LA DOMA MAREMMANA
"La lotta tra uomini e cavalli è terribile". Con queste parole il pittore Giovanni Fattori commentava in una lettera la doma del maremmano da parte del buttero.
O ancora: "Il puledro brado e il buttero nel tondino offrono uno spettacolo che ha il fascino primordiale dello scontro tra l'uomo e l'animale", dal libro Butteri di Maremma di Deledda - Mancioppi.
E' notorio che i sistemi di doma in maremma non siano dei più dolci. Oggi è facile criticare, specie alla luce dei tanti sussurratori (dai quali c'è comunque tanto buono da prendere). In realtà bisogna tenere conto delle condizioni nelle quali quei sistemi di doma si sono sviluppati.
La maremma era una terra dura, senza pietà per uomini e bestie. Grandi latifondi in mano a pochi signori con grandi allevamenti bradi. Cavalli che fino ai tre anni non avevano visto o quasi l'uomo, e l'uomo era considerato solo uno "strumento di lavoro" la cui vita aveva ben poco valore. Riporto anche qui un brano tratto dal libro "BUTTERI DI MAREMMA" , è il commento a quei tempi di un vecchio buttero domatore, scozzonatore come si dice in maremma: ""Per il padrone la tua pelle costava meno di quella del puledro e non esistevano puledri che non si potessero domare".
In quel contesto il puledro prelevato dal pascolo doveva essere domato e messo al lavoro in poche ore, non c'era tempo per sussurrare. Il padrone non l'avrebbe tollerato e avrebbe cacciato quel domatore troppo lento. E allora l'unica strada era la sottomissione veloce e quindi violenta della povera bestia da parte, mi sia consentito, del povero domatore.
Uomo e animale accomunati in un contesto terribile, dove la lotta era per la sopravvivenza.
E quel cavallo così violentemente sottomesso rimaneva ribelle dentro, di qui la necessità di un cavaliere che comunque sapesse trarre del buono da quella povera bestia.
E i butteri ci riuscivano.
Il puledro appena domato era subito messo al lavoro, e nei primi giorni la cosa fondamentale era non fermarsi, per tenere impegnato il cavallo, e non scendere, perchè il puledro non ti avrebbe fatto risalire. Si orinava addirittura da sella "...e bravo era chi non bagnava la bardella...", ancora dallo stesso libro.
Questa era la realtà di allora e questi i sistemi di doma. Eppure parlando con i vecchi butteri li vedi infiammarsi parlando dei cavalli che hanno avuto, per ognuno una parola di affetto (non smancerie, ma "relazione", "comunicazione" con l'animale), per ognuno un ricordo...
A mio avviso non sono i butteri, o i cavalieri argentini o altri a dover essere condannati, è il contesto nel quale si trovavano a vivere a dover essere condannato.
Oggi i sistemi di doma stanno cambiando anche in maremma, ma non sempre, e troppo lentamente. E troppo lentamente è comunicato il cambiamento.
Però stanno cambiando e questo è positivo. Perchè per conservare quelle tradizioni, le stesse devono adeguarsi al cambiamento dei tempi proprio perchè possano sopravvivere a quel cambiamento. La foto che allego mostra quanto fosse cruenta la doma
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