No Flavia non ti sei dilungata troppo, semmai troppo poco. E' un argomento che mi appassiona e mi interessa non poco. Ringrazio anche Agro che mi ha dato una conferma indiretta di una cosa che sospettavo, ossia che dalle nostre parti si bada tanto al fare e meno al fare bene. Ossia si lavora magari tanto, ma non sempre bene e comunque sempre di fretta, quando si sega il fieno e quando ci si prende cura dei campi, per esempio. Quantità ma non qualità, dove per qualità intendo qualità dell'ambiente. E dunque sembrerebbe che sì, gli svizzeri sono più bravi di noi. Ma aspettiamo magari qualche altro intervento dell'altra campana prima di stendere definitivamente il velo pietoso sulla zootecnia intensiva padana.
Storiella a tema: un malghese con cui parlavo qualche giorno fa si lamentava dei cinghiali che, grufolando nel prato, gli han cavato qualche zolla qua e là. Io gli ho detto che, ora che aveva la terra nuda e coltivata per bene, poteva seminarci un po' di pisello, veccia o altro per arricchire il pascolo che, ahilui, è davvero misero. Non tutto il male viene per nuocere. Al che parte una discussione sul fatto che lui non ci pensa nemmeno a seminare in malga, che tanto non è sua, che ha altro da fare, chissenefrega, tanto gli da anche il mais che quello sì che le fa andare forte, mica l'erba, eccetera. Certo che no, pensavo tra me, quell'erba lì non se la sono mangiata nemmeno i cinghiali. A me sembrava una ovvietà, a lui una fesseria da perditempo.
Non voglio dire di credere di essere un genio, però a me curare il proprio terreno di pascolo sembra il minimo sindacale se voglio allevarci degli animali e mantenerli in salute e, magari, cavarci pure qualche litro di latte o qualche uovo. Quindi sostenete che curando attentamente la composizione dei pascoli e con uno sfalcio attento, che poi sono due aspetti della stessa cosa, e contando su razze rustiche, se ne può fare a meno? Non parlo di Saanen, Camosciate et similia, parlo delle Bionde dell'Adamello che vengono allevate dalle mie parti, che dovrebbero essere tra le più rustiche dei ceppi alpini, a cui tutti, ma proprio tutti, in stalla, pascolo, alpeggio e quant'altro danno i cereali: chi i fiocchi, chi i pellet, chi le granaglie intere o spezzate, ma l'integrazione la danno, dai 3 ai 600gr al giorno. A chi ho chiesto come fare per farne a meno m'ha sempre sconsigliato di farlo. Forse è il momento di fare uno stage in Ticino per vederci chiaro? Flavia mi prendi in malga?
Seriamente, volevo solo capire se è una questione ideologico-identitario-patriottica o se veramente si può lavorare in quel modo traendone i risultati che gli svizzeri ottengono: più latte più buono e niente cereali. Mi sembra troppo bello per essere vero.
Ciao.