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resterà qualche razza italiana al 100 % ??!!! 
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Sez. Cavalli
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Mario ha scritto:
Senza polemizzare con nessuno l'attuale Avelignese sembra proprio un arabo e siccome non siamo ciechi bisogna dirlo, presso il centro ippico che frequento abbiamo un avelignese di nome Zorro di circa 30 anni che aveva già 25% di sangue arabo da parte del nonno paterno, un splendido arabo sauro, ma sembra ancora un cavallo di montagna ... e tutto il resto. Quelli di oggi solo a guardare il profilo della testa e le narici avranno si 1% di sangue, ma del vecchio cavallo montanare il resto è proprio il figlio del vento e del deserto, ma avete visto il piede? il movimento? la conformazione complessiva? ... comunque sono più indicati agli scopi attuali e si ritorna al nodo di partenza, quanto è lecito incrociare, perché e come ... saluti Mario


Condivido ampiamente il giudizio sull'Avelignese, ragazzi ormai è altra cosa dall'Avelignese di pochi anni fa. Personalmente reputo anche difficile ottenere certi risultati senza immissione di altro sangue (sulla cui italianità dubiterei alquanto). Ma non voglio polemizzare. Dico solo che l'Avelignese di oggi è un'altra cosa, ad alcuni piace così ad altri no! Tutto qua.

Ma non è solo l'avelignese, più sopra qualcuno parlava del Maremmano come di una razza pura: ragazzi, in verità il maremmano ha sempre avuto innesti di sangue straniero, DA QUALCHE SECOLO! Parlare di italianità perduta per l'immissione di un pò di sangue PSI è quanto meno inesatto. Il maremmano HA sangue PSI, e ce l'ha da molto prima che noi nascessimo! Il vecchio maremmano, di cui oggi decantiamo la rusticità, oggi non avrebbe mercato, non lo comprerebbe nessuno o quasi, e quei "quasi" sono troppo pochi perchè qualcuno si sobbarchi l'onere di allevarlo per loro. Il vecchio maremmano aveva testa grossa ed esageratamente montonina, groppa spiovente e leggera, petto stretto, pastorali corti, andature rilevate, carattere ombroso e imprevedibile (legato anche alle tecniche di doma di allora). Il maremmano di oggi è insanguato con PSI, e forse non solo. Forse non sarà altrettanto rustico, pur essendo molto rustico, ma forse oggi neanche servono cavalli così rustici come potevano servire in quelle paludi maremmane nel 700 / 800.

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18/09/2009, 9:18
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Sez. Polli
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Concordo con quanto detto da Mario.
La selezione seppur con le più soffisticate tecniche non è in gradoin così poco tempo di cambiare morfologicamente in modo così deciso un animale . Considerate che era un cavallo meso- brachimorfo.
Le favole qui almeno non raccontiamocele :x :x :x

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Dobbiamo avere più coraggio di guardare la realtà, così ci farà meno paura. Alessio Z.

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18/09/2009, 13:28
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Sez. Asini
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Carissimi Amici
cerco di ampliare l'orizzonte di questa discussione, che vedo sta appassionando tutti, anche a se corro il rischio di uscire un po fuori tema.
1) Il problema dei miglioramenti, meticciamenti, incroci e della territorialità delle razze deve essere osservato nell'ottica della biodiversità oltre che in quella importantissima del mercato.
Il grande rischio che la zootecnia attuale sta facendo correre all'umanità è quello dell'impoverimento della biodiversità, visto che in un mondo globalizzato come quello odierno dove tra facilità di trasporto da un capo all'altro del pianeta e tecniche di fecondazione praticare una disastrosa politica di incrocio di sostituzione è un rischio facilmente verifecabile. Tutto ciò è pericoloso anche al netto degli imbrogli.
Trasformare profonadamente una razza espone al rischio di snaturarla e più si va avanti con la trasformazione e più è difficile tornare indietro e più la si rende "uguale" ai propri "miglioratori" annullando le diversità.

