Messaggi senza risposta | Argomenti attivi Oggi è 28/11/2024, 11:18




Rispondi all’argomento  [ 20 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2
Razza Toggenburg Razza Bionda dell'Adamello 
Autore Messaggio

Iscritto il: 30/04/2008, 21:47
Messaggi: 107
Formazione: PhD
Rispondi citando
gentilissima CapreLive, ti ringrazio del conforto,
non possiedo capre ma sono un tecnico che dal 90' cerco di occuparmi delle
problematiche di miglioramento delle capre di razze a ridotta diffusione dell'arco alpino,
sono stato fondatore dell'associazione allevatori della capra Bionda che ho seguito fino
a una decina di anni fa. oggi sono nel CD dell'associazione RARE, abbiamo anche un sito, e seguo le dinamiche di salvaguardia di tutte le razze ufficiali del nord. La funzione è di centro di osservazione dell'evuluzione di queste ultime.
ti faccio i complimenti per il tuo lavoro da moratore, ti ho preceduto in questo ruolo ed è molto faticoso. hai la mia stima.
buona giornata.
Brambilla


03/10/2012, 7:31
Profilo
Avatar utente

Iscritto il: 12/08/2010, 15:35
Messaggi: 1683
Località: Messina
Formazione: Laurea in Medicina Veterinaria,Specializzazione in Malattie Infettive
Rispondi citando
Ciao lambrambilla,benissimo allora forniscici qualche indicazione su questo sito che avete aperto,questo link è completamente a tua disposizione qui potrai riportarci tutte le novità che vuoi anzi è un piacere ricevere il tuo aiuto in questa sezione soprattutto per attenzionare questa bellissima razza.
Ciao Caprelive.

_________________
« facendo il nostro dovere verso gli animali rispetto alle manifestazioni della natura umana, indirettamente facciamo il nostro dovere verso l’umanità. Possiamo giudicare il cuore di un uomo dal suo trattamento degli animali »

Immanuel Kant


03/10/2012, 21:11
Profilo

Iscritto il: 16/02/2011, 17:45
Messaggi: 55
Rispondi citando
Domenica ero in val saviore alla giornata tecnica sulla bionda. Come labrambilla saprà meglio di me , tutte le capre bionde derivano dallo stesso ceppo e sono tutte imparentate tra loro. La consanguineità è un problema grave e non di facile soluzione . Purtroppo dei furbetti hanno rinsanguato la bionda con "iniezioni" di toggenburg. Ad ogni buon conto domenica c'erano seri allevatori di bionde che io definirei "PURISTI" che dimostravano avversione verso questo metodo. per altre razze alpine come la nera di verzasca é facile vedere se sono state incrociate con altre razze, il risultato non è un nero completo.Con la bionda è un poco più difficile accorgersene anche se gli incroci di norma non hanno la pancia bianca. Quindi se vi dicono che è una bionda ma sotto il ventre il pelo è marroncino e non bianco, non è una bionda dell'adamello.A proposito, valle è frazione di Saviore dell'adamello, se non ci sono li le bionde!


