LA SELLA E IL MULO
Dopo anni di utilizzo come animale da soma nelle nostre montagne, anche in Italia sta prendendo sempre più piede l’utilizzo del mulo come cavalcatura. La sua conformazione fisica, diversa da quella del cavallo, rende particolarmente affascinante l’argomento del Saddle Fitting riferito al mulo. Proviamo a parlarne.
Alcune piccole premesse:
1. La schiena degli equidi ha un andamento più o meno dritto nell’area che, da ambo i lati della colonna vertebrale, va dal garrese alla groppa. Anzi spesso questa inclinazione è diversa nei due lati a seconda di come è predisposto naturalmente l’animale e di come viene lavorato per “compensare” eventuali differenze. Esistono cavalli con la schiena più o meno dritta e anche muli con la schiena più o meno dritta ma, mediamente, la schiena dei muli è sicuramente più dritta di quella dei cavalli;
2. La sella, nel momento in cui viene serrato il sottopancia, si “stringe” intorno alla schiena del cavallo o del mulo e non è più una cosa semplicemente “appoggiata” ma diventa una cosa “indossata” (spero sia comprensibile la differenza), una cosa cioè che, per quanto possibile, cerca di “adattare” le sue forme alle forme che contiene (la schiena). Il problema è che in questo caso si incontrano due forme “rigide” (la forma della sella e quella della schiena) quindi questo adattamento è molto difficile da realizzare. Per capire si ricorre all’esempio della scarpa se una scarpa è stretta il piede farà fatica ad adattarsi, lo stesso se è lunga, corta o larga… La sella serrata sulla schiena del cavallo o del mulo ha lo stesso effetto di una scarpa per il nostro piede.
3. A cosa serve l’arcione? Il suo compito è quello di distribuire il peso nella più ampia superficie possibile evitando punti specifici di pressione, questo per la nota ragione che, ad es., un chilogrammo in un centimetro quadrato è altra cosa da un chilogrammo in dieci centimetri quadrati. Quando si verificano i punti specifici di pressione? Quando le due forme (sella e schiena) che idealmente dovrebbero essere speculari (cosa impossibile da realizzare in maniera perfetta, ma qui si apre un altro fronte che, magari in altra sede, si potrà approfondire) non lo sono e nei punti in cui le due forme non si sposano, non sono speculari, si crea il punto specifico di pressione! Ed è qui che si generano le scomodità e/o i danni alla schiena dell’animale.
Fatte le premesse il ragionamento risulta credo abbastanza semplice. Sulla base di questa problematica si possono verificare 2 casi limite:
1. Mettiamo una sella con le barre dritte su una schiena curva. Quello che succede si può capire dallo scarabocchio sotto:
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Credo che sia piuttosto chiaro, i punti di pressione (costanti) ai lati del garrese e a livello dei reni genereranno scomodità, fastidio, problemi o danni a seconda di quanto il fenomeno (la differenza di forme) è rilevante e di quanto viene utilizzato l’animale
2. Il caso opposto è invece quello in cui su una schiena “dritta” si mette una sella con le barre curve. Anche qui uno scarabocchio per aiutarmi a chiarire il concetto:
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In questo caso la pressione si concentra nella parte centrale delle barre ed ancora il problema sarà tanto più grave quanto più forte la differenza tra barre e schiena.
È questo il caso classico dell’effetto della sella da cavallo sulla schiena di un mulo!
Rispetto al cavallo il mulo ha poi anche un diverso movimento della spalla necessita per questo di una maggior libertà davanti rispetto al cavallo, elemento questo da tenere in considerazione quando si costruisce un arcione ed intorno una sella da mulo.
Questo è quello che succede nella gran parte dei casi, basta guardare e confrontare la schiena di un cavallo e quella di un mulo per rendersi conto delle differenze.
In tutto questo ci sono casi in cui una sella da cavallo si può adattare alla schiena di un mulo.
Le selle western non hanno tutte la stessa inclinazione delle barre (elemento questo che sembra davvero ignorato da molti, anche insospettabili), ci sono selle con le barre più dritte e selle con le barre più curve (questo per la semplice ragione che ci sono cavalli con le schiene più dritte e cavalli con le schiene più curve).
Allo stesso modo non tutti i muli hanno la schiena ugualmente dritta, ci sono casi, ed ho avuto il piacere di vederli e misurarne la schiena, di muli con la schiena meno dritta di quanto ci si possa aspettare.
Ecco, quando un mulo con la schiena più curva della media incontra una sella con le barre non eccessivamente curve la cosa può essere fatta. È l’eccezione, non la regola!
Ci sono altri elementi che potrebbero essere considerati, come l’andamento della schiena che nel mulo favorisce lo scivolamento in avanti della sella ed altri ancora che magari racconterò quando, tra qualche sella ancora, passerò a quelle da mulo.
Al momento vorrei solo chiudere con una piccola chiosa:
i cavalli, i muli, sono animali meravigliosi, forti e disponibili sopportano il nostro peso, le nostre imperizie ed i nostri strumenti spesso usati male e spesso inadatti allo specifico animale di turno. Arrivano a sopportare che strumenti usati male (penso a tante imboccature in mani e bocche sbagliate) o inadatti alla loro conformazione fisica (selle) provochino loro dei danni e del dolore. Loro sopportano tutto, raramente si ribellano in maniera violenta.
Noi, che dovremmo essere la parte responsabile del binomio, dovremmo essere loro riconoscenti per questo.
E dovremmo anche assicurarci di usare strumenti che siamo in grado di gestire correttamente e che siano adatti alla sua conformazione fisica. Oggi il cavallo è solo diletto, niente e nessuno ci obbliga ad andare a cavallo, proprio per questo credo dovremmo averne il massimo rispetto.