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Pesca platicarpa 
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Grazie a tutti! comunque il mio è un piccolo giardinorto, non uso mezzi meccanici e ho sempre evitato prodotti chimici a parte la poltiglia bordolese.Ovviamente mi sono sempre accontentata dei pochi frutti che riuscivo a raccogliere ma credo sia arrivato il momento di fare qualcosa perchè quest'anno sul nettarino che ormai è bello grande,oltre alla bolla ho visto anche qualche goccia di gommosi e sono rimasti sulla pianta alcuni frutti mummificati.Speravo che il nuovo arrivato (la pesca piatta)fosse più forte ma sta dando già segni di malessere allora fra un mesetto comincerò con i trattamenti. Poltiglia e dodina se la trovo? per almeno quattro volte fino alla caduta dei fiori giusto? la dodina solo due volte se ho capito bene. Scusate se mi sono dilungata.


20/09/2015, 17:01
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i frutti mummificati eliminali perché liberano spore di monilia ovunque, fino a provocare anche la gommosi. adesso fai così 3 interventi con rame a inizio caduta foglie, a metà caduta e a fine caduta. poi ne fai un altro a metà febbraio circa. la dodina puoi usarla, anzi forse adesso che ce l'hai per limitarla è meglio. fai uno o due trattamenti in pre o post fioritura. fai così per uno o due anni fino a che non vedi che riesci a limiare la bolla, poi potrai limitarti a usare solo rame. con questi trattamenti sei coperta da bolla, corinneo e monilia. mi raccomando non dare rame durante la fioritura.


20/09/2015, 21:20
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a proposito di monilia vedo che sta aumentando di anno in anno fino a compremettere
una buona parte del raccolto.
L'anno scorso appunto x contenerla a parte due trattamenti di rame, ho fatto anche due trattamenti
con dodina, uno a dicembre (caduta foglie) e uno a fine febbraio prima della ripresa vegetativa.
Per la bolla ha funzionato ma non altrettanto x la monilia... questa è una foto

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20150620_101429.jpg
20150620_101429.jpg [ 204.7 KiB | Osservato 578 volte ]


Ora ritenete che un ulteriore trattamento con dodina in post fioritura (non fatto l'anno scorso) possa essere sufficiente
o devo necessariamente utilizzare qualche triazolo (tipo tebuconazolo)??


22/09/2015, 16:14
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elimina i frutti mummificati e i rami che colpiti e quelli che si infettano in primavera. arieggia molto la chioma per evitare con la potatura anche estiva(soprattutto) per evitare anche che il fungo trovi un ambiente umido. poi visto che le devi mangiare te evita altri prodotti chimici. se no tanto vale comprare frutta al supermercato.
fai 4 interventi con rame da inizio caduta foglie a metà-fine febbraio. occhio a non trattare con temperature troppo rigide.tratta quando hai almeno una decina di gradi circa.


22/09/2015, 21:00
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paolosame ha scritto:
poi visto che le devi mangiare te evita altri prodotti chimici. se no tanto vale comprare frutta al supermercato


La pensavo anch'io così... poi 5/6 anni fa avendo disponibile un nuovo terreno decido di impiantare una quindicina di piante
(drupacee e pomacee) cercando di gestirle in modo bio.
Acquisto piante cosiddette "antiche resistenti", faccio anche un corso x la gestione del frutteto biologico (a 500 km da casa)
ma con il passare degli anni mi rendo conto che, nel mio contesto, è quasi impossibile senza qualche compromesso con prodotti chimici.
Come tu stesso hai detto ci sono malattie che una volta insediate non le rimuovi tanto facilmente.
Credo che in un forum come questo possa essere utile confrontarsi, scambiarsi esperienze e discutere su un corretto uso
dei prodotti chimici e non solo a demonizzarli...


23/09/2015, 10:09
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il fatto è che la dodina non serve per la monilia. il tebuconazolo non la risolve. quindi...piuttosto di mangiarti frutta uguale a quella del supermercato. piuttosto usa il bicarbonato quando ti avvicini alla raccolta. ha una carenza, per così dire, di 3 giorni e lo stanno usando molto anche in viticoltura per la botrite visto che gli altri chimici hanno una carenza di un mese. un frutteto familiare si può fare tranquillamente in modo biologico. con il rame tieni a bada la bolla. ma devi trattare in autunno e in inverno nei periodi giusti. le varietà antiche non sono resistenti a nulla, poi se hanno usato materiale non sano sono solo un fonte di malattie. le varietà resistenti sono sono alcune di quelle moderne selezionate apposta. le uniche varietà antiche resistenti sono quelle che si trovano da decenni nella zona di origine. perché se uno usa una varietà antica originaria di una zona a cento km cambia il clima e quindi si viene a trovare in una situazione differente e le difese che aveva per la zona originaria non ci sono più.


23/09/2015, 11:26
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paolosame ha scritto:
le uniche varietà antiche resistenti sono quelle che si trovano da decenni nella zona di origine. perché se uno usa una varietà antica originaria di una zona a cento km cambia il clima e quindi si viene a trovare in una situazione differente e le difese che aveva per la zona originaria non ci sono più.


su questo sono perfettamente d'accordo....

