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lucacanelagotto
Iscritto il: 30/09/2008, 16:44 Messaggi: 98 Località: BUCINE /Ar
Formazione: scuola superiore
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Ho pensieri contrastanti, parerei diversi, e non so cosa fare. Il problema sono le mie capre. Da circa 6 anni allevo amatorialmente capre razza saanen e razza tibetana. Nel corso degli anni spesso ho avuto problemi esclusivamente con le saanen. Da uno stato di salute, passano nel giro di poco alla morte, tutto inizia con disappetito dimagrimento e abbondante diarrea che neppure la cure tempestive del medico risolvono il problema. Dall esame anatomico e patologico emergono anemia diffusa, edema polmonare, edema gelatinoso sottocutaneo (tuttocio' dovuto alla forte diarrea); Nell'esame delle feci del fegato dell'intestino non risultano malattie e anche i batteri patogeni sono assenti. Essendo un allevatore amatoriale, gli animali non sono sfruttati, sono alimentanti con fieno di prato, un po' d orzo, e un paio di giorni a settimana son libere nel bosco dove si alimentano come vogliono. Due volte l'anno provvedo a somministrare prodotti per sverminare e hanno a disposizione acqua pulita del pozzo e rotolo di sale 360 giorni l'anno. Il Veterinario mi consiglia di cambiare razza, come hanno fatto molti allevatori professionali qui in zona, perche' sempre secondo lui la Saanen e' soggetta ad ammalarsi e di provare ad allevare capre camosciate o meglio ancora maltesi, che sono capre piu' rustiche che si adattano a ogni clima e ambiente e molto piu' resistenti a malattie. Vorrei riceve qualche parere di altri allevatori che hanno avuto esperienze con queste razze di capra e che mi possano dare un consiglio.
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24/09/2013, 9:53 |
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bush
Iscritto il: 25/03/2013, 14:36 Messaggi: 275 Località: urbino
Formazione: diplomato in agraria-zootecnia
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si le saanen in purezza sono molto delicate basta una corrente d'aria che si ammalano.. per questo molti allevatori ho visto che le incrociano con le camosciate perchè gli conferisce robustezza! anche la maltese non è il massimo e meno delicata della saanen però anche lei ha delle pecche .. io personalmente ti consiglio le sardo-maltesi hanno una discreta produzione di latte,non arriveranno mai al livello di saanen e maltesi pure, però sono robuste si adattano a qualsiasi situazione climatica e sfruttano tutto il cibo e il terreno a loro disposizione!
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24/09/2013, 12:42 |
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lucacanelagotto
Iscritto il: 30/09/2008, 16:44 Messaggi: 98 Località: BUCINE /Ar
Formazione: scuola superiore
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Grazie Bush per la tua risposta, che mi conferma quanto gia' avevo sentito dire. Mi dispiace un po' abbandonare le saanen per me le piu' belle capre dal punto di vista estetico (forse perchè sono abituato a queste) e grandi produttrici di latte!!!
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24/09/2013, 18:37 |
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ninconanco
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io ( a proposito salve a tutti, sono nuovo di questa sezione ), non sono un esperto, nè un allevatore ( solo per il momento, la pensione si sta avvicinando), ma ho passato qualche anno della mia vita a studiare diverse cose : diritto in particolare che non centra niente quì, ma anche medicina veterinaria ( 30 anni fa, solo una quindicina di esami ). Quello che posso dire da dotto ignorante o se 'preferite da ignorante socratico è che non mi sembra chiara questa storia. Non ho studiato epidemiologicamente la saanen e le sue malattie, ma non mi risulta normale questo racconto della moria di capre. Penso sia i caso di investire un istituto zooprofilattico, penso sia il caso di accertare la eziogenesi di queste morti misteriose.O forse è vero che ci sia una tale facilità a morire da parte di capre saanen e maltesi ( che sono le capre che più mi pacciono). per quel poco che ne so ( socrate ) solo i conigli e le piante di ciliegio sono così facili a morire. Ed anche quelli.....
