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Il cavallo in versi

25/11/2009, 15:48

Paolo ha postato una bella poesia di D'Annunzio nel topic della monta maremmana. Mi sono detto, perchè non postare tutte le poesie che conosciamo che siano in qualche modo rapportabili ai cavalli? E allora comincio riportando quella postat da Paolo (perdonami per l'appropriazione indebita :D )

I Pastori
Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natia
rimanga ne' cuori esuli a conforto
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia.Senza mutamento è l'aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciaquìo, calpestìo, dolci rumori.

Ah perchè non son io co' miei pastori?
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G. D'Annunzio

Re: Il cavallo in versi

25/11/2009, 15:50

Pascoli:

La cavallina storna
Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.

I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;

che nelle froge aveva del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.

Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa:

<< 0 cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;

tu capivi il suo cenno ed il suo detto !
Egli ha lasciato un figlio giovinetto ;
il primo d'otto fra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.

Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dài retta alla sua piccola mano.

Tu ch'hai nel cuore la marina brulla
tu dài retta alla sua voce fanciulla >>.

La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:

<< 0 cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l'amavi forte!
con lui c'eri tu sola e la sua morte.

0 nata in selve tra l'ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;

sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso;

adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l'agonia ... >>.

La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
<< 0 cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;

oh! due parole egli dové pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.

Tu con le briglie sciolte fra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe

con negli orecchi l'eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi;

lo riportavi tra il morir dei sole
perché udissimo noi le sue parole >>.
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l'abbracciò sulla criniera.

<< 0 cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!

a me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona... Ma parlar non sai!

Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!

Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:
esso t'é qui nelle pupille fise.
Chi fù? Chi è Ti voglio dire un nome.
E tu fa' cenno. Dio t'insegni, come >>.

Ora, i cavalli non frangean la biada:
Dormian sognando il bianco della strada.

La paglia non battean con l'unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.

Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome ... Sonò alto un nitrito.
(G. Pascoli)

Re: Il cavallo in versi

25/11/2009, 15:51

Anonima:

Senza Titolo

Io non sono nel mondo dei cavalli,
è il mondo dei cavalli che è dentro di me.
I cavalli non sono nella mia vita,
i cavalli sono la mia vita.
Il mondo dei cavalli è nato in me
quando io sono nata.
Lui morirà in me
quando io me ne sarò andata...
(anonimo)

Re: Il cavallo in versi

25/11/2009, 15:54

Anonimo (sui cavalli del Catria)

IL CAVALLO DEL CATRIA


Lo senti arrivare col suo branco,

lo senti dai sassi che rotolano,
dalle foglie schiacciate,
dalle froge che sbuffano.

E’ cosi che arriva scendendo le chine del Catria:

col passo sicuro,
col passo spedito e lo sguardo curioso.

E ti guarda e ti indaga:
amico o nemico?

E ti legge negli occhi,
e sfugge i nemici.

E’ cosi il cavallo del Catria.

Più forte dei lupi, delle tempeste del Catria,
e più forte dei suoi umani, e anche migliore.

Cosi è il cavallo del Catria.

(anonimo)

Re: Il cavallo in versi

26/11/2009, 7:05

I "comandamenti" del brigante maremmano Tiburzi (1836-1896), che sicuramente il cavallo lo usava


Io sono Tiburzi
brigante maremmano.
La Maremma non avrà
altro brigante al di fuori di me.
Non nominare il nome
di Tiburzi invano.
Onora i signori del luogo.
Aiuta i disgraziati.
Non ammazzare.
Non rubare.
Non vedere.
Non parlare.
Non fare la spia, né ai
Carabinieri di Capalbio,
né al Delegato di Orbetello.
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