Egregio Gmf quanto scrive è veramente pregevole e di ciò la ringrazio
ma per poter trasmettere un'idea chiara ed organica, di quanto noi conoscitori del settore stiamo apprezzando, anche a chi volesse apprendere dalla nostra discussione, credo che sia opportuno che lei si cimentasse in un intervento riassuntivo degli aspetti storici delle razze murgese/pugliese e persano/salernitano e dei contatti che hanno avuto, soprattutto di quest'ultima visto che della popolazione pugliese abbiamo già diffusamente scritto.
La mia curiosità in particolare è rivolta verso la situazione attuale del persano/salernitano o di quel che ne rimane.
a rileggerci
Giuseppe

Gentilissimo GMF, SCANDALO!, TRATTASI DI SCANDALO!!!
ho visto sul sito dell'ANAMF che Selim(stallone Grigio) da Dardesco e Lola(Grigia) riportato come figlio di Baldo.
AIUTO! quale è la verità?
e se la verità è quella che conosco io come si può fare per far si che vi si ponga rimedio.
a rileggerci
Giuseppe

Gentile Giuseppe Acella, non è piacevole per lo storico approfondire la ricerca delle cause della decadenza del cavallo napolitano attraverso l'analisi delle vicende di alcune delle razze e popolazioni cavalline che ne avevano ereditato, in varia misura, i caratteri. Alludo in modo particolare alla Persano-salernitana, che, dopo decenni di confusi e talora contraddittori indirizzi di selezione, appare oggi pressoché distrutta quanto agli originari suoi connotati morfologici e funzionali. Prova ne siano le difficoltà incontrate da quei pochi, valorosi appassionati che vanno impegnandosi in encomiabili tentativi di ricostituzione di un patrimonio cavallino per troppo tempo trascurato, fino all'impoverimento ed alla dispersione.

La "questione ippica" dell'ultimo quarto del XIX secolo generò soltanto una lunga serie di polemiche, tanto accese quanto sterili, tra fautori dell'impiego di riproduttori orientali e sostenitori del ricorso a stalloni inglesi per il "miglioramento" delle razze italiane (nel frattempo finite nel più deprecabile abbandono) ed ebbe come unica conseguenza pratica l'avvio di costose importazioni di cavalli dal Medio Oriente e dalle Isole Britanniche.

Mi dispiace del suo disappunto per l'attribuzione della paternità di Selim allo stallone Baldo. Provi a chiedere spiegazioni direttamente all'ANAMF.

Mi spiace vedere spegnersi lentamente anche questa discussione - come quella sulla razza "podolica", nella sezione Bovini di questo forum - per assenza di altri interventi.

Ciao GMF
non credo che questa discussione si sia spenta definitivamente.
credo che sia solo un periodo di fiacca.
Comunque per tutti gli appassionati dell'asino di martina franca e del cavallo murgese Gli appuntamenti di questo fine settimana a Noci (Ba) e dell'ultimo fine settimana di questo mese a Martina Franca (Ta) siano inperdibili.
Gmf lei visiterà queste due manifestazioni se si e le fa piacere non mi dispiacerebbe offrirle un caffè e scambiare due chiacchiere dal vivo in presenza dei cavalli e degli asini che costituiscono la nostra passione.
Secondo lei quale valore, da un punto di vista storico culturale, può avere il recupero dell'allevamento del mulo martinese o pugliese (Asino MF e Cavalla Murgese)?
Chiedo in oltre ai tecnici come Mario secondo voi avviare una cavalla fin dal primo parto alla produzione mulattiera può avere controindicazioni scientificamente dimostrate?
A rileggerci.

Gentile Giuseppe Acella, da anni non frequento le mostre di Noci e di Martina: non ne avverto la necessità giacché ritengo più che soddisfacenti i risultati di selezione genealogica e morfologica ottenuti in alcuni allevamenti delle Murge, da me attentamente seguiti nell'ultimo decennio. Spero che lei possa convenire con me, dopo le sue visite a Noci ed a Martina, sulla buona qualità delle produzioni cavalline murgesi di questi anni, dovuta ad una ben precisa impostazione, da me e da alcuni miei collaboratori promossa fin dal 1995.

Considero favorevolmente una moderata ripresa della produzione di muli martinesi.

