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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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daddofra ha scritto: dopo un anno di lezioni di monta inglese con mio marito ci stiamo avvicinando alla monta americana,perchè abbiamo trovato un maneggio vicino casa. poichè viviamo nella provincia di grosseto, patria della monta maremmana vorrei sapere tecnicamente quali differenze esistono tra le due monte... Sono entrambe monte da lavoro, in entrambe si possono tenere le redini con una sola mano ed entrambe originano dal lavoro con il bestiame. Quindi per certi versi sono simili, anche l'origine è simile. sono diversi, in certa misura, gli sttrezzi usati, in particolar modo la sella, la conformazione della stessa e la sensazione che trasmette al cavaliere, specie al cavaliere alle prime armi, che impiega più tempo ad "entrare" in una sella diversa, a mettersi in sintonia con la stessa. Tecnicamente l'assetto è sempre lo stesso con tutte le selle, enche a pelo, cioè l'allineamento spalle, fianchi, talloni. Qualche messaggio più indietro ho posto delle foto in proposito. Spesso i due tipi di monta sono alternativi, nel senso che uno esclude l'altro. Cioè chi pratica la monta americana disdegna quella maremmana e viceversa. Personalmente sono fortunato: le amo entrambe!!! E alterno periodi in stile western a periodi in stile maremmano. Quindi dal mio punto di vista, cara Daddofra, non saprei proprio cosa consigliarti, per me come cadi cadi bene . La cosa veramente importante, a mio avviso, qualsiasi tipo di monta tu scelga. è di cercare di farla bene, e di essere coerente con la stessa, non è coerente praticare la monta western con i pantaloni con lo sbuffo, ne la monta maremmana con i jeans. Anche l'occhio vuole la sua parte Buone cavalcate a te e tuo marito
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24/11/2009, 7:51 |
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Innaig
Iscritto il: 07/11/2009, 11:33 Messaggi: 630 Località: Est Piemonte
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caro Gianni1, ho una piccola curiosità: nella monta maremmana, normalmente le redini si tengono nella mano sinistra. E' ammesso (o possibile) anche il contrario? Grazie, ciao!
_________________ Saluti, Innaig
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24/11/2009, 10:12 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Innaig ha scritto: caro Gianni1, ho una piccola curiosità: nella monta maremmana, normalmente le redini si tengono nella mano sinistra. E' ammesso (o possibile) anche il contrario? Grazie, ciao! Assolutamente si, è un fatto di comodità ed è finalizzato ad avere una mano libera per fare o tenere altre cose, il lazo piuttosto che il bastone dei butteri. Si tengono anche a due mani, specie nella fase iniziale dell'addestramento quando si monta con il capezzone e poi il capezzone combinato al morso
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24/11/2009, 10:26 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Per finire con l'episodio di Buffalo Bill, nel 1990, In occasione del centenario della visita e Roma del circo di Buffalo Bill, e della sfida sopra raccontata, a Talamone, in Maremma, si tenne una riedizione di quello storico evento. Organizzata dall'Associazione Butteri di Maremma parteciparono , oltre ai butteri, veri cowboy americani, anche piuttosto bravi. La riedizione fu trasmessa in tv, una domenica di primavera del 1990, dalla trasmissione "A come agricoltura" allora presentata da Fazzuoli.
Avevo registrato quell'evento e, con alcune acrobazie informatiche cui non sono uso ho tratto dalla registrazione qualche fotogramma che posto di seguito
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24/11/2009, 12:31 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
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ADDESTRAMENTO
Torniamo al tema della doma e addestramento secondo la tradizione maremmana. Quella che racconto è una possibile procedura, non l'unica usata in maremma o nella tradizione maremmana, tuttavia la ritengo abbastanza rappresentativa.
Abbiamo visto il puledro incapezzato per la prima volta, sellato e montato, magari con l'aiuto del "marrone". Diciamo che siamo al livello in cui ha accettato l'uomo in groppa.
inizia la fase dell'addestramento.
Nella fase iniziale il puledro viene montato con il Capezzone. Posto due foto / disegni. Il Capezzone è una sorta di capezza fatta in modo tale che tirando le redini si ha l'effetto di "stringere" le corde intorno al muso del puledro. Opportunamente usato trasmette i comandi al giovane allievo. La durata del capezzone è variabile, a seconda del buttero e del puledro. Di norma, il capezzone dura piuttosto a lungo, anche molti mesi.
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24/11/2009, 17:41 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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La fase successiva è abbinare al capezzone il morso. Non c'è il filetto maremmano, o almeno io non ne ho notizia. Si passa direttamente al morso, abbinato al capezzone. Il puledro è montato a quattro redini e, gradualmente, si passa dall'azione delle redini del capezzone a quella delle redini del morso. Anche questa fase è piuttosto lunga, anche qui a seconda del buttero e del puledro. Alla fine si toglie il capezzone e si lavora con la sola briglia col morso. A seguire un disegno e una foto della testiera maremmana.
Dopo questa fase, il cavallo di servizio in mano al bravo buttero, continua il suo addestramento, di fatto, per tutta la vita. Come si conviene ad ogni buon binomio.
