In effetti parlare di "cultura equestre" in Italia, è come parlare del sesso degli angeli! Intendo cultura equestre diffusa. Intendo conoscenza del cavallo, delle razze, delle attitudini di ciascuno, dei vari tipi di monta, della storia che li ha originati ecc.

Insomma, l'Italia è un paese, tranne alcune, poche, eccezioni, in cui le ultime generazioni hanno le prime abbandonato il cavallo a favore del motore con lo stesso spirito di lasciava la vecchia casa cadente senza il bagno per la nuova con i servizi e con la mitica "sala" per gli ospiti, sempre chiusa ma che faceva fino avere! E le ultime generazioni ne hanno ignorato l'esistenza: il cavallo per l'italiano medio è quello dei film o il purosangue (senza sapere poi cosa significa).

Le domande, stucchevoli, più ricorrenti che mi sent fare sono: "ma gli dai gli zuccherini?", "ma è un purosangue?" e altre simili banalità.

In Italia non c'è una cultura equestre intesa come una conoscenza, una consuetudine diffusa! E allora la gente compra il cavallo affidandosi a vari commercianti che ragionano come avete detto voi, vendono un cavallo che il compratore non è in grado di gestire e dopo un pò il cavallo è "cattivo", oppure viene dimenticato in un recinto...

Personalmente quando mi chiedono un cavallo (un mio puledro o un consiglio per un altro cavallo) mi informo cosa sanno del cavallo. E tante volte mi sono trovato a sconsigliare l'acquisto e di rivolgersi ad un centro serio dove iniziare, dove imparare ad andare a cavallo, per valutare bene se il cavallo piace veramente o è un'infatuazione e per capire, gradualmente andando a cavallo e provando, che tipo di cavallo e di monta veramente piace per poi infine cercare un cavallo in linea con le proprie aspettative evitando così soldi spese male, delusioni, rischi di farsi male.

Io non ho mai comprato un cavallo dal commerciante, non mi ispirano fiducia. Mi sono sempre rivolto agli allevatori e devo dire che non mi trovo pentito.
La mia prima cavalla, una catria, era una grande cavalla ed io credevo di essere "imparato" (come tanti dopo due mesi che vanno in un maneggio), e così ho iniziato a scorrazzare per i prati intorno casa gestendo male il cavallo, e lei ha iniziato a prendermi la mano facendomi correre un paio di rischi veramente seri. Come tanti mi trovavo davanti al bivio: cavalla cattiva, la vendo e ne compto un'altro, oppure smetto, oppure provo a capire cosa non va. Ho avuto il buon senso di portarla in un centro per riprenderla in mano, ho incontrato persone competenti, ci ho messo del mio, ho capito che ero da "rieducare" io, ed ho cercato di capire di imparare, di migliorare, ho letto una quantità industriale di libri, articoli sull'addestramento, video di addestratori, e trovavo e trovo interessatissimo assistere a quelle fasi di doma ed addestramento all'apparenza noiose (ma solo se si perdono i dettagli, e da li che impari) perchè per capire come relazionarti con un cavallo devi "entrare" nella sfera dell'addestramento, per capire.

Oggi non mi sento un ""uomo di cavalli" che è una definizione che pochi meritano, mi sento però di conoscere in minima parte quel mondo, ma soprattutto di avere ancora un intero pianeta da scoprire, e semtto che sono andato un pelo lungo.

Scusatemi