2) E' sicuramente più lento un processo di miglioramento entro razza ma, almenocchè non si voglia ottenere partendo da una popolazione brachimorfa dei soggetti dolicomorfi, si possono avere risultati ottimi. Un esempio di miglioramento entro razza è sicuramente quello del Murgese (gianni non ho resistito dovevo tirarlo in ballo :mrgreen: :D :lol: ;) ) che in un 20ennio è passato da cavallo da attacchi e da carne ad ottimo cavallo da sella http://www.cavallodellemurge.it/Intervi ... astore.htm" target="_blank http://www.youtube.com/watch?v=wrxTIhIU ... re=related" target="_blank
tanto che Macina con in sella Roberta Inama ha vinto pochi mesi fa ben 2 medaglie d'oro ed una di bronzo agli ultimi mondiali di Monta da Lavoro in Germania e Max con in sella Alessandro Tameni primo nella gara di Alta Scuola all'ultima FieraCavalli nel padiglione spagnolo , senza contare i tanti Murgesi impegnati nel salto ostacoli nelle categorie regionali (bravi i cavalieri e gli addestratori ma senza un buon cavallo...). L'immissione di sangue estraneo è avvenuta prima del 1925 anno in cui sono stati iscritti i primi soggetti al R.A. scegliendoli in una popolazione abbastanza omogenea e perfettamente adattata al territorio aspro e selettivo. Le uniche tre immissioni di sangue sono avvenute in completa trasparenza negli anni 50 ad opera di uno stallone maremmano laziale, un lipizzano ed un Pugliese del Tavoliere (cugino del Murgese) oggi solo di quest'ultimo sono noti discendeti attualmente in razza solo in linea femminile, anche negli anni '90 fu fatto un tentativo morto sul nascere con uno stallone PSO ed uno PSA che hanno prodotto solo 5 fattrici iscrivibili.

3) Un esempio negativo di "miglioramento" con altre razze fu alla base del decadimento del cavallo Persano che avvenne quando furono inseriti in razza stalloni Mecklenburg per modificarne le attitudini, poi ci penso il ministro dell'agricoltura del neonato Regno d'Italia, Ricotti, a dare a questa razza il colpo di grazia decretandone lo scioglimento.

4) Però bisogna anche considerare che a fronte di razze il cui indirizzo allevatoriale è orientato verso la purezza (Murgese, PSI, PRE, PSA, ma anche razze da tiro e da carne) ci sono altre, sia in passato, che ai giorni nostri dichiaratamente "aperte" ad incroci e meticciamenti basti pensare al SI ed agli altri saltatori ai giorni nostri ed al Pugliese del Tavoliere (estinto) che veniva prodotto con fattrici locali e abitualmente con stalloni Salernitani, Maremmani Laziali e nell'ultimo periodo con stalloni AngloNormanni non N1(PSIxNormanno), ma anche al Persano borbonico.

Con questo mi ricollego con quanto diceva paolo: è solo un fatto di scelte oggi come oggi, quindi o si sceglie di allevare una razza in purezza selezionandola entro razza (murgese ha ragione dicendo che bisognerebbe utilizzare tecniche moderne, anche se io rimango un inguaribile tradizionalista) o dei meticci di grande valore sia ippologico che sportivo. Quindi se cerco un maremmano cerco un maremmano e non un mezzo sangue inglese con apporto di sangue di saltatore belga, se invece cerco un bravissimo saltatore di cui non mi interessa l'origine e la storia dovrò orientare la mia scelta verso un SI, o altri incroci "specializzati".
Il problema non è di qualità, che oggi è abbastanza alta in tutte le razze oggetto di selzione, ma di valore estrinseco (capacità sportive...) o intrinseco (sotria, origini, territorio...) che vi assicuro si traducono entrambi in un valore economico e dato che spesso chi acquaita un cavallo non acquista l'animale in se ma sopratutto il sogno che può vivere possedendolo.... e qui mi fermo.
A rileggerci
Ciao

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Giuseppe Acella


18/09/2009, 13:35
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www.rivistadiagraria.org/riviste/vedi.p ... brica=2006


18/09/2009, 14:22
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Sez. Cavalli
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Vedo con piacere che si torna a parlare di cavalli e non di nazionalità degli equini.
In materia di cavalli è vero tutto, e anche il suo contrario, almeno per i discorsi che immancabilmente si sviluppano intorno al tema.

Personalmente trovo pieno di buon senso lo scritto di Asineria. In Italia vengono allevati cavalli in diverse zone, spesso senza un criterio alcuno.

