Allora, il prodotto che hai comprato (presumo in forma polverulenta) è la tipica furberia per aggirare le norme sulla etichettatuta dei prodotti fitosanitari. Infatti è commerciato (o per meglio dire 'spacciato') come concime: ma quando mai una pianta ha bisogno di trattamenti in chioma con un concime al 20% di rame che per inciso manco viene assorbito per via fogliare? Non avendo contezza del prodotto commerciale devo solo presumere che il rame sia formulato come solfato; il dosaggio che hai indicato è quello che rilevo dalla indicazioni di prodotti similari a base appunto di solfato rameico.
Detto tutto ciò, per trattamenti su fruttiferi per me faresti meglio a usare una normale poltiglia bordolese oppure ossicloruro. Circa le miscele estemporanee, a livello professionale non ho mai sentito parlare di solfato di rame + olio bianco (sulle vecchie tabelle di miscibilità tale abbinamento non è neppure considerato; c'è pallino verde con ossicloruro, rosso con bordolese), mentre la neutralizzazione del solfato si fa con la calce spenta (anticamente si usavano le cartine al tornasole per accertarsi della raggiunga neutralità).
Ad ogni buon conto su pomacee i trattamenti al bruno con olio bianco, ossia a scopo preventivo/curativo (giusto in questo periodo), si fanno laddove ci siano problemi di cocciniglie (si vedono benissimo) o al limite di acariosi (ad es. su un mio pero ho l'eriofide vescicoloso: tratterò al germogliamento, però aggiungendo all'olio un apposito acaricida).
Contro le principali malattie crittogamiche delle pomacee (es. ticchiolatura), i trattamenti con rameici si iniziano a fare quando ci sono le condizioni per l'attacco: sono sempre a titolo preventivo ma allineati all'epidemiologia del patogeno; segui le indicazioni del bollettini fitopatologici della tua Regione.