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Recupero del Cavall Pugliese del Tavoliere
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Giuseppe ciao, come sai anch’io, ero alla ricerca di soggetti di tale razza, ne abbiamo parlato, ma la mia ricerca era ed è volta a trovare qualcosa di vivo o qualche erede, purtroppo non ho avuto modo e tempo di consultare la vecchia stazione da monta di Lanciano.
Per il recupero sono in linea con Innaig, non vedrei l'utilità economica, anche perché è una ricostruzione, voler ricreare un animale del passato per dire avevamo anche questo e l'abbiamo perso per errori, non è gratificante. Giuseppe tutto è fattibile al di la del fattore denaro pubblico da investire, ogni progetto deve avere una valenza economica che chiami in causa varie persone e susciti il giusto interesse di mercato. Prendiamolo a studio e non commettiamo errori per le ns razze (alcune con poche fattrici altre con immissioni di sangue di razze ignote ecc ecc.) Le razze autoctone sono e devono essere legate al posto e alla cultura dei luoghi, vanno valorizzate ed esportate per quello che sono e per quello che hanno dato nei paesi d'origine, l'estinzione è un ciclo, sbagliato ma è un ciclo. Evitiamo ove possibile l'erosione e la perdita di quello che abbiamo e non accettiamo furbi che vogliono migliorare perché hanno uno stallone "migliore" in stalla, anche qui la storia non ha insegnato i Savoia e il duce imponevano i miglioramenti con razze imposte da loro, fare questo significa tornare sotto dittatura dei soliti arroganti.
Ps se fai qualcosa sicuro parto e vengo a vederlo, so anche dove mangiare.
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04/03/2010, 11:41 |
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asineria
Sez. Asini
Iscritto il: 09/08/2008, 21:39 Messaggi: 813 Località: Stornarella (Fg)
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ciao credo che sia doveroso fare un paio di riflessioni che potrebbero spiegare un po meglio le motivazioni di questo EVENTUALE recupero o ricostruzione. - È possibile, come ho scritto nell'articolo, recuperare questa razza essenzialmente perchè si è estinta da pochissimi decenni e perchè abbiamo a disposizione notizie certe su come fu costituita e dei discendenti di uno stallone proveniente da questa razza. - Inizalmente il costo di questo progetto sarebbe esiguo visto che consisterebbe solo nell'iscrizione nel R.A. del Cavallo Pugliese dei discendenti dello stallone Tarquinio il Superbo giunti fino a noi grazie al fatto che questo stallone fu impiegato nel miglioramento del cavallo Murgese (unico stallone esterno immesso nella razza murgese di cui oggi esistono discendenti... mica un ronzino). - Credo che sia abbastanza chiaro che questa razza non aveva antiche origini era frutto di un'antica tradizione allevatoriale grazie alla quale i soggetti così prodotti risultavano di ottima qualità tanto che erano tra i preferiti per la rimonta dei carabinieri, e dagli utilizzatori di tutte le regioni circostanti. Alcuni soggetti frutto di alleggerimento con razze sportive furono iscritti all'enci che iniziava negli anni 50/60 la selezione del S.I. - L'opportunità di questo recupero la sto portando avanti solo perchè è possibile farla in piena trasparenza, cioè, non è che andiamo a ricreare con incroci di ritorno acrobatici o strane alchimie una razza estinta e famosa per la sua purezza o per le sue antiche origi, ma ricominciamo il lavoro da dove si era interrotto sulla stessa base e seguendo le stesse logiche che avevano portato alla "costruzione" di un cavallo frutto di incroci e meticciamenti finalizzati ad ottenere dei soggetti con determinate caratteristiche.
