kentarro ha scritto:
...se agiscono per ingestione sei fregato con ogni principio attivo. la cimice punge, rovina il frutto ma poi muore. i frutti però sono rovinati...
mhanrubalamotho ha scritto:
vero il tuo ragionamento fila perfettamente,non avevo pensato che i frutti dopo la succhiata sono rovinati...
Io però vi propongo una diversa logica. In fitoiatria si deve tener conto di tre fattori principali: tipologia di danno, biologia del fitofago, fenologia dell'ospite.
Ora, se prendiamo un lepidottero monovoltino (cioè che svolga una sola generazione all'anno), come la tortricide intermedia del castagno la cui larva si nutre dei frutti e che compare tra maggio e luglio, ai fini della lotta con mezzi biocidi sarebbe determinante: 1- tempistica (posizionamento dell'intervento in relazioni al picco di volo); 2- caratteristiche del prodotto (deve possibilmente avere azione ovo-larvicida in modo da eliminare le larvette prima che entrino nei frutti; contro lepidotteri antofagi e/o carpofagi sono validi insetticidi IGR, cioè che interferiscono sulla crescita delle larve, da irrorare alle prime catture in modo da ottenere una copertura nel periodo della ovideposizione e sgusciamento).
Diverso invece il caso di un insetto come la cimice in argomento che da noi sviluppa un paio di generazioni all'anno e di fatto è sempre presente e attiva per l'intera stagione, come neanide o adulto. Sia che vada su un ospite rifiorente (lampone, fragola), o specie con fioriture scalari a palchi (pomodoro) o su pianta a ciclo stagionale (pero), con le sue punture provocherà sempre danni, iniziali o aggiuntivi. Ne consegue che l'unico criterio di lotta adottabile è tenere bassi i livelli di popolazione del fitofago, perciò se si impiega un biocida la preferenza cadrà su quelli che dimostrano la migliore efficacia in termini di % di mortalità, sia con effetto 'knockdown' (% mortalità a 3 e 24 ore) sia con effetto 'residuale' che è condizione essenziale nella difesa contro questa specie che potrebbe colonizzare ripetutamente un determinato agroecosistema.
Da questo punto di vista, nelle prove effettuate in anni recenti (laboratorio, ambiente confinato, campo) la sostanza attiva citata (acetamiprid) è risultata tra le più performanti.