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Evoluzione di una razza dopo il riconoscimento ufficiale
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Sambo
Iscritto il: 08/02/2013, 16:42 Messaggi: 315 Località: Monterenzio (Bo)
Formazione: Corrispondente aziendale
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Chiedo il permesso di aprire questa discussione su un argomento a me caro, dopo aver letto l'ultimo post di Pedru sulla pagina del Cane Fonnese. Mi sento di condividere o meglio di aver condiviso con lui l'approccio ad una razza che da decenni avrebbe dovuto essere conosciuta in Italia al grande pubblico proprio perché italiana pura, e antica, ed invece scambiata il più delle volte, sempre dal grande pubblico, per meticcio. Ho condiviso lo studio delle linee di sangue ormai estinte, a volte rovinate da chi ha lavorato male o in consanguineità errata, fissando i difetti invece che i pregi. Ho avuto l'onore di collaborare con persone semplici dall'enorme esperienza canina, più competenti di un giudice enci senza che avessero mai letto un libro sui cani o essere stati ad una mostra canina. Ho provato la fatica di allevare con coscienza, ho imparato preziose nozioni dai vecchi allevatori anche se coi vecchi allevatori molto spesso ci si litiga di brutto, ma poi si finisce a berci un bicchiere di vino insieme in allegria. Ho imparato a ricordare ciò che dicevano a denti stretti di ogni lagotto che possedevano, perché se chiedevi di chi era figlio quel cane, ti rispondevano “eh, lo so io!” ed era finita lì. Ho condiviso con loro i momenti bui e poi quelli di grande soddisfazione. Ho speso denaro, tanto denaro, per tentare di allevare con cognizione. Ho viaggiato tutta Italia assieme agli allevatori o meglio, ai fantastici tartufai romagnoli e alle loro famiglie, per far conoscere i lagotti. I nostri lagotti alle expo hanno sopportato con infinita pazienza migliaia di cani che li annusavano, mani di decine di estranei addosso e le grida dei bimbi che volevano carezzarli, loro che in alcuni casi non erano mai usciti dal recinto di casa altro che per andar per boschi. Dopo anni si è presentato il percorso del riconoscimento, sono arrivati i cinofili illustri con i libri sottobraccio, che si presentano a casa tua col metro e il taccuino tra le dita, a misurare zampe, tastare toraci e crani, tastare i tuoi amati da ogni lato, guardare denti, fare commenti e critiche (quelle sì che feriscono!) sui tuoi cani che per te sono i più belli del mondo, parlare il “cagnese”, assi cranio-facciali, morfologia, genetica, verso chi non sa nemmeno cosa sia uno standard o una misurazione. Tutta brava gente orgogliosa e gelosa dei propri cani, che non voleva certo sentirsi dire da boriosi estranei di città come doveva allevare i propri cani, e che se il giudice gli chiedeva “mi faccia vedere i denti” gli mostrava i suoi, non quelli del cane. Poi è arrivato il riconoscimento, finalmente. In pochi anni la razza viene conosciuta, allevata non più da due o tre vecchi personaggi ma da decine di appassionati. Poi non si passeggia più nel capannone delle expo da estranei, le gare si vincono. Si vince sulle razze più conosciute, più amate. Scatta la competizione, il mio cane è più bello del tuo, pettinato meglio, presentato meglio. E dopo? Che succede dopo? C'è effettivamente la paura del dopo riconoscimento. Eh, dopo può succedere che la razza si evolva, o il più delle volte, si modifichi a tal punto da non ricordare la razza di partenza. Per varie ragioni, che vorrei leggere anche da voi. Vorrei tanto che chi ha avuto o sta avendo esperienze con razze italiane o estere che hanno avuto il riconoscimento da qualche tempo, dicesse la sua sul quanto lo standard ENCI modifichi a lungo andare una razza già fissata, non da esperti cinofili, ma di semplice gente che coi cani ci lavora da decenni se non da secoli e per loro ha la vera passione. Non parlo di differenza tra un cane da lavoro o da expo, parlo della differenza tra un cane “vecchia stirpe” e uno che vince le gare di bellezza. Perché secondo la mia piccola esperienza personale, lo dico sottovoce, il lagotto di oggi non è più quello che era 30 anni fa, prima di diventare ufficiale. E non sto dicendo che sia migliorato. Dico solo che non è più lo stesso che ho visto nelle aie dei vecchi allevatori romagnoli, il famoso “cane riccio”. Mi scuso per la lunghezza del post, ma è un argomento che sento nel cuore
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24/05/2013, 21:23 |
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Peppeddu
Iscritto il: 18/03/2013, 14:25 Messaggi: 180 Località: Sinnuri
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Konrad Lorenz, nel suo libro “E l'uomo incontrò il cane” espresse chiaramente i seguenti giudizi sui cani selezionati per bellezza, offrendo tracce precise sui criteri da adottare nella selezione del cane domestico.