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24/09/2013, 20:05 |
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lucacanelagotto
Iscritto il: 30/09/2008, 16:44 Messaggi: 98 Località: BUCINE /Ar
Formazione: scuola superiore
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in effetti, ninconanco, non ho capito neppure io come mai dalle analisi dei laborario zooprofilattico non e' emerso una malattia evinte che possa far morire le capre così velocemente, all'inizio avevano ipotizzato paratubercolosi che poi però risultava dall'autopsia. So solo per certo che le cure antibiotiche hanno lo stesso effetto dell'acqua!
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24/09/2013, 23:47 |
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ninconanco
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lucacanelagotto ha scritto: in effetti, ninconanco, non ho capito neppure io come mai dalle analisi dei laborario zooprofilattico non e' emerso una malattia evinte che possa far morire le capre così velocemente, all'inizio avevano ipotizzato paratubercolosi che poi però risultava dall'autopsia. So solo per certo che le cure antibiotiche hanno lo stesso effetto dell'acqua! Non si capisce bene, non era paratubercolosi? bene , io se mi permetti sempre da profanofarei tre discorsi : genetica, alimentazione, inquinamento ambientale. 1 provederei a cambiare sangue e , se non sfrutterei l'eterosi, vedrei di introdurre sangue saaneen , non proprio puro o anche sangue di saanen del tutto diverso, se anche in quei soggetti compare la patologia, passerei all'alimentazione. a proposito , ma i tuoi animali che produttività hanno ( quella potenziale in particolare) . Proverei ad alzare la frazione proteica dividendo gli animali in due lotti, oservando la diffusione del morbo tra i due quello senza e quello con (magari soia o pisello ofave o meglio tutti e tre per 50 grammi al giorno). 3 , sei sicuro che non vi è un inquinamento ambientale lì da te: radon, veleni procurati, kriptonite e porcherie varie. Qui da me trattano i ciliegi con decine di litri del dormex ( vietato , ma vi è un mercato parallelo e solo pochi sequestri). Comprendo il disappunto e .o scoraggiamento e visto che sono un esterno, ti offro queste idee. Poi , so che questo provocherà polemiche : su tre cani che ho , solo uno sarebbe ancora in vita se non ci avessi messo del mio nella guerra alla patologia ( generico). Ovvero non voglio dire niente, i professionisti sono fondamentali ma le strategie anche per arrivare ad inviduare le cause sono anche dipendenti da intuizioni che possono essere di chi è in prima linea, senza nulla togliere ai professionisti che possono non avere sott'occhio tutte le situazioni.
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25/09/2013, 15:01 |
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lucacanelagotto
Iscritto il: 30/09/2008, 16:44 Messaggi: 98 Località: BUCINE /Ar
Formazione: scuola superiore
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Ciao, in risposta ai 3 punti del tuo precedente post, penso che sicuramente otterrei qualche risultato introducendo animali "nuovi" ma sarebbe una prova che per ottenere i primi risultati (qualora vi fossero!!!) occorrerebbe aspettare del tempo. Io francamente sono stanco di vedermi sparire capre senza poter dare loro una cura. Per quanto riguarda l'alimentazione non so cosa pensare, le capre quando stanno bene sono in carne, con un bel manto folto e lucido, quindi credo che con il fieno, l'orzo, le ghiande, e il verde che trovano nei due giorni a settimana che le faccio pascolare per il bosco siano alimentate in modo corretto, poi considera che la produzione di latte e' e' solo per l'alimentazione dei capretti io non mungo gli animali, percui non sono neppure sfruttate!!. L'inquinamento lo escluderei a priori, la mia stalla e' in prossimità di un campo da anni incolto, e di un bosco.. non ci sono nelle vicinanze culture che necessitano di veleni.
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27/09/2013, 15:42 |
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ninconanco
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orsù, nessuno scoraggiamento ( se posso permettermi ), io non ho questa fortuna (di allevare un po di capre), per cui ti invidio, anche se adesso leggo un po di scoraggiamento. come ultima ipotesi, anzi la penultima ti esorto ad investire qualche istituto universitario magari uno parallelo, nella tua regione a quello a te più vicino o una università che abbia un particolae motivo per occuparsi di questo caso clinico. Quanto alla prova nell'introdurre nuovi soggetti , considera che per il rimescolamento dei geni ci vorrebebro mesi ed anni, ma se si ammalano anche i nuovi soggetti avresti la prova di matrice infettiva della malattia o comunque avresti un dato nuovo epidemiologico. Nel frattempo : osservazione e ... se posso permettermi, sempre da visitatore, chissà che il sig. Tosco abbia la penultima bis.
