Salve a tutti, questa mattina abbiamo scoperto che le poche pesche nettarine rimaste sull'albero recano i segni della gommosi,cioè sul frutto si è formata una specie di resina che di solito si trova sul tronco degli alberi:E' una cosa grave? Perderemo anche queste poche pesche o si può fare qualcosa?.Ringrazio sin d'ora chi saprà darci un consiglio
La gommosi è una malattia crittogamica che si sviluppa generalmente dopo la potatura e quando non si trattano bene le ferite prodotte. Anche il brusco cambio di temperatura incide. Colpisce rami tronchi e frutti. Può rovinare tutta una raccolta e gran parte della pianta può morire. Un buon prodotto preventivo è il pomarsol. Si inizia con la caduta delle foglie e si continua ogni 15/20 giorni fino alla quasi maturazione dei frutti.
Formazione: Laurea in Scienze e tecnologie agrarie
Re: Pesche con la gommosi
16/06/2010, 21:35
la gommosi è la risposta delle drupacee a vari tipologie di stress, anche non proprio di origine parassitaria. Una foto aiuterebbe a capire meglio la situazione, anche un attacco in corso di lepidotteri potrebbe causare la fuoriuscita di gomma, come uno stress termico. Quindi un trattamento a base di thiram potrebbe essere anche inutile, inoltre non c'è un agente della gommosi, ma varie crittogame che possono indurla. Inoltre mi sembra eccessivo il calendario di trattamento che viene proposto e in più il tempo di carenza è di 42 giorni su pesco.
Ringrazio le persone che mi hanno fornito spiegazioni e consigli.Noi di solito facciamo il trattamento solo per la bolla,adesso non so se sia il caso di fare trattamenti,visto che le pesche sono già grossette.Per ciò che riguarda la foto provvederemo non appena cesserà di piovere.Grazie e buona giornata
dovrebbe trattarsi di corineo , questo parassita colpisce anche le drupe allo stadio iniziale di accrescimento ,in questo caso si evidenziano delle areole porporine evolventesi in lesioni necrotiche ; su quelle ingrossate delle macule infossate , rosso brunastre che trasudono gomma, il deuteromicete Coryneumb beijrinckii si perpetua come micelio nelle lesioni sui rametti e anche come conidi protetti dall'essudato gommoso. Lo sviluppo dell'infezione può aversi entro un ampio arco di temperature( 5-26°C; ottimo 15°C ) è, necessariamente , in presenza di un velo d'acqua persistente sugli organi sensibili. La lotta è abbinata essenzialmente a quella della bolla . Nell'evidenza di infezioni frequenti sulla nuova vegetazione ( in corrispondenza, ad esempio di condizioni stagionali molto favorevoli all'infezione, o per ridotta efficacia della difesa invernale) si potranno effettuare trattamenti supplementari all'inizio della ripresa vegetativa e succesivamente , a base di Ziram, thiram, ecc. Marcello
Abbiamo letto l'ampia spiegazione di Marcello:In effetti in questo periodo da noi è piovuto molto e le temperature non sono andate oltre i 17°:Come già scritto,abbiamo fatto i trattamenti invernali con olio bianco e poltiglia bordolese,a ripresa vegetativa con Bitertanolo.Credo che oramai non ci sia più nulla da fare:l'anno prossimo provvederemo con i prodotti consigliati.Grazie