Tutto ciò è possibile solo perchè fu dettagliatamente descritto dal Col. D'Alessandro allora direttore del Deposito Stalloni di Foggia che era asservito ai territori che andavano dal Capo di Leuca alla provincia di Teramo. Non solo io sono del parere che cavalli prodotti secondo quanto ho scritto avrebbero un valore di mercato tutt'altro che trascurabile e proprio per questo auspico un sostegno pubblico non per mantenere i soggetti in selezione ma per impedire che i migliori vengano dispersi perchè venduti (anche se a prezzi considerevoli), almeno nelle fasi iniziali cioè nelle prime tre generazioni, una volta portata a termine la fase di meticciamento e di fissazione dei caratteri dovrebbe finire il sostegno e far fare al mercato. Lo start up di un'operazione del genere va obbligatoriamente sostenuto per evitare che la stessa fallisca prima di iniziare. Comunque non è che tutto quello che si fa per arricchire il territorio deve obbligatoriamente avere una ricaduta economica diretta ed immediata sullo stesso, innanzitutto perchè parliamo di cavalli e non di conigli e per ottenere già solo la prima generazione bisogna aspetta praticamente un anno e per valutarne la qualità 3; e poi perchè un'azione di questo genere arricchisce il territorio e gli allevatori di un valore intrinseco legato all'esperienza che gli operatori si troverebbero a fare ed al prestigio che ne deriverebbe. Non è che il territorio, la cultura, la stroria, le tradizioni devono essere trattate come delle meretrici alla quali si da solo per riceve. Non è che pianto dei bei fiori nel giardino di casa perchè quei fiori mi portano un utile immediato ma perchè arricchiscono e valorizzano la mia abitazione e anche perchè mi piacciono e mi fa piacere che qualcuno li venga a guardare poi se divento famoso per la bellezza dei miei fiori forse costruisco una serra ed inizio a venderli ma non parto con l'idea di fare business altrimenti, tornando ai cavalli, tanto vale che ci mettiamo tutti ad allevate quarter, frisoni, arabi e holsteiner alla faccia dei bei discorsi sulle razze italiane e sulla nostra lunga tradizione e della biodiversità, si perchè c'entra anche la biodiversità in un progetto di questo tipo. Come ho già scritto nella relazione, costituire un nucleo di cavalli derivati murgese-maremmano in cui vengono esaltate alcune delle più tradizionali caratteristiche di entrambe le razze che, stana coincidenza sono comuni forse perchè sono quelle che contraddistinguono il tipo del cavallo italiano, metterebbe a disposizione degli allevatori delle due razze di partenza un serbatoio genetico ITALIANO per eventuali necessità di rinsanguamento che in tutte le razze prima o poi si presentano (rinsanguamento per alleggerire la consanguineità no miglioramenti) senza dover ricorrrere come al solito a razze straniere. Certo i cavalli maremmani di oggi non sono gli stessi che furono utilizzati alla fine dell'800 per costituire la razza del tavoliere ne tanto meno lo sono i salernitani (che come ho scritto nell'articolo tranne se si rinvenisse qualche soggetto molto puro non dovrebbero essere utilizzati per questo progetto), il cavallo del tavoliere prodotto nei modi che ho pensato forse sarebbe leggermente diverso da quello che si è estinto negli anni '70 perchè più moderno e più attuale verosimilmente come sarebbe oggi se non si fosse estinto. Spero di non aver annoiato nessuno e spero che su questa base si accenda un accanito dibattito. A rileggerci ciao
_________________ Giuseppe Acella
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04/03/2010, 22:17 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Giuseppe ciao, sarebbe carino leggere il dott. Fraddosio al merito, e sapere come procede anche la sua ricostruzione.
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05/03/2010, 10:43 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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http://www.cavallodellemurge.it/Cavalli%203.htmAggiungo un lik per una visione più ampia. Giuseppe se non lo ritieni attinente lo tolgo.
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05/03/2010, 13:50 |
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asineria
Sez. Asini
Iscritto il: 09/08/2008, 21:39 Messaggi: 813 Località: Stornarella (Fg)
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ciao paolo è attinentissimo dato che da l'idea di come Tarquinio il Superbo abbia influito nella selezione del Murgese. A dicembre la rivista "il mio cavallo" ha pubblicato un'annuario delle razze nel quale erano raccolti i sevizi che la rivista ha realizzato sulle varie razze fra le quali il murgese l'autore del servizio a differenza di tutti noi che ci occupiamo del cavallo murgese ha riportato 4 linee di sangue anzichè solo le 3 che oggi continuano in linea maschile diretta. La quarta farebbe riferimento proprio a Tarquinio il Superbo. In pratica se ne può desumere che sono giunti fino a noi attraverso la selezione solo i discendenti di Nerone, Granduca, Araldo e Tarquinio. A rileggerci ciao
_________________ Giuseppe Acella
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05/03/2010, 19:29 |
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asineria
Sez. Asini
Iscritto il: 09/08/2008, 21:39 Messaggi: 813 Località: Stornarella (Fg)
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ciao secondo voi il recupero del Cavallo Pugliese del Tavoliere su una base Murgese/Maremmana dovrebbe svolgersi secondo la sequenza di accoppiamenti F1, F2, F3...... o F1, R1, R2.... ? Quale è la più corretta secondo voi tenendo presente che uno dei caratteri essenziali da tramandare è l'assenza di balzane e di macchie bianche sul muso e che tutti gli F1 sarebbero figli di Stallone Maremmano e Fattrice Murgese essenzialmente per motivi economici e genealogici. Bisognerà secondo voi prevedere un reincrocio con stalloni Murgesi per rafforzare le caratteristiche del mantello? Spero di avervi stuzzicato abbastanza. A rileggerci ciao
_________________ Giuseppe Acella
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19/03/2010, 1:11 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Giuseppe ciao, entro al volo, credo che qualche utente MOLTO preparato sul forum potrà aiutarti, buon lavoro.