Un recupero oculato del mulo martinese - utilizzando stalloni MF e fattrici murgesi di forte corporatura - potrebbe rinverdire il passato prestigio della produzione mulattiera della Terra d'Otranto, che nei secoli XVII e XVIII resse molto bene il confronto con quelle siciliana e spagnola.

ERRATA CORIGE
HO SCRITTO CHE LA RASSEGNA DEL CAVALLO MURGESE E DELL'ASINO DI MARTINA FRANCA SI TERRA L'ULTIMA SETTIMANA DI QUESTO MESE
INVECE SI SVOLGERÀ NEI GIORNI 5, 6 E 7 DICEMBRE A MARTINA FRANCA

la mia passeggiata di ieri alla mostra di Noci è stata come al solito entusiasmante. La manifestazione di Noci conserva rispetto a quella di Martina Franca una rusticità molto bella essenzialmente espressa dal numero molto alto di soggetti 18 mesi appena incavezzati e quindi estremamente selvaggi (a me i cavalli bravi e sottomessi non mi piacciono tranne quando salgo a cavallo eh eh eh ) che si ribellano si impennano ma che come nell'indole del "nostro" cavallo non esprimono mai cattiveria o aggressività ma solo tanta natura allo stato vivo.
Caro GMF onestamente visito queste due manifestazioni oltre che per assumere una over dose di cavalli ed asini anche per poter vedere l'ottimo lavoro che molti allevatori stanno facendo su queste due specie e sull'allevamento in genere e l'orgoglio con il quale presentano i loro prodotti. Attraversare chilometri di campagna abitata da allevatori e bestiame che generalmente è di ottima qualità per me è un'ulteriore piacere visto che dalle mie parti (piana del tavoliere a sud di Foggia) la campagna è oramai pressochè disabitata e l'allevamento fatta eccezione per qualche ultimo o nuovo eroe è completamente assente.
GMF ieri ho iniziato una trattativa per l'acquisto di una figlia di Sabrino da Martina che ne pensi di questo stallone?
Mi è ginuta voce recentemente di un'attività di recupero dell'asino garganico???????
A rileggervi
ciao

Gentile Giuseppe Acella, Sabrino da Martina - una cui foto in posa è visibile nella home page del sito http://www.cavallodellemurge.it - è uno stallone molto ben conformato, compatto e potente nell'azione; denota, nella sua morfologia, specialmente nella forma e nelle proporzioni della sua testa, una netta prevalenza dei caratteri materni (Egloga 645/1991, da Arno della linea di Araldo delle Murge) su quelli paterni (Uggiano 72/1984, da Posillipo della linea di Granduca da Martina).

Il discorso del mulo è molto interessante ed è anche tornato prepotentemente di interesse generale, come saprete ormai la Forestale (Corpo Forestale dello Stato) vieta, giustamente per ragioni idrologiche, l'apertura di strade nei boschi con sistemi devastanti come ruspe e simili, pertanto il mulo risulta indispensabile per portare la legna già tagliata sulle strade o piazzole principali, per essere caricata su mezzi adeguati. Questo è il motivo per cui i muli, oggi più di ieri, sono tornati a costare. I problemi sono gli stessi di sempre, molto spesso alla produzione del mulo vengono destinate le fattrici peggiori, un po' è comprensibile dall'altro se il "prodotto" mulo è ricercato e ben pagato bisognerebbe produrre meglio. Alla domanda se la cavalla destinata alla produzione del mulo viene compromessa posso rispondere solo in questo modo: ho sentito, in tutti questi anni, tutto di più e il contrario di tutto, ricordo perfettamente una "calda" discussione tra veri esperti al 1° campus veterinario tenuto nel 1980 a Grosseto al centro Moltiplicazioni Quadrupedi dell'esercito, dove ebbi modo di partecipare, la conclusione rimase sospesa. C'è chi sostiene che in futuro la fattrice avrebbe problemi anche grossi, sono diversi a sostenere questa tesi, mentre altri sono convinti dell'esatto contrario, anche su studi fatti negli Stati Uniti sulla produzione del mulo che dello zebrulo, cavalla per zebra, non approdano a risulati concordanti, non saprei aggiungere altro, ciao, saluti, Mario