L'antropocentrismo congenito nella razza umana, simboleggiato dal potere di dare un nome agli esseri viventi così come si legge nella Genesi, fa sì che ci si senta superiori agli animali e non semplicemente diversi da loro.
Con la rivoluzione copernicana introdotta dall'etologia l'uomo deve porsi al livello dell'animale per poter comunicare con lui e in questa adattabilità rivela le caratteristiche di intelligenza e sensibilità che ne dovrebbero fare un essere superiore (
).
Ma finchè quest'esigenza non sarà maggiormente avvertita ci troveremo circondati da cani snaturati dal loro status cui vengono via via imposti transfert di desiderio di prole (cucciolotto-otto tessoro di mamma), desiderio di potenza (cagnaccio cattivo possibilmente potenziale killer), desiderio di miglioramento sociale (cane blasonato di razza) e quant'altro. Cani non più cani cui parlare con linguaggio inappropriato dettato solo dalla nostra arroganza umana.
E se poi il povero cane fraintende il nostro parlare incomprensibile e cerca di imporsi secondo i suoi canoni da animale? Sua la colpe e sue le conseguenze. Noi umani siamo sempre dalla parte della ragione.
E dopotutto stiamo parlando solo di cani.