JeanGabin ha scritto:Neanche l'identità del portainnesto è finità, la sua importanza è data dalla buona radicazione della pianta stessa e dell'apporto della linfa, nonchè per molti portainnesto, come quelli delle viti, la protezione da malattie. Di cosa ti preoccupi, di piante selvatiche che muoiono? Al di la che vengono riprodotte dagli stessi vivai che poi li innestano...
Ciao
Mi preoccupo di comprendere le modalità della vita, della psicologia umana e di come essa viene influenzata dalla concezione del mondo. L'innesto, secondo me, cela misteri che non riguardano i fruitori di frutti. Un caro saluto.
Formazione: laurea umanistica, esperienza in sala parto suini e fecondazione artificiale
Re: UN QUESITO COMPLICATO
07/09/2021, 16:38
samideano ha scritto:
JeanGabin ha scritto:Neanche l'identità del portainnesto è finità, la sua importanza è data dalla buona radicazione della pianta stessa e dell'apporto della linfa, nonchè per molti portainnesto, come quelli delle viti, la protezione da malattie. Di cosa ti preoccupi, di piante selvatiche che muoiono? Al di la che vengono riprodotte dagli stessi vivai che poi li innestano...
Ciao
Mi preoccupo di comprendere le modalità della vita, della psicologia umana e di come essa viene influenzata dalla concezione del mondo. L'innesto, secondo me, cela misteri che non riguardano i fruitori di frutti. Un caro saluto.
Simbologia esoterica? Mi sembra che stiamo andando fuori dal nostro ambito . Scusa Samideano, ma noi siamo persone semplici.
[quote="samideano"]Vedrete, cari amici, perché è difficile dare un titolo. Giochiamo tutti con l'innesto, pratica antica. Ma se ci fate caso è cruenta, forse crudele. Insomma un essere, con la sua identità e non privo di coscienza, anche se diversa della nostra, viene mutilato e impedito di vegetare, godere del sole e della pioggia e del bene supremo della fruttificazione e della riproduzione. La sua forza vitale viene predata da un ospite, che vive della sua linfa. E qui viene il quesito (tanti veramente, ma al momento uno): quale relazione c'è fra i due DNA? Io direi: fra le due entità. La linfa giunge all'ospite con un suo codice genetico. Vorrei capire se e fino a che punto influenza quello in dotazione dell'ospite. E questo è ancora soltanto un ospite? Mi fermo qui per ora. Non so se vi ho tediato. Buona coltivazione a tutti.[/quote
Diciamo che le due pinte si fondono diventando quasi un unica entità se la pianta soffrisse magari per incompatibilità comincia a gettare polloni a mai finire per prendere il sopravvento e combattere per la sua vita, ma ti posso dire che se le due piante sono molto compatibili geneticamente non ci sarà nessun problema godranno entrambi di ottima vita come un unica entità infatti crescono sane e forti.
Se vogliamo fare filosofia diventano una unica entità, un unico individuo formato da 2 parti diverse che collaborano per rimanere in vita essendo compatibili. Volendo potremmo assimilare la cosa ad una via di mezzo tra un trapianto di rene (un organo di un animale della stessa specie sostituisce una parte malfunzionante) ed una simbiosi tra 2 specie diverse.
Non ha senso chiedersi se sia crudele: l'etichetta di "crudele" è un giudizio umano. Non sappiamo quanto e se la pianta soffre ma direi che grossi problemi non ne da' nel sul breve ne' sul lungo periodo visto il numero di piante innestate che non muoiono e anzi crescono sane e rigogliose.
Per quanto riguarda il DNA il passaggio è linfatico non genetico, i due DNA restano separati (i polloni dal portainnesto mantengono le caratteristiche della pianta "selvatica" originale)
Cari Marcello e Leorasta, i vostri interventi sono interessanti, appropriati. Amerei che rispondeste come mai il seme, che dovrebbe essere dell'innesto, viene invece marcato dalla pianta madre. Secondo voi per qual via accade ciò? Con simpatia
Caro Samideano, faccio una breve introduzione. Io ho sempre pensato a questa problematica dell'innesto come atto violento e contro natura sul porta innesto, e non ho una risposta. Gli alberi che compravo erano quasi tutti innestati, ma sono ad oggi la minoranza di quelli che ho piantato. Ormai da anni propago alberi da seme per non pormi il problema dell'innesto. Resto sempre male quando qualcuno dice, consiglia scrive o solamente pensa che, per fare un esempio, il figlio di un albicocco, per fare le albicocche, sia per forza da innestare! Detto questo, riconosco: primo, a favore dell'innesto, la comodità estrema di disporre di un albero del quale, subito, e prima che fruttifichi, si conosca la varietà; secondo, dall'altra parte, la bellezza della curiosità di poter aspettare anni e di assaggiare frutti che sono di varietà... Ecco, di nessuna varietà che abbia un nome! Però è vero che se gli innesti avessero problemi ad attecchire, a legarsi, non crescerebbero così prosperi, quindi forse si fanno meno problemi di noi!!! Ora chiedo: davvero ritieni che sia possibile che il portinnesto influenzi le caratteristiche del seme del frutto? Ho sempre pensato che ciò non fosse possibile, perché, come già ricordato nella discussione, non dovrebbe esserci passaggio di informazione genetica attraverso la linfa! Sei sicuro che non fosse una semplice influenza del particolare apparato radicale? Saluti intanto
Caro Roberto, grazie di questa tua bella lettera. Molto interessante. Vediamo se posso aggiungere qualcosa. "Io ho sempre pensato a questa problematica dell'innesto come atto violento e contro natura sul porta innesto" E aggiungo una nota di Leorasta: "Non ha senso chiedersi se sia crudele: l'etichetta di "crudele" è un giudizio umano." Crudele, è vero, è un giudizio umano. Ma noi non stiamo considerando autore dell'azione l'innesto, (questo non avrebbe senso davvero) ma l'innestatore, l'umano. Questo non significa che non dobbiamo innestare come il considerare crudele uccidere gli animali non ci impedisce di farlo o farlo fare per noi. Intanto ci diciamo come stanno le cose, come si conviene all'onestà intellettuale e modalità scientifica. Sono d'accordo con te che l'innesto sia una tecnica invasiva umana, che certamente ha risvolti scientifici, filosofici ed etici poco considerati. Non tocco l'argomento utilità in quanto è l'unico su cui c'è accordo universale. "Sei sicuro che non fosse una semplice influenza del particolare apparato radicale?" Spiegami meglio. "non dovrebbe esserci passaggio di informazione genetica attraverso la linfa!" A quanto ne so, da un seme d'arancio spunta il selvatico, cioè, per intenderci, il figlio del portainnesto. Non ti sembra che denunci qualcosa che ancora non comprendiamo sul connubio delle due "entità"? Ideiamo esperimenti che questo passaggio dimostrino o smentiscano. Io sono pronto. Con stima e simpatia