Nel suo libro scrisse esplicitamente queste sue opinioni: "E' triste ma innegabile che un'accurata selezione di caratteri fisici non è conciliabile con una selezione di caratteri psichici. Gli esemplari che corrispondono a tutte le esigenze in entrambi i campi sono troppo rari per poter fondare solo su di loro la continuazione di una razza. Come io non conosco un solo scienziato veramente di genio che sia anche un Apollo, o una donna che incarni la bellezza ideale e sia dotata di un'intelligenza più che mediocre, cosà non conosco un campione di una qualsiasi razza canina che vorrei avere come mio cane. Anche se un allevatore si pone come compito una severissima selezione da entrambi i punti di vista, in pratica non potrà fare a meno di scendere a dei compromessi. Così si incominciò a separare quella che è l'estetica dell'animale dalle sue prestazioni. Nei tempi andati, quando il cane era ancora prevalentemente un animale utile e la moda non aveva l'importanza che ha assunto oggi giorno, non esisteva il pericolo che nella scelta degli animali d'allevamento le qualità psichiche venissero trascurate."
"La cosa però diventa veramente grave quando l'onnipotente tirannia della moda, la più sciocca fra le femmine sciocche, si arroga di prescrivere ai poveri cani quale deve essere il loro aspetto. Non esiste una sola razza canina le cui eccellenti qualità psichiche originarie non siano andate totalmente distrutte non appena la razza è diventata di gran moda. Soltanto se in un angolo sperduto del globo i cani in questione hanno potuto continuare ad essere allevati come animali normali, al riparo della moda, questo deterioramento ha potuto essere evitato. Così nel loro paese ci sono ceppi di cani da Pastore Scozzese in cui vivono ancora tutte quelle magnifiche qualità di carattere tipiche di quella razza, mentre i nobili Collies allevati nell'Europa centrale, come cani di moda, agli inizi del secolo, hanno subito un incredibile processo di peggioramento sia nel carattere che nell'intelligenza. Se in una razza che diventa di moda, non c'è un allevatore che sappia dare il necessario sostegno alle qualità psichiche degli animali, la sua sorte è segnata. Persino allevatori indubbiamente onesti, che preferirebbero morire piuttosto che permettere l'incrocio di un animale che non sia di razza purissima fino al più lontano antenato, non trovano nulla di immorale nell'allevare esemplari fisicamente splendidi che recano però tare psichiche. Lettori cinofili, per i quali scrivo questo libro, credetemi: la gioia di possedere un cane che rappresenti quasi la perfezione della sua razza, si spegne pian piano nei lunghi anni d'intimità , ma non si spegne il disagio che creano certe carenze psichiche come l'eccessivo nervosismo, l'ombrosità , l'esagerata pusillanimità ." "..già nell'organizzazione delle mostre e dei concorsi si nasconde un certo pericolo: in una mostra canina il fatto stesso della concorrenza conduce automaticamente a esasperare i caratteri specifici di razza dei diversi esemplari. Se si osservano immagini antiche, che per le razze canine inglesi risalgono fino al Medioevo, e si confrontano con le razze degli attuali rappresentanti delle stesse razze, questi ultimi appaiono come grottesche caricature di quei nobili esemplari."
"Ed ora faccio una domanda agli allevatori, di cui è lecito presumere che capiscano cos'è un cane: non sarebbe meglio provare, anche una sola volta, ad allevare uno di questi cani intelligenti, fedeli e coraggiosi, pur correndo il rischio che, nel punteggio che riguarda le proporzioni del corpo, esso risulti battuto da quei capolavori usciti dalle mani di tosatori di lusso?"
