Ciao a tutti, sono un coltivatore hobbysta di alberi da frutto, in possesso di patentino per fitofarmaci.

Vorrei approfondire il concetto di anticrittogamico sistemico al fine di curare le mie piante, dove molte manifestano annualmente muffe di vari tipi, a seconda del tipo di albero.

Vorrei comperare un anticrittogamico sistemico che vada bene per bolla del pesco, ticchiolatura e mal bianco del melo, pruni e peri.

Ho letto che esistono anticrittogamici completamente sistemici, che entrano in ogni parte della pianta, ma anche quasi-sistemici, cioè citotropici o translaminari (se ho capito bene) che si muovono solo localmente all'applicazione fatta, come ho letto, e non in tutte le parti della pianta.

Vorrei quindi capire, leggendo le etichette dei vari prodotti, quali sono completamente sistemici e quali invece sono sistemici solo localmente, cioè quasi-sistemici.

E' sufficiente vedere di che principio attivo si tratta? (dodina, tebuconazolo, penconazolo... )
Se è sufficiente questo, quali sono i principi attivi veramente sistemici?

Non so se posso chiedere un esempio commerciale, ma un metodo per leggere le etichette e capire di che tipo di sistemico si tratti, mi sarebbe molto utile.

Grazie mille.

Per avere informazione sulle caratteristiche delle molecole anticrittogamiche puoi consultare il sito della Fitogest e digitare il nome della sostanza; ci sono anche scritti modalità di azione e prodotti commerciali disponibili con relativa etichetta (indicazione delle coltura, patogeni e intervallo di sicurezza dalla raccolta etc.).
Ti informo che la dodina è disponibile ancora per un anno (l'autorizzazione scade a maggio 2024) e dei 102 prodotti commerciali usciti negli anni ne sono rimasti 12, perlopiù contrassegnati col teschio: è citotropica e ottima per la ticchiolatura (è accreditata anche di un potere stoppante) e in via preventiva anche per la bolla; per il mal bianco vanno bene fungicidi della famiglia dei triazoli (come quelli che hai nominato), ma possibilmente vanno alternati con altro allo scopo di prevenire il fenomeno della resistenza (anche semplicemente zolfo o su melo altre molecole di sintesi come strobilurine, amidoxidime etc.).

Scusa la domanda supplementare: dici di avere l'abilitazione all'impiego professionale (patentino), ma di regola per averla bisogna superare un corso e relativo esame dove si trattano tutte le caratteristiche dei prodotti fitosanitari...

Grazie mille per la risposta Alessandro, vado a vedere il sito che mi dici, ma già con la tua risposta riesco a fare piu ordine tra i concetti che ho letto qua e la.

Per quanto riguarda la tua seconda domanda: il patentino ce l'ho da 15 anni, e visto che scade ogni 5, di esami ne ho fatti 3. Forse non ci sei mai stato ad un corso per il patentino, ma in un corso così si trattano tutti gli aspetti relativi all'utilizzo, il trasporto, la conservazione dei prodotti fitosanitari, anticrittogamici, antiparassitari, diserbanti... senza entrare nel merito della composizione di detti prodotti. Il corso verte completamente sulla sicurezza, sull'abbigliamento da utilizzare (DPI), sul modo di maneggiare, mescolare, sul modo di trasportare ed anche conservare a casa (appositi armadietti) i prodotti fitosanitari, come fare smaltimento, non si parla di principi attivi. Si lavora anche sul concetto di periodo di carenza. Non si parla della differenza tra Ziram e Dodina. Sul web puoi trovare i contenuti di tale corso.

Se i corsi per il patentino sono strutturati come dici allora direi che sono alquanto manchevoli.
Io mi sono occupato a livello divulgativo per gli Istituti agrari e in corsi per gruppi di appassionati di orto-frutticoltura della normativa e delle caratteristiche tecniche degli agrofarmaci, e il tema non può essere liquidato con quattro nozioni sui DPI e dintorni; per inciso i questionari che girano come preparazione all'esame vertono anche su tutto ciò che è importante sapere sui prodotti fitosanitari (MoA, selettività, formulazione, sistemicità, etichettatura, SDS etc. > http://difesafitosanitaria.ersa.fvg.it/ ... v.2019.pdf" target="_blank)

La più grossa mancanza/confusione di quell'argomento è aver voluto assoggettare alle stesse regole "Professionisti ed Hobbisti". Interessi e problematiche in molti casi divergono in modo sensibile.

Non mi è chiaro cosa intendi sottolineare, nel senso che non mi pare che le regole sull'impiego dei prodotti fitosanitari siano le stesse per le due categorie. Attualmente gli hobbisti a seguito del Decreto Salute 30/12/2022 non hanno la possibilità di acquistare prodotti di sintesi, nemmeno quelli che fino a poco tempo fa era siglati PFnPE ancorché - ho verificato di persona - in rete, su certi siti compreso quello più noto, sono offerti e se si clicca vanno sul carrello.
Chi decide di prendere il patentino, anche se non è esattamente un imprenditore agricolo o un giardiniere o un operatore del verde, può acquistare prodotti c.d. a uso professionale ma è tenuto agli obblighi previsti dalla norme in essere (registro dei trattamenti etc.), e questo mi pare logico.

Nel senso che fare delle intere lezioni sull'uso e manutenzione delle botti e relativi ugelli credo proprio che sia superfluo per un hobbista che al max usa una pompa a spalla. Ripeto per come la vedo io avrei distinto i corsi tra professionisti ed hobbisti al netto di quella che è la normativa a cui fare riferimento.

Comprendo il tuo punto di vista tuttavia non convengo.
Tutta la questione dei prodotti fitosanitari e relativo impiego discende da Direttive europee recepite a livello nazionale con il PAN e relativo corollario di integrazioni/modificazioni, dunque non vedo come sia - o fosse stato - possibile svincolarsi e procedere indipendentemente su due binari.
C'è stata poi la Legge del 19/12/2019 per l'impiego transitorio degli agrofarmaci per uso non professionale, che tuttavia adesso è scaduta; nel corso del 2023 sono previste nuove disposizioni, vedremo, ma credo che non si torni indietro sulle scelte di fondo, ossia riservare l'uso dei prodotti di sintesi (sempre di meno) solo per usi professionali o assimilabili per indirizzare le scelte su metodi e prodotti maggiormente ecocompatibili.
Chi possiede un orto-frutteto a livello famigliare non ha una stretta necessità di usare dodina o difenoconazolo o deltametrina perché non ha da salvaguardare nessun reddito, ma ha ancora opzioni accettabili (in pratica quasi come facesse del bio). Personalmente potrei ottenere il patentino senza corso, ma a che mi serve se non a complicarmi la vita con tenuta di registri e armadi e smaltimenti e quant'altro, visto che ho semplicemente un giardino e poche piante da frutto.
Per chi volesse avere informazioni di cosa c'è attualmente di disponibile può aprire da questo link >
https://www.fitosanitario.pr.it/fito2/n ... essionale/" target="_blank