Tosco ha scritto:
Nicolasss,
quanto proponi di fare...anzi, quanto propone di fare tuo padre è un percorso assai delicato e difficile.
Certamente possibile, ma molto difficile.
Dovrai disporre di stalle ben separate, ove le capre non possano avere alcun tipo di contatto tra di loro.
In molti sostengono che debbano essere interdetti i pascoli alle nuove capre, ma su questo avrei qualche perplessità.
Dovrai fare molta attenzione, essere presente ad ogni parto (difficile...assai difficile), e separare dal primo momento prole dalle madri e dal becco.
E poi ti assicuro che avrai sempre un rischio altissimo, e potrai veder vanificati i tuoi sforzi.
Mi quoto ed approfondisco.
L’artrite encefalite virale caprina (CAEV) è una malattia infettiva di tipo virale, e quindi si trasmette per opera di un virus.
Questi possono diffondersi in due modi: per contatto o con l'assunzione di latte.
Per contatto: si considerano rischiose la saliva, le secrezioni vaginali, gli scoli nasali ed il sangue.
Se i capretti non fossero perfettamente isolati dagli adulti POTREBBERO andare incontro al rischio della contrazione della malattia, anche senza poppare.
Si noti che comunque, seppur limitata a 15 minuti circa, il virus possiede una propria vitalità all'aria aperta.
Quindici minuti possono costituire un problema...un grosso problema, se magari abbiamo degli scoli o deiezioni degli adulti che vanno nell'area deputata ad isolare la prole.
Quindi, e lo ribadisco, è rischioso mantenere entrambi i gruppi.
Per latte: viene trasmessa attraverso l'assunzione diretta del colostro e del latte per i capretti ma è da considerarsi a rischio anche la mungitura meccanica.
Infatti, mungendo un animale infetto, questo può infettarne un'altro attraverso l'utilizzo di una mungitrice.
Il rischio diffusione tra soggetti adulti potrebbe derivare anche da questo aspetto, e se non si utilizzassero idonee calzature, guanti, cuffie e tute, potremmo portare questo virus anche dai capretti...considerando i famosi 15 minuti di cui sopra.
Il rischio altissimo è legato al fatto che una persona possa commettere degli errori...delle sviste...delle superficialità, e che queste possano compromettere in modo irreparabile anche la salute della prole isolata.
Questo volevo dire, e questo ho ripetuto, sottolineando di nuovo anche:
Cita:
Sono l'ultima persona che consiglierebbe l'abbattimento degli animali, ma valuta bene il da farsi, consigliandoti anche e sopratutto con il tuo veterinario e con l'Istituto Zooprofilattico.
Se ti rechi in all'Istituto Zooprofilattico (e ti consiglio di farlo) senti loro: vedrai che gli scrupoli non saranno mai troppi.
Saranno inoltre necessari numerosi prelievi ematici, al fine di monitorare con regolare scadenza tutti i soggetti giovani, visto che una volta contratta la malattia il capretto malato non lo manifesta nell'immediato, o perlomeno non sempre.
Quindi, senza saperlo, nel periodo che intercorre tra due prelievi ( questo te lo dirà il Veterinario o l'IZS) potresti avere dei soggetti malati che contagiano altri soggetti malati.
Da non sottovalutare anche l'aspetto logistico: hai una, anzi due strutture idonee ben isolate fra di loro? Sei in grado di seguire le ferree regole di prevenzione tanto per la pulizia degli ambienti, quanto per quella della mungitrice e della tua persona (o di chi entra nelle stalle?).
Non mi pare che tutti questi esempi che io ho portato rappresentino una contraddizione a quanto ho asserito nel mio passato intervento, e con piacere ribadisco il concetto già espresso: puoi farcela, SICURAMENTE, ma il rischio è altissimo e potrai veder vanificati i tuoi sforzi.
Tosco