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La Scrapie è presente in tutto il mondo ed é nota gia dal 1732.
In Italia è stata segnalata per la prima volta in Piemonte nel 1976 ed attualmente è considerata una malattia endemica, cioè costantemente presente sul territorio. Negli ultimi anni il numero di nuovi focolai ovvero dei nuovi greggi colpiti dalla malattia ogni anno in Italia e di poco superiore ai 50. Il numero di focolai e di capi positivi varia sensibilmente a seconda delle regioni, con un numero maggiore di casi nelle aree a spiccata attività pastorizia quali la Sardegna, il Lazio e la Toscana.
Dal 1991 la scrapie è una malattia notificabile in Italia, cioè soggetta a denuncia obbligatoria da parte dei Servizi Veterinari all'Autorità Sanitaria. A seguito dell’epidemia di BSE “mucca pazza”, malattia molto simile alla scrapie, l’attenzione verso la malattia è aumentata notevolmente.
La Commissione Europea ha dunque intrapreso un programma globale per eradicare la scrapie che prevede un sistema di sorveglianza della malattia, misure di controllo nei focolai e una strategia di prevenzione. A partire dal 2004 in Italia e nei Paesi della EU, la scrapie è soggetta ad un piano nazionale di sorveglianza che prevede l'esecuzione di test post-mortem su un campione annuale di ovini e caprini regolarmente macellati o morti. I risultati di tale attività sono pubblicati da parte della Commissione Europea in un apposito Report Annuale.
La scrapie occupa attualmente un posto rilevante nei programmi nazionali e internazionali di controllo e profilassi delle malattie infettive, tanto che il codice zoosanitario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE), organismo internazionale responsabile del miglioramento della sanità animale nel mondo, prevede attualmente che gli scambi commerciali ovi-caprini e/o di loro prodotti, incluso il latte, siano subordinati ad una categorizzazione dei paesi in base al “rischio scrapie”.
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