Non dico che non sia possibile gestire un frutteto familiare in modo biologico ma, se la situazione ti sfugge di mano
(anche considerando il contesto climatico in cui si vive) allora credo che un compromesso con il chimico si possa fare
e non è la stessa cosa che comprare al supermercato, perché si presume si abbia la coscienza e/o conoscenza ( ecco x cui è bene
discuterne e confrontarsi) necessaria x limitare i trattamenti magari scegliendo prodotti meno invasivi.
Comunque questo inverno proverò ad intensificare i trattamenti con rame e l'anno prossimo proverò con il bicarbonato
e vediamo cosa succede.
Al corso raccomandavano anche l'uso della propoli ma io non l'ho mai usata...
qualcuno la usa?... come si è trovato?


23/09/2015, 13:06
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Un frutteto amatoriale biologico si basa sulla corretta interazione tra piante ed ambiente.
Nella mia esperienza le piante sono:
A) in continuo bisogno di trattamenti
B) sempre sane
Da questo si evince che la pianta giusta nel posto giusto e' la scelta corretta. Ho delle piante che non ho MAI trattato in 20 anni e che hanno sempre fruttato (amareno Montmorency, melo Abbondanza, Melo decio, melo renetta, Susino ramasin, susino Mirabelle, susini autoctoni, pero giugnolino, pero ... nonmiricordo, ciliegio Pistoia, ciliegio vignolaIII, ciliegio cornetta, varii ciliegi a cespuglio, nocciolo Tonda delle Langhe, Nocciolo Nottingham ... ). Le piante che invece si sono ammalate le sempre ho segate e non mene sono mai pentito.
Molte cultivar moderne sono state selezionate per caratteristiche merceologiche tra cui la resistenza alle malattie e' secondaria.
Comperando piante che hanno bisogno di trattamenti (invece di quelle robuste) si perpetuano logiche commerciali malsane.
E' l' ego sfrenato di voler affermare il proprio dominio sulla natura che spinge i coltivatori amatoriali a trattare. E l' agrofarma ... ingrassa. Voglio la platicarpa ergo sum ... Una pianta innestata costa 15 euro. Un fitofarmaco ne costa altrettanti. In piu' c'e' la spesa e la menata del patentino. Piu' l' inquinamento del cibo e dell' ambiente.
Maddmax

_________________
Termopili 480 AC
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23/09/2015, 15:09
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il tuo ragionamento è in parte condivisibile ma non si può generalizzare.
ho anch'io piante che non hanno bisogno di trattamenti (alcune varietà di pesche, albicocche e susine)
ma che non mi consentono di avere la frutta tutto l'anno.
Il problema principale dalle mie parti è il periodo estivo (luglio/settembre) dove la mosca e l'umidità
la fanno da padrona e non conosco varietà abbastanza resistenti (a parte la pera coscia).
Per anni mi sono accontentato di quello che riuscivo a raccogliere (senza trattamenti) e compravo la frutta
nei periodi scoperti. Ora se uno decide di colmare questo vuoto facendo qualche compromesso con la chimica
non vedo dove sia il problema (se uno compra la frutta è comunque trattata e non si sa quanto).
Faccio un esempio per contenere la mosca nel periodo estivo faccio trattamenti con deltametrina ma questo
non mi evita di trovare una parte di frutta bacata. Poco male se posso recupero il mangiabile e butto il resto ;)
La frutta comprata è invece perfetta... e non credo sia trattata solo con deltametrina...

Per quanto riguarda la platicarpa più che una scelta personale, mi è stata consigliata come varietà resistente (?)
e a dire il vero non mi piace nemmeno tanto perché troppo dolce x i miei gusti


23/09/2015, 20:35
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per la mosca bisogna vedere quando tratti. nei frutti professionali per la mosca non trattano visto che usano le trappole a ferormoni.
io uno lo spinosad due volte l'anno: metà giugno e metà luglio per le sole varietà che maturano in agosto settembre.
se sei in una zona umida cerca di aiutare la pianta con la potatura verde, elimina succhio e compagnia bella in modo da arieggiare la chioma. elimina subito i rametti che si pelano dalla monilia sia in primavera che in estate e ovviamente i frutti. non lasciarli sulla pianta o a terra. il rame dallo 4 volte. 1 volta a inizio caduta foglie, 1 a metà caduta foglie, 1 a fine caduta e l'ultimo a metà-fine febbraio, sempre con temperature almeno di 10 gradi. se hai tanta bolla e non ti fidi del solo rame dai una volta ancora la dodina, o prima o dopo la fioritura. certo poi se sei in una conca fradicia e dove non batte il sole allora c'è poco da pretendere, anche con il chimico. non pensare che con il tebuconazolo cambia più di tanto. piuttosto usa il bicarbonato che è ottimo per marciumi e oidio( problema che tu non avrai sicuramente essendo in una zona umida)


23/09/2015, 20:50
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