Sono nuova di questa sezione...volevo esporvi la storia di un piccolo cucciolo che si è beccato la leptospirosi....da poco arrivato nella casa della mia vicina da circa un mese...lei ne ha altri 7 ..da due giorni non stava benissimo ...insomma portato dal veterinario e appurato che era affetto da leptospirosi, era trattato con antibiotici e liquidi...oggi di nuovo dal veterinario si è aggravato, è domenica contattiamo il veterinario per le urgenze, ci dà appuntamento alle 10 di stamane....e ora arriva il bello anzi il vergognoso...arriviamo... il cagnolino in braccio, stava visitando un altro cane.ci prega di non stare in sala d'aspetto ma di stare in macchina...tocca a noi...il piccolo peggiora e muore...grande dispiacere, grande dolore..ci porge un sacco nero per le immondizie, un sacco enorme...mi prega di tenerlo aperto sul bordo del lettino..stava spingendovi dentro a testa in giù il povero animale.
Al chè ho ritenuto doveroso chiedergli perchè non va a fare un mestiere diverso dove non c'è pericolo di infettarsi...stò valutando anzi chiedo a voi se la deontologia di un medico veterinario vieta di stare in sala di attesa e di gettare nelle immondizie un cagnolino.
Volentieri aspetto un vostro pensiero in proposito
Grazie

cosa pensare .......bisognerebbe sentire il parere di altri veterinari ........certo chi vive queste situazzioni tutti i giorni magari perde quella delicatezza e sensibilita che abbiamo noi ........mi ricordo la prima volta che mi mori il primo criceto.........che dispiacere.......dopo ne ebbi altri e la loro morte mi traumattizzo" di meno.......ma dopo dissi basta ad animali cosi "delicati"

Io penso che il saccone dell'immondizia il vet lo usasse non perchè gli facesse schifo l'idea di infettarsi, ma per sacrosante norme igienico sanitarie tese a tutelare l'interesse della sua clientela. E questo depone per me a favore della sua professionalità.
Detto questo, il "mio" vet è professionale e delicato, dimostrando un amore per gli animali e rispetto per i suoi clienti che va al di là delle semplici norme sanitarie, pur comprendendole tutte. E, chiaramente, in certi momenti è diverso dal collega del tuo racconto.
Purtroppo all'università ti insegnano a curare e riconoscere le patologie, l'esame di deontologia l'hanno tolto pure a medicina per umani.... e i risultati si vedono

Condivido appieno. Il rapporto medico-paziente è qualcosa di intrinseco collegato con la sensibilità individuale ed è perciò vero che, per certi versi, "chi non ce l'ha non se lo può dare", ma sarebbe comunque auspicabile una maggiore attenzione da parte dei sanitari nella gestione della sofferenza altrui.