Ora, a prescindere dalla nazionalità degli incroci eventuali, credo che ogni zona in cui si allevano cavalli dovrebbe cercare di caratterizzare i propri prodotti in maniera "originale", nel senso che, giustamente, una razza dovrebbe essere diversa dall'altra.

Questo significa che gli allevatori di una certa area dovrebbero individuare il punto di arrivo desiderato (parlo essenzialmente per le situazioni, parecchie, in cui ci sono "popolazioni" più che razze, con caratteri non ancora ben definiti in virtù di criteri allevatoriali dissennati del passato), fatto questo dovrebbero decidere le modalità per arrivarci. Queste modalità, inevitabilmente, comporteranno la necessità di incroci con razze nazionali o estere, purchè siano idonee allo scopo, cioè si dimostrino tali, e per saperlo forse bisogna provare! Con il rischio anche di fare sbagli!

Poi bisogna fissare i caratteri ottenuti. Se questo riesce, e quando riesce, allora si è fatto un buon lavoro.

Non credo sia cosa fattibile in pochi anni, e nel frattempo bisogna fare i conti con la necessità degli allevatori di ritornare degli investimenti fatti.

Non è semplice e non è cosa che si possa gestire col solo cuore, ci vuole la ragione e, soprattutto, cosa rara, una grande coesione tra gli allevatori di una determinata zona!

E poi, qualunque sia il risultato ottenuto, ci sarà chi avrà da ridire e chi invece apprezzerà lo sforzo fatto.

Così per il Maremmano, per l'Avelignese, e per tutte le altre razze.

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18/09/2009, 15:26
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Il cavallo senza Nazione non esiste, voglio parlare da consumatore/acquirente, la normativa Stalloni è presente e ben normata riguardando anche le razze locali, tutto ciò al di fuori delle norme è illegale che ci piaccia o meno, la filosofia e tecnicismi etimologici non possono e non servono ad aggirare le norme........
Un Derivato Americano(vedasi documentazione Ersa Molise cavallo del Pentro) non poteva rientrare tra le razze locali...., questo è il punto ecc.... ecc.... .
L'uso di stalloni non locali ecc ecc, per me è un imbroglio che non premia, io non posso vendere un lt di montepulciano per brunello ??!! è una frode o no??? che cambia?????


18/09/2009, 15:58
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E il cavallo Delta??????

Mi vengono i brividi ogni volta che ci penso.

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18/09/2009, 16:05
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18/09/2009, 16:29
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paolo ha scritto:
Il cavallo senza Nazione non esiste, voglio parlare da consumatore/acquirente, la normativa Stalloni è presente e ben normata riguardando anche le razze locali, tutto ciò al di fuori delle norme è illegale che ci piaccia o meno, la filosofia e tecnicismi etimologici non possono e non servono ad aggirare le norme........
Un Derivato Americano(vedasi documentazione Ersa Molise cavallo del Pentro) non poteva rientrare tra le razze locali...., questo è il punto ecc.... ecc.... .
L'uso di stalloni non locali ecc ecc, per me è un imbroglio che non premia, io non posso vendere un lt di montepulciano per brunello ??!! è una frode o no??? che cambia?????


Paolo, perdonami,

lungi da me il voler polemizzare. D'altra parte il bello del cavallo è proprio questa possibilità di confrontarsi nel reciproco rispetto delle diversità.

Però per quel che sapevo io, non esiste il cavallo senza piede! ;) :D ;) :D

Forse me l'hai già detto e io magari non lo ricordo, ma tu, che cavallo hai?

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18/09/2009, 16:50
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Sul Delta mi vengono i brividi anche a me, ho difficoltà a capire queste operazioni "illuminate", per il resto rimango della mia idea, che sintetizzo brevemente: se parliamo di una razza e della sua selezione si deve lavorare prevalentemente o possibilmente, secondo i numeri, all'interno e non attraverso un susseguirsi di incroci che ne trasformano completamente il patrimonio genetico e di conseguenza tutto; se invece parliamo di attitudini, servizio, si può anche procedere con incroci di diversa tipologia, quello che sta accadendo adesso con la Frisona e da sempre con il Maremmano ma bisogna dirlo, ed essere chiari che ognuno sappia cosa compra, cosa alleva, con cosa lavora ... saluti, Mario


18/09/2009, 19:11
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