Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
Re: potatura vite: guyot
26/02/2010, 15:23
Ciao a tutti, perfettamente d'accordo con Lisa, poi se uno deve fare un impianto non credo prepari migliaia di talee, quindi non vedo lo svantaggio di usare il portinnesto. Saluti Francesco
dopa ha scritto:@,Lisa83 e Piercarolambo State tranquilli la filossera non può attaccare,l'opera dura solo tre quattro mesi per infettarsi il terreno ci vogliono anni.DoPa
anche se non fosse presente la fillossera nel terreno, il continuo uso di questa tecnica potrebbe portare all'infezione. Per capirci meglio: le rotazioni colturali (cosi come mi è stato spiegato dai professori) vengono usate non solo per il discorso rinnovatrice, miglioratrice e depauperante ma anche per evitare che un determinato parassita o insetto si specializzi nell'attacco su una coltura; Riflettendo sul tuo discorso il rischio di avere, nel lungo periodo, l'attacco della fillossera è molto alto a mio parere.
Il vostro ragionamento non fila, prima di tutto devo dirvi che l'ho usato svariati anni fin che non ho convertito il guyot a tentone non ho visto nessun attacco di filossera.Poi è prassi tra i viticoltori che quando seccava un ceppo fanno la propaggine dal ceppo vicino e non ho visto mai un attacco di filossera.Poi come si può sostenere un ragionamento che fate, anche se un attacco si verifica sul vigneto, come si nutrirebbero larve di filossera se non ci sono radici nostrane.quel lavoro che faccio ogni anno sono eliminate, sono radici avventizie che durano da Maggio a settembre.Riflettetele le cose prima di dirle. DoPa
Come si può notare le radici "avventizie" (intendi forse quelle che genrano dal colletto?) non sono importanti perché la fillossera svolga il suo ciclo in quanto in mancanza di radici di vite europea essa svolge il ciclo solo in parte ovvero solo sulle foglie.
io forse ho capito la discussione , ma sono dell'avviso che un impianto da cui si vuole ottenere il massimo risultato và eseguito con determinate regole. Per questo risulta di massima importanza l' affinità del portainnesto coll'europeo che costituisce la chioma , cioè la parte elaborante e fruttificante dell'organismo bimenbre. Questa attività non consiste soltanto in un buon attacchimento o in una sufficiente longevità , ma anche nel contenere quei fenomeni di carenza o di tossicità a livello della chioma che indicano un assorbimento troppo scarzo o eccessivo da parte dell'apparato radicale di taluni elementi minerali. Inoltre il portainnesto si può adattare a condizioni ambientali diverse: scarsezza ed eccesso di acqua nel suolo, terreni a struttura diversa(sciolti ,argillosi, clorosanti , salsi). Quanto alla resistenza alla filossera essa deve essere buona, se non ottima, sebbene nei terreni sabbiosi , in cui questo parassita non prospera e si abbiano invece problemi di Meloidogyne, sia preferibile la resistenza a questo tipo di nematode. Usando portainnesti diversi si controlla la vigoria (aumentandola se carente o riducendola se eccessiva) e la produttività, con speciale riferimento all'epoca di maturazione che può essere anticipata o ritardata . Ma sopratutto un obiettivo che potrà essere raggiunto in un tempo più o meno lungo, è una maggiore resistenza alle virosi , dato che talune viti del tipo Muscadinia sembrano opporre una certa resistenza agli attacchi dello Xiphinema o meglio alle traslocazioni delle particelle virali nella pianta. Questa resistenza non sempre si trasmette agli ibridi con la vite vinifera: Lider e Gohenn in prove eseguite in un vigneto con forte presenza di nematodi viruliferi non hanno trovato traccia di Arricciamento virale (GFV) neppure applicando il test ELISA a foglie di Cabernet sauvignon innestati su due di essi : lo 039.16 e lo 043.43 mentre altri discendenti dello stesso incrocio si sono mostrati sensibili. Marcello
Sono d'accordo con Marcello. Un impianto con viti franche di piede è sicuramente più longevo di un impianto con viti innestate però non in tutti i terreni questo si può realizzare. Inoltre il portinnesto può modulare altri fattori che vanno ad incidere sulla qualità delle uve.
Io ho detto che per avere qualcosa in più dal guyot mettevo un tralcio 20 - 30 centimetri sotto terra e vidi che questo mise un migliaia di radici e maturarono 20 grappoli invece di 16 abitualmente. Kentarro mi ha dato una risposta giusta: Ha detto hai messo il doppio carburatore al motore.Piercarolambo ha fatto,dice lui, una domanda stupida,e ha sollevato il problema filossera.Io ho detto state tranquilli non esiste questo problema, Lisa83 dice: No il problema è reale,e mi manda un link che afferma quello che dico,ma lo rafforza, perchè oggi con le nuove conoscenze i due cicli della filossera non possono esistere e se si piantassero ceppi nostrani la fillossera non resisterebbe ai veleni,che si usano in viticoltura.Quindi i Vostri ragionamenti non filano come ho detto, in altra occasione.DoPa
@ Lisa83 Continui a non capire, cento anni fa non cerano veleni di oggi se ci fossero stati il primo ciclo non fosse esistito perchè i veleni che si usano li avrebbero ammazzati, .La propaggine è di ogni anno e viene eliminato ogni anno e messo una nuova i ceppi sono di qualsiasi età sfruttavo le radici della propaggine che certamente il carburante,dice Kentarro, lo davano all'uva dei tralci che conteneva. I veleni sono quelli che usano per la tignola non penso che per la fillossera ci vogliono veleni specifici.Poi biologico, chi lo fa il biologico,lo dicono a parole,ma non è biologico.Io sto tentando, se mi riesce, senza usare niente. Tornando alla fillossera vuoi che ti mando foto di due ceppi uno di una trentina di anni e uno di sei sette anni piantati nostrani e vivono rigogliosi, due pergole vicino alle loro case, un altro lo ha piantato l'anno scorso,consigliato da me.State tranquilli la fillossera oggi non è un problema una propaggine di un anno non può destare tanta attenzione che gli state dando,se uno vuole prendersi un po di fastidio può benissimo ricavare quattro grappoli in più ogni anno,non arreca nessun danno.DoPa
secondo me la propaggine ogni anno non è un operazione economicamente conveniente o cmnq non è realizzabile nell'ottica di una viticoltura "intensiva". Ritorna il discorso iniziale, su poche viti si può fare su ettari di vigneto no.
Credevo si parlasse di utilizzare la propaggine come soluzione definitiva, cioè per ottenere una nuova vite indipendente, e non dipendente dalla pianta vicina. Non conviene allora piantare una nuova barbatella?
Per quanto riguarda la fillossera, il ciclo radicicolo esiste eccome, chiara che un tralcio che viene rinnovato tutti gli anni (secondo il tuo metodo) non può esserne attaccato, ma non possiamo piantare (in generale) viti franche di piede, perche queste verrebbero inesorabilmente attaccate, e non c'è mezzo chimico per attaccare il ciclo della fillossera nel terreno.
Chi fa biologico vero esiste e non è giusto infangare la fama di chi lavora correttamente.