Si è molto interessante l'ultimo passo e credo che sia da addebitare a quest'ultimo la fama del cane sardo di esser resistente ad alcune malattie, credo che questa peculiarità, tramandata da padre in figlio è giunta sino ai giorni d'oggi in maniera generica ma che nello specifico si riferisse solo alla rabbia.
non so se nel sottostante passo hai notato la postilla 33 che ti riporto ora cerco di capire in che epoca Aristotele scrisse a riguardo.
Comunque non so se ti è sfuggito il particolare dove il Cetti scrive dove i cani sono "generalmente" di pel corto e non allignano i lanuti.
( Laicu per la tua nuova crociata sul tema pelo ti ho fornito uno scudo con il quale puoi difenderti senza spargimento di sangue

)
Ciò non ostante in un luogo di forse quattromila cani, in un soggiorno di oltre a otto anni, non intesi di cane sicuramente rabbioso, se non una sol volta, ed allora solo si vide il caso di idrofobi.
Forse a sì fatta sanità giova in Sardegna la cautela per ciò praticata di gittare via i cani del primo parto, creduti più disposti alla rabbia;
forse giova, che i cani generalmente sono di pel corto, e non allignano i lanuti, creduti anch’essi più soggetti a tal morbo;(33)
ma certamente deve giovare l’assenza del lupo, da cui spesso la rabbia incomincia, e non è ne’ cani se non trasfusa.
33. Celio Aureliano nel terzo libro de’ morbi acuti [Celio Aureliano, De
morbis acutis et chronicis] racconta, come a suo tempo l’isola di Creta era
dalla rabbia de’ cani infestatissima. Creta era vicinissima alla Laconia, do-
ve i cani erano lanuti, come si manifesta dalla Storia degli animali d’Ari-
stotile al lib. VIII, cap. 28; e forse di questi cani lanuti fornendosi Creta,
ne avveniva che essa, comunque isola del Mediterraneo ugualmente che
la Sardegna, pur sul punto della rabbia canina ne fosse sì diversa.