Ecco, ci risiamo
!
Avrei preferito non intervenire in questa discussione perché, ogni volta che si discute di Murgesi, tendo sempre a " tirar l'acqua al mio mulino" elogiandone le qualità, a volte magari anche esagerando.
C'è un limite, però, oltrepassato il quale mi sento quasi obbligato a difendere non il cavallo Murgese in quanto tale ma tutte le razze equine in generale. Questo limite viene superato soprattutto quando le nostre discussioni, sebbene interessanti e calibrate su quelle che sono le differeenti esperienze di ciascuno di noi, scadono inevitabilmente nei luoghi comuni.. E purtroppo, ahimè, capita spesso parlando dei Murgesi!
Premetto di essere un modesto allevatore di Murgesi e nient'altro. Il mio allevamento è costituito da un piccolo gruppo di 12 fattrici, uno stallone Murgese (Baudo) e uno stallone Asino di Martina Franca (Coccobello) che utilizzo per produrre Muli Martinesi. A parte i due stalloni, che in alcuni periodi dell'anno vivono scuderizzati presso la Masseria, tutte le femmine e i puledri, così come avviene nella stragrande maggioranza degli allevamenti dalle mie parti, vivono in assoluta libertà disponendo di circa 65 ettari di bosco ceduo di essenze quercine e circa 25 ettari di terreni agricoli seminati a foraggio. I pochi contatti che ho con loro si concentrano durante i brevi incontri che avvengono per lo più durante l'abbeverata quotidiana, esigenza questa che li obbliga a raggiungere la Masseria, o anche durante gli spostamenti da un appezzamento all'altro. In queste occasioni, approfittando della fiducia di alcune cavalle anziane, riesco ad avvicinare i puledri e gradualmente cerco di toccarli per consentire loro di ricevere quelle famose "grattatine" di cui tanto si è discusso (GIANNI DOCET !), che rappresentano il punto di partenza per ottenere la loro fiducia. Non sempre ci riesco. Alcuni soggetti non si fanno proprio avvicinare perché anche le madri sono così (la maggior parte non sono mai state incavezzate dalla nascita) e conservano per più tempo una naturale diffidenza. Ora io non so se questo modo di allevare sia il migliore ma, credetemi, considerato il tempo limitato che riesco a dedicare, è l'unica possibilità che ho di mantenere in vita questo piccolo allevamento. Tutta questa premessa (spero di non avervi annoiato
!) per cercare di comunicarvi che la forma di allevamento, e quindi le abitudini e le esperienze vissute, così come già ben sottolineato dal mio amico Giuseppe Acella (asineria), contribuiscono notevolmente alla formazione del carattere dell'animale. Non si può pretendere che un cavallo nato e cresciuto in libertà, che ha avuto pochi contatti con l'uomo e poche altre esperienze in questo senso, manifesti subito un atteggiamento di totale fiducia nei nostri confronti. Ritengo che questo sia uno dei motivi principali per cui alcuni Murgesi risultano forti di carattere e con una spiccata individualità. Al contrario, se i puledri Murgesi,
al pari di quelli di tutte le altre razze equine, sono figli di cavalle abituate al contatto con l'uomo e in grado di trasmettere ciò ai figli, i tempi e le difficoltà di "avvicinamento" e "contatto" si riducono moltissimo, anche se bisogna sempre tener presente che questa non è una regola fissa ma può dipendere sempre da una componente caratteriale propria di ciascun animale.
Il Corpo forestale dello Stato, per esempio, alleva cavalli Murgesi a Martina Franca nella splendida cornice della Masseria Galeone e, dopo averli addestrati, provvede a fornirli ai vari reparti che effettuano il servizio a cavallo di controllo del territorio rurale e montano, dislocati sul territorio nazionale; in questa struttura le naturali doti di docilità e di intelligenza dei Murgesi vengono valorizzate attraverso un tipo di addestramento "naturale" basato sul metodo Parelli, con l'obiettivo di ottenere al meglio fiducia e rispetto. Ovviamente non sto dicendo che questo sia il miglior modo di addestrare i cavalli, ce ne sono molti altri altrettanto validi che hanno in comune il fatto di non usare violenza e sistemi di coercizione vari... Si cerca quindi di aprire un vero e proprio dialogo con il cavallo in modo del tutto congeniale ad esso. Da ciò, in tempi relativamente brevi, ne consegue il raggiungimento di un rapporto di reciproca fiducia che vede l'uomo riconosciuto come capo branco o, comunque, come un componente del branco. I puledri, già dal secondo giorno di vita, vengono accarezzati (sarebbe meglio dire "maneggiati") e ben presto perdono gran parte delle loro naturali paure di erbivori e quindi di prede. Tutta questa situazione facilita molto il successivo addestramento che avviene al 3° anno di età. Alla fine del periodo addestrativo, questi animali diventano davvero affidabili tanto da essere normalmente utilizzati per l'attività di servizio o in occasione di numerose manifestazioni e cerimonie pubbliche.
Orbene, io ho il privilegio di far parte del Corpo forestale dello Stato e soprattutto quello di aver conseguito, durante la mia carriera, la specializzazione di cavaliere. Ho più volte partecipato alla parata militare per la Festa della Repubblica, che si svolge a Roma il 2 giugno di ogni anno, con il Reparto d'Onore a Cavallo del C.F.S. (essendone io stesso un componente) ed ho avuto modo di apprezzare gli effetti positivi di questo tipo di impostazione nel trattare e addestrare i cavalli. Abbiamo sfilato montando cavalli anche giovani di 3-4 anni, in alcune occasioni anche stalloni, perfettamente addestrati, corretti, sensibilissimi ai comandi... perfetti! E ,credetemi, sfilare lungo i Fori Imperiali, fra due ali di gente addossata alle transenne, con rumori di ogni genere, altoparlanti, ombrelli ecc. ecc. non è come fare una tranquilla passeggiata in campagna (ma anche in questo caso bisogna essere sempre attenti!!!). Eppure i cavalli, nell'occasione Murgesi e Maremmani, si sono sempre comportati benissimo, perdonando molte volte anche alcuni nostri errori nel condurli!
Tutto questo ve l'ho voluto raccontare per invitarvi, se potete, ad allontanarvi dai soliti luoghi comuni sui Murgesi e su tutte le altre razze equine e a intraprendere quella che, modestamente, ritengo sia l'unica strada percorribile per creare un rapporto basato sulla fiducia e sul rispetto: bisogna avere l'umiltà di vedere sempre quello che fanno le persone più esperte, cercare di "immagazzinare" il meglio, poi di imparare bene e infine di applicare il tutto alle esigenze personali nel rapporto con il cavallo. Io stesso, e non lo dico per fare una sviolinata gratuita o altro, sto imparando molto dai consigli che il nostro buon amico Gianni dispensa in questo Forum!
Questo che segue è il link del video di una delle mie partecipazioni alla Festa della Repubblica del 2 giugno. Sto nell'ultima fila (le ultime 3 file sono tutti Murgesi), sono il quarto da sinistra, ahimè il più grosso!!!
http://youtu.be/QWZX7rm5beYA presto
Eugenio NETTI.