09/10/2012, 2:28
Profilo

Iscritto il: 30/04/2008, 21:47
Messaggi: 107
Formazione: PhD
Rispondi citando
Ciao robertog, sono molto contento che domenica sia andato tutto bene anche se l’affermazione sulla presenza di “PURISTI” mi lascia un po’ perplesso, spero tu l’abbia usata per rimarcare che alcuni allevatori tengano molto alla conservazione dell’originalità della propria razza e che non abbiano nel loro gregge, sicuramente in modo involontario, sangue Toggenburg.
Come hai ben detto tu alcuni furbetti hanno usato le Toggenburg, vorrei però chiarire che mentre in passato (metà degli anni ’90) ero dichiaratamente contro l’uso di questa razza, oggi pur mantenendo la mia posizione, cerco di capire il motivo che ha spinto alcuni allevatori a pensare che l’uso della Toggenburg potesse essere risolutivo.
Tu me ne dai uno spunto. la consanguineità. Purtroppo a differenza di quello che pensi io “ben non so” se questo è un problema. semplicemente perché la consanguineità è una condizione su cui si può discutere quando si conosce il suo vero livello (c’è una specifica formula matematica) e si tiene sotto controllo con accoppiamenti programmati monitorando l’evoluzione, sempre attraverso una specifica formula. Per poter riconoscere il livello di consanguineità bisogna che tutta la popolazione abbia ascendenze certe e per tenerla sotto controllo ci vogliono le discendenze certe. Purtroppo siamo ben lontani da questa situazione. Allora può solo parlare l’esperienza. In questo caso, la mia, mi dice che la popolazione Bionda è numericamente abbondante anche se non fuori pericolo, che il suo territorio è ampio ed è una razza recuperata in tempi relativamente recenti. Recuperata vuol dire che quando agli inizi degli anni ’90 abbiamo costituito la base della popolazione da cui partire non abbiamo applicato la regola della selezione genetica che prevede la restrizione del numero di animali da cui iniziare (nucleo a numero chiuso), ma quella della salvaguardia che impone l’allargamento della base genetica in modo da scongiurare la possibile consanguineità, essa presente o no (nucleo aperto). Nel corso degli anni si sono andati inoltre ad aggiungersi nuovi territori al di fuori della val Camonica (es. trentino) che hanno aumentato ulteriormente questa base di popolazione.
L’altro aspetto, è che la consanguineità porta alla depressione di alcuni caratteri: fertilità, mole, o alla nascita di caratteri indesiderati esempio malformazioni. Non mi sembra che sia il caso della Bionda. Forse ieri come oggi la consanguineità non è un problema, o meglio non lo possiamo sapere con l’attuale gestione della popolazione o non è il principale problema.
La seconda motivazione è il latte, migliorare la razza Bionda con una grande produttrice come la Toggenburg. Nulla da obbiettare se non il fatto che forse era possibile migliorare la produzione della Bionda agendo su due fronti, il primo sulle condizioni ambientali impostando un miglioramento delle condizioni di allevamento, e questo in parte è stato fatto. Le capre per poter produrre devono essere alimentate correttamente. Correttamente non vuol sempre dire abbondantemente e tenute in condizioni di stabulazione corretta, stalle salubri durante l’inverno e ricoverate nella giusta epoca e non alla prima caduta della neve. Munte e governate anche d’estate.
Se poi la popolazione fosse stata gestita anche dal punto di vista “genetico”, controlli morfo-funzionali e uso programmato dei riproduttori, forse il livello produttivo sarebbe migliorato in autonomia preservando anche la razza della sua originalità.
Se invece gli sforzi non avessero dato risultati, avevamo avuto la base certa su cui andare ad introdurre riproduttori Toggenbur e gli elementi per capire, dopo l’introduzione, il progresso del miglioramento per poter un giorno dire stop, ora possiamo fare da soli, o dire abbiamo fallito eliminiamo le linee imparentate con la Toggenburg e continuiamo con quelle che sarebbero state preservate nella loro fonte di originalità (greggi in cui la Toggenburg non veniva introdotta).
Penso che un discorso così impostato poteva mettere d’accordo un po’ tutti: allevatori, tecnici e anche amministratori, questi ultimi sono quelli che destinano alla salvaguardia delle razze in via di estinzione i fondi comunitari.
Così non pochi furbetti, ma un gruppo affiatato di allevatori che tentano vie alternative per migliorare la propria razza.