L'anam mette online i mantelli stalloni maremmani e dei figli.
Saluti
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19/03/2010, 22:39 |
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GMF
Iscritto il: 15/09/2008, 14:04 Messaggi: 573
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Gentile Signor Acella, nel 1974 fu impiegato, nella stazione di monta di Motta Montecorvino, uno stallone "pugliese" sauro di nome Emiro, figlio del "calabrese" baio Isoverde (da Bargello, "salernitano" morello, e Gelsomina) e della "pugliese" Ada.
Chissà che, in quella zona, non sia rimasta qualche traccia genetica di tale interessante riproduttore.
Forse, lei può sincerarsene chiedendo informazioni a vecchi allevatori ancora in attività.
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20/03/2010, 17:39 |
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asineria
Sez. Asini
Iscritto il: 09/08/2008, 21:39 Messaggi: 813 Località: Stornarella (Fg)
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Gentile Gmf purtroppo ho potuto constatere che di tracce genetiche e anche di semplici ricordi del Cavallo Pugliese in capitana non è rimasto niente. Solo persone ultra 60enni ricordano i cavalli del tavoliere, ogni tanto spunta qualcuno che sostiene di sapere dell'esistenza di un vecchissimo cavallo pugliese da qualche parte tra il sub appaennino ed il gargano un qualche inprecisata quanto improbabile masseria. So solo di un cavallo a Deliceto che tutti sostengono che sia discendente della razza dauna, io non sono ancora riuscito a vederlo ma me lo descrivono sauro con balzane e questo è sicuramente un indizio che vanifica ogni speranza visto che lo standard descritto da D'Alessandro è tutt'altro. Comunque mi è stato riferito da un mio amico di Deiliceto molto addentrato nella viva quanto disordinata realtà equestre del subappennino dauno che più di un appassionato ha portato la propria cavalla da questo vecchissimo stallone ma senza esito perchè forse data l'età risulterebbe essere sterile. D'altro canto come ho appreso dai suoi scritti molti stalloni Murgesi hanno operato in provincia di Foggia ed in particolare nel subappennino ma ho verificato di persona che non vi è rimasta traccia. Mio padre mi racconta spesso del fatto che lui e mio nonno negli anni '60 portavano la loro cavalla "nostrana" presso la stazione di monta di Ascoli Satriano dove operavano un asino, un cavallo brachimorfo (credo norico a giudicare dalla descrizione) ed uno stallone Pugliese, la stazione di monta era sempre munita di un asino e di uno stallone del Tavoliere. Ho condotto ricerche anche in quella zona senza alcun esito. Anche se si rintracciasse qualche soggetto il cui prorpietario giura e spergiura essere Pugliese in assenza di documenti certi io ne escluderei a priori l'impiego almenochè non si trattasse di una femmina perfettamente rispondente allo standard, ma sempre come una prova. Secondo me la via dell'incrocio Murgese (discendti di Tarquinio il Superbo) e Maremmano (linee di sangue Otello ed Ussero rispondenti allo standard descritto dal D'Alessandro rimane la più trasparente e facile da perseguire, anche perchè fin dalle prime generazioni si otterrebbero prodotti validi anche sotto il profilo commerciale, forse anche troppo validi, tanto che proprio il loro valore economico potrebbe essere causa di dispersione. La fantasia di possedere un Maremmano-Murgese di genealogia ricercata ed iscritto al R.A. di una razza estinta e quindi un soggetto raro può solleticare il desiderio di non pochi ippofili. Ho trovato sul sito dell'anam questa descrizione dello stallone così come lo intendevano i vecchi allevatori: "Lo stallone deve essere........ (omissis) grande di statura, quadrato, morello o baio senza degradazione di segni e di balzane, deve avere una bella superba crinatura, aspetto maschio, occhi grandi e rilucenti, ampio petto e ampia groppa, membranute forme, ben nodato, stinco breve, tendine staccato, formidabili garretti, non diritti né bassi e giunte corte. A questo scelto e bello esterno devono andare unite le buone qualità interne: dovrà quindi essere sano, schietto, allegro, generoso, pieno di fuoco e di elasticità, mangiatore e ben educato" Tale descrizione si confa tanto al vecchio maremmano, ed in razza si tromano ancora valenti stalloni che soddisfano questa descrizione, quanto ai cavalli di Puglia sia della Murgia che del Tavoliere. A rileggerci ciao
_________________ Giuseppe Acella
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22/03/2010, 13:27 |
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GMF
Iscritto il: 15/09/2008, 14:04 Messaggi: 573
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Gentile Signor Acella, data l'importanza di questo argomento, sarò ben lieto di comunicare con lei in privato.
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22/03/2010, 21:36 |
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