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27/09/2013, 19:50 |
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Tosco
Iscritto il: 07/06/2010, 14:55 Messaggi: 5321 Località: Maremma 'mpestata
Formazione: Perito Agrario
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Eccomi! Seguo la discussione sin dall'inizio. Io la vedo così: qui c'è oggettivamente un problema, ed immettere nuovi soggetti per tagliare il sangue potrebbe anche non servire a molto. Farei in questa maniera (che poi in parte è quanto hai già fatto o che ti è stato appena consigliato di fare). - Mi affiderei ad un Veterinario che abbia una discreta esperienza con i caprini (ed in giro ci sono..basta cercare bene). Nessuno meglio di lui saprà seguire quanto avviene nell'allevamento e dare i consigli più opportuni. - Alla prossima eventuale morte (speriamo comunque che non ce ne siano) chiamerei subito il più vicino Istituto Zooprofilattico e sentirei cosa devo fare per l'autopsia dell'animale. - In virtù dell'esito dell'autopsia, parlerei con i dottori dell'Istituto e con il mio Veterinario e assieme concorderei una linea da seguire. - Metterei comunque in conto la possibilità che i miei animali fossero malati, e che lo fossero anche quelli che non presentano alcun sintomo. Questo potrebbe portare a drastiche soluzione che neanche voglio introdurre poichè sarebbero veramente radicali. - Se comunque tu decidessi di inserire nuovi soggetti (cosa che non farei sino a che non fossi in possesso di qualche risultato sull'autopsia) li metterei altrove, e non li farei pascolare laddove pascolano soggetti a rischio o hanno pascolato soggetti malati. Il discorso sull'inquinamento è comunque interessante, ed ancora di più sarebbe poterlo approfondire con qualcuno che abbia la giusta conoscenza sullo specifico argomento. Tienici comunque informati sulla situazione. Ciao Tosco
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27/09/2013, 22:03 |
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ninconanco
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Visto che il sig. TOSCO ne parla, debbo sottolineare che anche io pensavo inizialmente a un fattore infettivo sparso tra portatori sani, che volta per volta sviluppano la patologia, ma poi ho congetturato l'ipotesi dell'inquinamento ambientale che può essere logica date le dinamiche in presenza delle quali, siamo ed infine, avendo sentito ciò che dice luc...lagotto sull'ambiente in cui vivono le capre, mi viene da pensare anche ..... che non tutto ciò che è tossico è artificiale. Avevo parlato ( senza convinzione ) di "radon", ma anche nel mondo vegetale ( pensate ai funghi epigei ) vi sono agenti tossici. Dalle mie parti ( e vi posso assicurare che a medicina veterinaria Bari da decenni se ne occupano) c'è una celebre essenza killer: la "ferula ombrellifera", che quì vieen anche chiamato finocchio selvatico della murgia ( su cui peraltro si sviluppa un fungo il "cardoncello di ferula" che è più ricercato dello stesso eringio. Le pecore ( ed immagino anche le capre), lo evitano accuratamente , quando hanno di che mangiare, ma in certe annate anche per la siccità ( la ferula è bella verde sin dall'autunno), se cedono alla fame la mangiano e il fattore tossico le fa morire di emorragie ( spandimenti e diatesi emorragiche interne ) , ecco perchè parlavo di istituto universitario. Perchè potrebbe essere necessario andare a parare verso il consulto di un istituto o specialista di tossicologia veterinaria. La logica potrebbe dirci che la presunta debolezza data dall'osservazione empirica in quelel zone può essere data anche da una mancata resistenza organica ad un fattore chimico ambienatle (naturale o artificiale), magari banale ( perchè no). Insomma : io non mi arrenderei, un ricercatore o professionisata ci sarà, che vorrà scoprire l'arcano. Poi naturalmente ognuno decide come crede
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28/09/2013, 14:15 |
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