Sulla capacità di poter individuare un incrocio attraverso i mantelli bisogna andare molto cauti. La ereditabilità del carattere mantello è molto complessa e mai studiata fino in fondo, è una branca molto affascinante della genetica che ha però ancora molti lati inesplorati. Il nero è per esempio per quanto ne sappiamo oggi, domani vedremo, un carattere recessivo e quindi in effetti scompare al primo incrocio, ma può facilmente ricomparire nelle generazioni successi quando l’incrocio è comunque orami avvenuto o può anche non scomparire se chi incrocia ha in se il carattere nero anche se non manifesto. Discorso simile è per il carattere bruno come la capra Bionda.
Tieni conto che fino all’inizio del secolo scorso la popolazione caprina dell’arco alpino non era così standardizzata come oggi la si intende e quindi geneticamente, e gli studi lo dimostrano, la variabilità all’interno della razza è più elevata che fra le diverse razze. Questo perché la standardizzazione è cosa relativamente recente.
Sono però fortemente convinto che non si debba perdere tempo a scovare i furbi attraverso un sistema di indagine tipo Carabinieri, ma si debba lavorare con gli onesti e i furbi a qualsiasi titolo e ruolo si emargineranno da soli.

Pancia Bianca?, quanto ci ha fatto sognare questo carattere! Ho passato molto tempo ha discutere con gli allevatori se per pancia bianca andasse inteso il ventre o nei casi migliori anche il suo prolungamento allo sterno. Anche in questo caso ha avuto il sopravvento il buon senso. Se all’epoca avessimo applicato rigidamente questo principio dell’esclusione dei soggetti senza pancia bianca, la popolazione si sarebbe ridotta talmente che l’avremmo condannata sì all’estinzione. La promessa era però di, comunque, preferire questi soggetti e dove era possibile avvantaggiarli nella riproduzione. Anche in questo caso però non sappiamo come questo carattere si trasmette. Segue precise leggi di genetica (diciamo Mendeliane) o è un alterazione del mantello (es pezzatura) che segue complesse leggi di trasmissibilità. Il rischio era quello di inseguire un carattere difficilmente fissabile, come si dice in genetica. Ma forse andava la pena di studiarlo, e si poteva fare in modo naturale se la popolazione fosse stata monitorata correttamente.
Discorso esattamente uguale per la lunghezza del mantello e per la tonalità. All’inizio si descriveva il carattere intermedio lunghezza del mantello (presenza di peli lunghi solo sulle cosce) come “bragadura”, e la tonalità melanica più scura (detta nocciola) era molto presente. Il discorso potrebbe continuare per la bordura delle orecchie, parte distale degli arti ecc. ecc.

Valle, culla della Bionda, convenzionalmente sì. Ma non è possibile saperlo. Sicuramente la valle Saviore fin dall’antichità è riconosciuta la valle dei caprai, ma per esempio l’unica testimonianza fotografica che ho per ora ritrovato mostra delle bellissime capre Bionde a Ceto. Foto scattate dal famoso fotografo Magnolini.
Oltre al fatto che gli sudi sulla genetica delle popolazioni caprine e ovine ormai ha stabilito che spesso i gruppi di animali domestici più originali si ritrovano nei territori di colonizzazione più lontani. Logicamente in questo caso parliamo di specie e non di razza, ma un certo legame logico può essere anche visto per la ricostruzione della storia delle razze. Ho infatti sempre guardato in modo positivo il recupero di gruppi di capre Bionde in Trentino!

Conosco bene e tutti gli allevatori “storici” della Bionda, abbiamo fatto tante battaglie insieme e molte le abbiamo vinte. spero non venga persa quella che porterebbe alla scomparsa della “vera” Bionda.
All’inizio abbiamo puntato tutto sull’aumentare e in tempi rapidi il numero di soggetti, abbiamo, me ne rendo conto, investito poco sul far crescere una coscienza allevatoriale rivolta alla salvaguardia vera e propria. Questo non ha giocato a favore della Bionda quando la popolarità delle razze caprine locali è esplosa e vi è stata una grande richiesta di soggetti. Ci si è trovati spiazzati per il tanto successo e ognuno si è arrangiato a suo modo.

