del mal dell'esca.La mia esperienza è questa.Ciao DoPa

ciao, purtroppo lo sappiamo non ci sono trattamenti curativi di chiara efficacia. sappiamo che piante malate , che ancora non presentano sintomi , producono uva buona come piante sane . Perciò tutte le operazioni agronomiche che facciamo per contenere la malattia sono utili , il non farle sarebbe come uno che si prende una bella malattia e non si cura , perchè pensa che poi col tempo dovrà morire. Nel caso del mal dell'esca le operazioni da eseguire secondo secondo mè sono: togliere i residui di potatura, e bruciarli. Eseguire la potatura poco prima della ripresa vegetativa;i primi caldi asciugano più in fretta la ferita , diminuendo così i tempi di esposizioni delle ferite fresche all'attacco dei funghi. Quando una pianta denota minimi segni di malattia ,segnarla ,e poi potarla separatamente da piante sane . anche disinfettando con solfato di rame le forbici e i segacci è senz'altro utile. Quando ci si trova in presenza di una pianta malata si può tagliare il fusto fino al legno sano. La ferita và disinfettata con sali di rame, e poi protetta con mastici cicatrizzanti, la migliore resa l' ho ottenuta usando del semplice vinavil che dura nel tempo e chiude perfettamente la ferita. Marcello


22/11/2009, 0:35
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