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cidia del susino 
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Iscritto il: 11/03/2020, 11:30
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Quest'anno i susini (Stanley, anna spath e regina claudia) sono belli carichi, e, come tutti gli anni si ripresenterà il problema della cidia, ho provato con pesticidi chimici e thuringensis, con scarsi risultati e, quando sospendo i trattamenti in prossimità della raccolta le susine mature sono per metà bacate, si salvano solo quelle non ancora mature.
Suggerimenti?


12/05/2020, 9:44
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E' questa la Cidia?
https://www.agraria.org/entomologia-agr ... susino.htm

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12/05/2020, 10:19
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e' lei la maledetta, generalmente incomincio con i trattamenti con thuringiensis in questo periodo, ma non sembrano granchè efficaci, c'è un principio attivo sistemico e larvicida che mi permetta di debellare la prima generazione? (poi in estate, quando non piove granchè, procederei con il thuringiensis)


12/05/2020, 10:59
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vabbeh, ho provveduto con un fosforganico previo sfalcio di ogni filo d'erba nel raggio di 10 metri, lancia a bassa pressione in un momento di calma di vento, le api non dovrebbero soffrirne


15/05/2020, 6:55
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Posso chiederti quale forforganico hai usato perché allo stato attuale di autorizzati contro Cydia funebrana mi risulterebbe ci sia solo il Fosmet che ha una azione citotropica e per tale motivo trova indicazione contro larve carpofaghe.
Tuttavia ne esistono altri più moderni e meno ecotossici a base di spinosine o avermectine, suggeriti dai disciplinari contro la 1^ generazione di questa cidia che è l'insetto "chiave" per il susino.
Purtroppo a livello di frutteto famigliare non ci sono alternative agli insetticidi, dacché le strategie di lotta basate sulla confusione sessuale che pure funzionano discretamente - specie se integrate - non sono applicabili, e dalle sperimentazioni condotte ancora in anni recenti gli interventi con i P.F. attualmente autorizzati portano a risultati relativamente modesti specie se confrontati con quanto si otteneva in passato (l'insetticida di riferimento contro le cidie era l'azinfos-metile, revocato da molti anni).

Ti metto uno stralcio dei risultati di una prova di lotta da dove emergono l'importanza della finestra temporale nell'applicazione delle diverse sostanze attive impiegabili e la pressione di infestazione.

Dai risultati ottenuti complessivamente nei tre anni di prova, emerge come il momento di applicazione migliore per clorantraniliprole è quello all’inizio dell’ovodeposizione (T0), per thiacloprid è sia ad inizio della nascita larvale (T1) che a schiusura consolidata delle uova (T2), mentre per emamectina benzoato è solo per quest’ultimo momento (T2). Un altro dato che emerge dalla verifica è che in annate con forte pressione della prima generazione (caratterizzate da temperature medie relativamente alte nel mese di aprile, vedi figura 12), l’assenza di interventi specifici rende difficoltoso il contenimento della popolazione nelle generazioni successive (anno 2011). Allo stesso modo, è emerso che in tali casi è insufficiente un solo intervento per controllare lo sviluppo di una singola generazione larvale di C. funebrana (anni 2010 e 2011) e che in presenza di infestazioni rilevanti anche gli intervalli di applicazione potrebbero essere accorciati (anno 2012).


15/05/2020, 11:08
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Sì, alla fine mi sono rassegnato ad usare quello, sono tre piante isolate, lontano un centinaio di metri dagli alveari, a tre metri dal confine e di là c'è il mio vicino che fa terra bruciata per diserbare la vigna ( e ho dovuto pure riprenderlo perché smettesse di irrorare anche i miei susini), per le api anche le spinosine sono tossiche e, con frequenti dilavamenti, e non conoscendo il momento esatto del volo, mi sono risolto per un citotropico.


15/05/2020, 11:56
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Mi sembra in definitiva una soluzione di buon giudizio.
Tra l'altro con tre alberi non ha neppur senso provare a monitorare i voli con le trappole a feromone, salvo non si voglia provare - come dire - a vedere in piccolo come si opera nella difesa integrata.

Sulla pericolosità delle spinosine per gli insetti non target, spinosad secondo la scala IOBC (insetto test di laboratorio è la coccinella dai 2punti) è quello che ha luce verde sia come tossicità acuta sia come persistenza sia come effetti sub-letali; vero è che è tossico per le api ma soprattutto se la superficie rimane bagnata (non dovrebbe dar problemi fuori fioritura e dato nelle ore serali).


15/05/2020, 12:49
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Scusate l'intromissione ma vedendovi molto ferrati in materia di fitofarmaci vorrei approfittare per
chiedere una delucidazione:
ma quale sarebbe esattamente la differenza tra: SISTEMICO, CITOTROPICO e TRANSLAMINARE?
Grazie.


19/05/2020, 16:31
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Sistemico = entra nella circolazione linfatica della pianta e distribuito in tutti i distretti della pianta (in particolare fogliame); può essere per via xilematica, quindi ascendente; floematica, dunque discendente; o entrambe. Alcuni prodotti sistemici vengono assorbiti per via radicale, altri possono essere iniettati nel tronco. Sono particolarmente utili ed efficaci contro insetti pungenti-succhianti. In linea teorica sono selettivi per l'entomofauna utile in quanto dopo l'adsorbimento l'insetto che semplicemente si posasse sul fogliame (es. coccinelle) non ne viene contaminato.

Citotropico = significa letteralmente che si muove dentro le cellule, ossia penetra fino a una certa profondità nel tessuto vegetale ma non viene traslocato con la linfa. Tecnicamente i citotropici sono indicati ad es. per larve come quelle della mosca olearia, o in genere quelle carpofaghe, in quanto riescono a raggiungere il bersaglio ancorché la larva sia già un poco penetrata nel frutto.

Translaminare = simile al precedente, ma si pone l'accento sul fatto che riesce ad attraversare da una faccia all'altra la foglia, capacità tecnicamente importante ad es. contro afidi o altri insetti che colonizzano il verso delle foglie ovvero che le accartocciano rimanendovi all'interno.


19/05/2020, 17:09
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Molte grazie Alessandro, spiegazione impeccabile :shock: .....è sempre un piacere leggere
i tuoi interventi, chapeau!!!... ma per curiosità da dove esce questa tua notevole conoscenza in materia?
...come minimo da un titolo di studio in agraria/agronomia ma presumo anche oltre...

Comunque, se è vero che un principio attivo citotropico (o anche translaminare) riesce a penetrare
nel tessuto vegetale, non dovrebbe di fatto anche entrare nella circolazione linfatica??...del resto tutti i
distretti della pianta vengono nutriti dalla linfa, o stò dicendo una fesseria?
Altra cosa: in definitiva sarebbe piu efficace una sostanza citotropica o translaminare?....per esempio, nel
caso degli afidi che si riparano all'interno delle foglie accartocciate a causa delle loro punture, risulta piu
efficace un principio attivo come Acetamiprid (citotropico) o l'Azadiractina (translaminare)?


21/05/2020, 0:32
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