Un po’ è accaduto anche con il successo dei prodotti di origine “Bionda”, un mercato immaturo sia nella richiesta (consumatore) sia nell’offerta (allevatore, trasformatore, rivenditore) che ha anche i questo caso, per una base culturale allevatoriale non solida nei confronti dell’attenzione verso i prodotti originati da una razza, creato non pochi problemi. C’è chi il Fatulì lo faceva con le camosciate!
Certo è difficile “vivere di capre”, ma il mercato è una cosa molto fluida, lo sanno bene gli economisti, e gli errori, anche in buona fede, si pagano a caro prezzo e anche da parte di chi a lavorato correttamente. Come direbbe qualcuno molto più popolare di me….Ma questa è un’altra storia!

Penso proprio che ci sia tanto, ma veramente tanto da discutere e da fare se si vuole affrontare veramente la questione Bionda. Penso sia importante trovare gli interlocutori gusti, il modo, il luogo e i tempi più appropriati e poi tutti i problemi potranno essere risolti. Chiaramente questi discorsi rimangono pura teoria se poi non sono adeguatamente coperti da interventi finanziari.

Brambilla

PS: caro robertog tu che capre allevi?


09/10/2012, 18:05
Profilo

Iscritto il: 23/08/2011, 11:28
Messaggi: 1153
Località: lasnigo(COMO)
Rispondi citando
questo discorso mi mette un pò di tranquillità.


Allegati:
Commento file: le mie non tutte hanno la pancia bianca ma mi sembrano bionde
girgentane 062.jpg
girgentane 062.jpg [ 307.34 KiB | Osservato 2692 volte ]
09/10/2012, 20:44
Profilo

Iscritto il: 16/02/2011, 17:45
Messaggi: 55
Rispondi citando
Brambilla ti ringrazio molto perchè con la tua esauriente spiegazione mi hai fatto capire meglio il problema(?) bionda.condivido con te tutto quanto hai detto.Quando dicevo puristi lo intendevo nel senso buono della parola.Allevatori impegnati ad allevare bionde in purezza. All'apa di brescia non poche volte abbiamo tentato di far capire a chi alleva bion
de e le munge , l'importanza dei controlli funzionali. Agli altri l'importanza di seguire di più il gregge in modo da avere più paternità e maternità certe. Tutte le volte ci siamo scontrati con fazioni avverse di allevatori a cui premeva in modo particolare una sola cosa "il contributo concesso per la salvaguardia della razza. Tranne pochi (i puristi , concedimi di usare questo termine senza malizia) a cui realmente interessava lavorare bene. Certo anche a loro il contributo faceva piacere ma non era il principale obiettivo a cui aspiravano.Anche domenica il tecnico Giorgio zanatta che penso conoscerai, ha gettato un sasso nello stagno chiedendo agli allevatori di unirsi, anzi di unire i loro intenti, le loro vedute. Spiace vedere un animale sano e robusto come la bionda non valorizzato al meglio per diversità di pensiero tra allevatori. Io abito in pianura, da noi non ci sono terreni marginali e quelli che ci sono costano una barca.Quindi non posso che allevare in intensivo una razza gentile, la saanen per l'appunto. devo dire che le capre mi hanno sommerso di soddisfazioni.L'unica che mi manca è quella economica però.Ho fatto un po' di IA con ottimi risultati.31 gravide su 40 . ora mungo fino a metà dicembre poi chiudo le lattazioni e mi godo il natale.


10/10/2012, 0:36
Profilo

Iscritto il: 30/04/2008, 21:47
Messaggi: 107
Formazione: PhD
Rispondi citando
ciao roberstog, sono contento di aver contribuito a chiarire alcuni aspetti della capra Bionda, un piccolo approfondimento lo potrai avere anche andando alla pagina sotto riportata

http://www.associazionerare.it/notizie/n_043.htm

se c’è questo entusiasmo da parte di alcuni e reticenza da parte di altri penso sia necessario che ci si trovi ad un tavolo di lavoro organizzato appositamente per discutere cosa divide invece di unire.
andando avanti così il destino della razza, ma ancor di più degli allevatori, è segnato.
Gli elementi ci sono tutti: un’APA, quella di Brescia, ben diretta, e in questi tempi non è poco, un nuovo Consiglio Direttivo di sezione che spero abbia voglia di occuparsi della Bionda, un’Associazione di allevatori per la tutela della razza e tecnici che, chi più chi meno, si è occupato da tempo di capre a diverso titolo e competenza. Non in ultimo la possibilità di coinvolgere altri territori come il Trentino, Bergamo Lecco e Como. Io non aspetterei altro tempo!

