Salve anche quest'anno appena subito dopo la fioritura del pesco....ecco la solita bolla sulle foglie del pesco. In gennaio avevo trattato con poltiglia bordolese il tronco fino alla dipartita dei rami sperando di avere giovamento. Ho trovato diverse ragnatele che ho levato, ma c'e' qualcosa che posso fare a questo punto? La produzione puo' essere a rischio? Grazie mille per i consigli
Appunto. Le gemme hanno bisogno della protezione del rame, non il tronco. In ogni caso ora è tardi. Dovresti recuperare un fungicida curativo ma non saprei quale.
Allora grazie, d'aiuto come sempre. Ho fatto un solo trattamento si, in Gennaio e ho dipinto di blu solo il tronco, e niente rami. Ho trattato allo stesso modo albicocco susino e ciliegio e per ora non sembrano avere particolari malattie. Di funghicida ho appunto i prodotti che servono per oidio e peronospora.......ma sono utili? Con i fiori poi? e poi oramai è inutile? Grazie per i chiarimenti.
L'avvio dell'infezione si ha con la rottura delle gemme dove il patogeno è presente dopo aver svernato in forma saprofitaria, il qual patogeno penetra attivamente nelle foglioline che vanno dispiegandosi: ora la malattia è in atto e non ha senso tentare di curare (non si avrebbero comunque risultati in quanto a livello patogenetico il danno è fatto).
Preparati meglio per il prossimo anno con i classici 2 interventi a caduta foglie e poco prima della ripresa vegetativa, magari studiando un minimo da siti corretti senza star dietro ad obsolete abitudini che non hanno ormai alcun senso fitoiatrico (come appunto dipingere gli alberi di blu o di bianco con la calce).
Su albicocco - e in genere drupacee come il ciliegio che hai citato - invece devi stare all'occhio per possibili attacchi di monilia: in questo caso sono utili interventi in pre- e/o post-fioritura con prodotti specifici (es. a base di difenoconazole, o qualora avessi il patentino a base di fenexamide) anche se la difesa chimica non è decisiva (da completare con interventi agronomici: corretta potatura per tenere arieggiata la chioma, eliminazione mummie e rametti colpiti).
Alessandro1944 ha scritto:L'avvio dell'infezione si ha con la rottura delle gemme dove il patogeno è presente dopo aver svernato in forma saprofitaria, il qual patogeno penetra attivamente nelle foglioline che vanno dispiegandosi: ora la malattia è in atto e non ha senso tentare di curare (non si avrebbero comunque risultati in quanto a livello patogenetico il danno è fatto).
una domanda, può aver senso un trattamento per proteggere la nuova vegetazione che verrà prodotta a breve? le foglie colpite ormai sono destinate a cadere. quelle che verranno emesse in sostituzione invece che destino avranno? verranno protette dall'alzarsi delle temperature o subiranno un nuovo attacco?
Mi consigliò un agronomo titolare di Mag-Agricola già tanti tanti anni fà che controllare tale infestazione-malattia è indispensabile nel caso del pesco eseguire trattamenti da nov-dicembre ogni mese fino alla comparsa dei primi bottoni. Per fare ciò occorre essere assistiti anche dalle belle giornate e escludere quelle in cui le piogge si preannunciano con il meteo. Nel mio caso non essendo presente costantemente nella abitazione di campagna accadeva che nel Sab-Dom il tempo non era idoneo e saltavano i mesi. E così le piante sempre più insofferenti alla patologia della bolla non hanno più fruttificato e le ho eliminate con malinconia in quanto facevano delle ottime pesche nei primi anni d'impianto.
kentarro ha scritto:una domanda, può aver senso un trattamento per proteggere la nuova vegetazione che verrà prodotta a breve? le foglie colpite ormai sono destinate a cadere. quelle che verranno emesse in sostituzione invece che destino avranno? verranno protette dall'alzarsi delle temperature o subiranno un nuovo attacco?
Un intervento con fungicidi sistemici può essere consigliabile a 'bottoni rosa' o in alternativa in post-fioritura qualora si verificassero/profilassero condizioni meteo favorevoli all'insediamento della malattia (temperatura da 3 a 15 °C circa, bagnatura prolungata per parecchie ore), allo scopo in particolare di proteggere i frutticini in formazione (il danno in tal caso sarebbe irreversibile). La bolla è malattia studiata e oggetto di ripetute prove sperimentali di campo, e in letteratura non ci sono indicazioni per ulteriori interventi oltre a quelli canonici estintivi-preventivi: dopo il primo ciclo infettivo di regola la malattia si arresta e con l'innalzarsi della temperatura il patogeno passa a vita saprofitaria in cui esso di riproduce per gemmazione senza danneggiare l'ospite.
Grazie, sai essere molto chiaro. A ragione di quanto leggo lo scorso anno avevo le piante con pochissimi sintomi. Il terribile mese di maggio dal punto di vista meteo (freddo e umido) aveva prodotto un ritorno in pompa magna della bolla. Di solito faccio rame in inverno e ai bottoni rosa dodina e me la sono sempre cavata. Lo scorso anno no.