Devo dire che ho visto molti bravi puledri presentati in fieracavalli a Verona con morso e capezzone
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24/11/2009, 17:44 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Ovviamente è gradito l'intervento di tutti, in particolare chi dovesse avere informazioni più complete delle mie, "meglio condividere, no?" ;) parafrasando quella pubblicità della Hilton
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24/11/2009, 17:49 |
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paolo
Iscritto il: 13/10/2008, 20:03 Messaggi: 1016 Località: dove mi pare
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Gianni la monta maremmana è uguale, cambia solo la bardella di derivazione napoletana. Il motivo è noto a tutti, fino al 1900 dall' Abruzzo partivano milioni di animali che svernavano nella campagna romana e nel tavoliere (passando per i famosi tratturi).
I Pastori Settembre, andiamo. E' tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d'acqua natia rimanga ne' cuori esuli a conforto che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral cammina la greggia.Senza mutamento è l'aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.
Ah perchè non son io co' miei pastori? ---------------------------------------------- G. D'Annunzio
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25/11/2009, 13:47 |
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Innaig
Iscritto il: 07/11/2009, 11:33 Messaggi: 630 Località: Est Piemonte
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un 'tocco' poetico non fa mai male...... semplice e bellissima!
_________________ Saluti, Innaig
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25/11/2009, 15:30 |
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gianni1
Sez. Cavalli
Iscritto il: 26/05/2009, 9:31 Messaggi: 2707 Località: centro italia
Formazione: Laurea in Economia e Commercio
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Vero, semplice e bellissima! E dopo la bella poesia di Paolo un articolo su Giovanni Travagliati, il buttero centenario di cui ho parlato più sopra, dal sito http://www.cavallomaremmano.it/news/NOTIZIARI.htm, pieno di interessanti informazioni sulla maremma: personaggi Giovanni Travagliati: quasi cento anni di Maremma! Tra poco avrà 90 anni ed è già prevista una grande festa. Intanto, Giovanni sta già pensando al 17 gennaio, quando, naturalmente in sella ad uno dei cavalli che alleva insieme a suo figlio Paolo, guiderà su per la collina fino alla fattoria dei Principi Corsini, tutti i cavalieri che non mancheranno di partecipare alla festa in onore di S. Antonio Abate, patrono degli animali. Travagliati, o meglio Giovanni, vive a Marsiliana fin dal 1936 ed è il più anziano buttero della Maremma toscana. Le sue giornate scorrono serene e piene di cose da fare, la preferita resta naturalmente custodire i suoi amatissimi cavalli, poi cura l'orto e gli altri animali domestici, senza dimenticarsi di curare l'uliveto che si trova proprio sotto la dimora dei Principi Corsini. E non passa giorno che, a Marsiliana, non capiti qualcuno in cerca di Giovanni per salutarlo da vecchio amico o per farsi raccontare di vecchie storie di Maremma. "Anche le maestre delle scuole elementari di Marsiliana mi hanno chiamato per raccontare la mia storia ai bambini", ci racconta con una punta di orgoglio il vecchio buttero o meglio, bestiaio, come si chiamava quando correva su e giù per la tenuta del Principe. "Quando arrivai qui, avevo poco più di venti anni e con la mia esperienza di bestiaio fui subito preso a ben volere dal Principe Tommaso. Allora la tenuta contava più di 8.000 ettari di boschi e fonde e ci pascolavano, allo stato brado, 1.000 vacche e più di 200 buoi da lavoro. Si vede che lavoravo bene, così divenni quasi subito capo bestiaio, e sono rimasto con loro per cinquanta anni. Quando sono smontato da cavallo, dopo una vita passata dietro la coda di vacche e cavalli, ero già troppo vecchio per prendere la patente"! Giovanni ha una memoria ferrea, come è buona del resto la sua salute e vivaci e scanzonati i suoi piccoli occhi azzurri, custodi, tutt'altro che gelosi, della vita in Maremma di un tempo. "Tre volte mi hanno puntato il fucile: i briganti, i militari e i bracconieri"; e poi racconta la storia di quell'ultimo brigante, un certo Mariotti, che incontrò nella macchia nel 1940. Ma le storie del piccolo uomo (ma anche Tiburzi lo era) sono tantissime, e guai ad innescare la spina perché, di certo, una sera di veglia non basterebbe per conoscerle tutte. "Quando, nel 1936, incominciai a lavorare per i Corsini prendevo 9 lire al giorno e il Principe ci passava i cosciali, gli stivali e i cavalli e io, quando diventai capo buttero, ne avevo sette solo per me! Mi ricordo di tante storie di animali, specialmente dei cavalli, che ho domato, ma anche di buoi e vacche. Pensi che la mia vacca preferita era la n° 7 che chiamavo "vacca d'oro" perché, in cinque figliature mi aveva partorito 9 vitelli"! Travagliati è stato pure guardiacaccia e primo presidente dell'Associazione Butteri della Maremma, poi passò l'«uncino» a Italo Molinari dell'Uccellina. Oggi, Giovanni va ancora nel bosco a cercare il corniolo per fare i suoi uncini, sui quali incide poi le sue iniziali, e per chi ama la Maremma, averne in casa uno significa molto di più di un semplice pezzo di legno intagliato! Antonella Monti
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25/11/2009, 21:33 |
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