Conosco da tempo Giorgio Zanatta, ogni tanto ci incontriamo in merito alla Nera di Verzasca, concordo con lui sul fatto di impegnarsi per unirsi e lavorare per il bene collettivo senza dimenticare però il tornaconto individuale dettato da una inevitabile attività imprenditoriale. Lo sforzo per concertare un unione fra allevatori è molto elevato anche se sicuramente ne vale la pena, io ci credo molto (l’associazione per la tutela della bionda fondata da alcuni allevatori e da me nel ’96 è la testimonianza), ma bisogna avere il coraggio anche di guardare in faccia i problemi per risolverli apertamente e coerentemente. Troppo spesso invece si preferisce negare l’evidenza, presentarsi ai pochi momenti di incontro sostenendo che tutto va bene. Fortunatamente con molta probabilità anche nel campo dell’aiuto alle razze in via di estinzione le cose cambieranno e sicuramente in favore del rigore, della trasparenza e della legalità. Penso sia importante farsi trovare preparati.
Sottolineo la mia totale disponibilità.

Brambilla


10/10/2012, 11:18
Profilo

Iscritto il: 30/04/2008, 21:47
Messaggi: 107
Formazione: PhD
Rispondi citando
ciao mazza59, mi fa molto piacere la partecipazione tua a questa discussione.
penso che anche nella zona como/lecco ci sia bisogno da parte dei possessori
di capre Bionde di collaborare stando insieme per la diffusione del loro nucleo di questa razza.
una diffusone consapevole senza costituire una minaccia di competizione con le
altre razze caprine locali presenti sul territorio.
buon lavoro
Brambilla


10/10/2012, 11:23
Profilo

Iscritto il: 16/02/2011, 17:45
Messaggi: 55
Rispondi citando
Labrambilla: ora che sò chi sei non sò se continuare a darti del tu o passare al lei. Ad ogni buon conto ho appena ricevuto dalla segreteria dell'apa della mia provincia l'invito a partecipare mercoledì 24 ottobre al convegno che si terrà in canton ticino per la conclusione del progetto interreg Italia-Svizzera 2007-2013 " valorizzare l'allevamento e i prodotti della razza autoctona nera di verzasca negli ecosistemi montani." Ho visto che tu(?) sarai uno dei patecipanti. Purtroppo non penso di poter partecipare avendo l'allevamento da gestire. Avevo visto il logo del progetto stampato sul giubbotto che indossava Giorgio Zanatta domenica.


12/10/2012, 15:26
Profilo

Iscritto il: 30/04/2008, 21:47
Messaggi: 107
Formazione: PhD
Rispondi citando
dammi pure del tu! sì parteciperò al convegno. di solito è interessante.
magari ci sarà occasione per parlarne, anche se sono convinto che ogni razza ha un suo preciso
contesto allevatoriale e quindi va considerata a se anche se inserita in un discorso più
ampio dell'arco alpino. La capra Verzaschese ha ideato il suo approcio, ogni razza dovrebbe fare il
suo e poi tutti i discorsi dovrebbero confluire in linee guida di tutte la razze alpine italiane.
manca il primo passaggio e cioè l'ideazione delle linee guida. ecco perchè penso non sia
tecnicamente fattibile considerare l'esempio interreg nera di verzasca un'esperienza replicabile nelle altre realrà caprine. quello che invece va preso ad esempio è il loro modo di lavorare nel mettere
in campo forze e risorse economiche.
ciao labrambilla


15/10/2012, 7:30
Profilo
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Rispondi all’argomento   [ 20 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 17 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
POWERED_BY
Designed by ST Software.

Traduzione Italiana phpBB.it
phpBB SEO

Informativa Privacy