Bello quell'articolo Bepi! Un consiglio potrebbe essere anche quello di fare delle prove con poche piante all'inizio, per vedere come si comportano. Anche il melo ad esempio, se sul giusto portinnesto, ha una buona capacità di adattamento a terreni argillosi.
Orf ha scritto:Bello quell'articolo Bepi! Un consiglio potrebbe essere anche quello di fare delle prove con poche piante all'inizio, per vedere come si comportano. Anche il melo ad esempio, se sul giusto portinnesto, ha una buona capacità di adattamento a terreni argillosi.
Grazie Orf, almeno non tranciano le speranze. In fondo tutto é possibile. Ciao
Grazie Bepi. Conoscevo già quell'articolo ed avevo ormai provveduto a stamparne una copia studiandomelo ben bene! Siccome viene appunto citato solo il pero, come albero da frutto, volevo ampliare le mie conoscenze in questo campo in maniera tale da sfruttare onestamente al meglio il mio piccolo appezzamento di terreno.
Esistono altri alberi che si trovano a loro agio in questo genere di tessitura di terreno?
odisseo87 ha scritto:Le pomacee, quindi oltre al pero anche melo, nashi e cotogno. Ti sconsiglio invece le drupacee. Ti interessano solo piante da frutto o anche da legno?
Anche da legno, grazie. Mi sono fatto qualche scrupolo nel chiederlo perché pensavo di andare off-topic. Ad ogni modo mi interessa qualsiasi cosa possa essere coltivata su un terreno del genere, fosse anche la più strana!
agrimensor ha scritto:Anche da legno, grazie. Mi sono fatto qualche scrupolo nel chiederlo perché pensavo di andare off-topic. Ad ogni modo mi interessa qualsiasi cosa possa essere coltivata su un terreno del genere, fosse anche la più strana!
Tra le piante da legno il pioppo, la betulla e forse il noce dovrebbero adattarsi bene anche a terreni asfittici. Tra le orticole: pomodoro, cavolo, indivia, mais. Meno indicate le piante da tubero o radice. Sono comunque importanti anche le lavorazioni agronomiche per limitare la compattazione del terreno: ad es. l' uso di sostanza organica matura (min. 9 mesi), non fresare, ricorrere il più possibile a pacciamatura e uso di manichette per l'irrigazione, preferire il trapianto alla semina diretta.