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Vite, olivo, alberi da frutto: tecniche colturali, avversità, produzioni, potatura, propagazione e consigli
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Meccanismo d'azione del "rame peptidato"

15/11/2015, 5:06

Noto contraddizioni nella divulgazione del rame peptidato come trattamento "sistemico" contro i patogeni.

Da una parte si afferma che il fatto che il rame sia peptidato, quindi legato o chelato ad una molecola organica...lo farebbe entrare nel "simplasto" , cioè verrebbe accettato dalle cellule della pianta finendo nel loro citoplasma.

D'altra parte altra letteratura afferma che a livelli di tossicità decente (quindi in astratto sufficiente per agire contro le batteriosi e i funghi),
il rame che riesce ad entrare nel "simplasto", quindi nel citoplasma, viene mantenuto in forma inoffensiva dalla pianta, appunto chelato e legato, affinché sia scaricato nei vacuoli senza fare danni alle cellule della stessa pianta.

Ma i patogeni che questo prodotto dovrebbe contrastare non stanno nel citoplasma e men che meno nei vacuoli ..al massino stanno nell' "apoplasto" superficiale..o nelle microcavità delle foglie.

Quindi come fanno biochimicamente i proddotti "sistemici" a base di rame peptidato a fare quello per cui sono venduti, cioè contrastare i patogeni, se poi è la stessa pianta che li scarica nei vacuoli per evitarne la tossicità contro se stessa?

Re: Meccanismo d'azione del "rame peptidato"

08/12/2015, 18:24

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