_________________ Bessin a fiottu a s'iscurigada inghiriados de catteddhos lanzos limùsinan su mossu a sos istranzos lustréndhelis sos bottes a limbada. Faghen sa tana inue b’at pius dinari e pro un’ossu si jompen pari-pari
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24/05/2013, 21:29 |
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Peppeddu
Iscritto il: 18/03/2013, 14:25 Messaggi: 180 Località: Sinnuri
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Gli esempi di razze rovinate sono numerosi quante sono le razze riconosciute... questo è il cane che poi sarebbe stato chiamato "cane di san Bernardo", completamente diverso, ora pesa 90 kg e mangia come un bue... e se lo metti in alta montagna a guardiare il bestiame gli prende un infarto
il fonnese è gia in declino da anni, ma per fortuna esistono ancora moltissimi esemplari ben selezionati nel carattere e nella morfologia.. spero che gli allevatori non dimentichino mai che cos'è il cane sardo e qual'è la sua funzione
Allegati:
San Bernardo.jpg [ 37.55 KiB | Osservato 989 volte ]
fonnesi anni 30.png [ 247.92 KiB | Osservato 989 volte ]
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24/05/2013, 21:42 |
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robert63
Iscritto il: 03/04/2011, 20:36 Messaggi: 2651 Località: CARRARA
Formazione: Geometra
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Ho sempre considerato gli allevatori,ma quelli con la A maiuscola,i veri custodi della razza e del suo standard.Purtroppo nel corso degli anni questo principio basilare e' passato per molti(ma non per tutti)allevatori in secondo piano,ricercando in maniera esasperata cani che rispondessero a determinati standard. Il risultato, però, non è stata una selezione di qualità, ma una selezione di razza per soddisfare l’occhio dei giudici delle esposizioni e degli eventuali compratori. Sono altresì convinto che debbano essere i giudici ad assecondare gli allevatori con la A maiuscola e non gli allevatori ad assecondare i giudici per "vendere"qualche cucciolata in più a scapito della razza.Credo che tutti gli amanti dei cani, che ne possiedano uno o meno, siano concordi nell’affermare che una selezione di razza che si muove nella direzione di malessere del cane non solo vada fermata, ma non ha alcun diritto di essere chiamata “selezione”. Quindi concludo con una domanda:Standard di razza o “che razza di standard!” ? Un saluto a tutti Roberto
_________________ se non scali la montagna non potrai avere una visione chiara della pianura!
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24/05/2013, 22:17 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Caro Sambo, la discussione da te aperta è senza dubbio interessante e dovrebbe (notare il condizionale) portare alla luce tanti aspetti su questo tema, sia positivi che negativi. Ma conoscendo, ormai le persone e avendo una più che discreta esperienza in vari forum e sui vari personaggi che li frequentano, credo che, sfortunatamente, questa discussione si presti enormemente ad estremismi contrapposti e, quindi, alle polemiche più accese e a degenerazioni poco urbane, perciò (sperando di sbagliarmi) ho l’impressione che non avrà vita facile e, allora mio malgrado, sarò costretto a chiuderla senza esitazione. Comunque, per quello che posso, anche io esprimerò il mio parere, già più volte esternato in vari post. Saluti Pedru
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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24/05/2013, 22:35 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Mi trovo d’accordo in gran parte su quanto dici, ma non su tutto, ed è normale. Dici: “Ho imparato a ricordare ciò che dicevano a denti stretti di ogni lagotto che possedevano, perché se chiedevi di chi era figlio quel cane, ti rispondevano “eh, lo so io!” ed era finita lì” Succedeva e succede anche qua, come succede che altri ti dicano la genealogia dei loro cani fino a non so quante generazioni, ma se torni qualche mese dopo e gliela richiedi, te la senti ripetere non proprio uguale alla prima versione. Io ho girato tutta la Sardegna, quando i cani Fonnesi erano molti di meno che adesso, e anch’io ho speso tanto tempo e tanti soldi (come si dice in sassarese:”un bé di dinà”). Dovevi andare anche nelle montagne più sperdute, in ambienti di una diffidenza incredibile, sempre raccomandato da qualcuno (e se parlavi in sardo, meglio ancora), a vedere questi cani, altrimenti non te li facevano nemmeno vedere e ti dicevano di non averne. Io mi son fatto l’idea parlando da 20 anni con pastori allevatori di Fonnesi, che ognuno ti raccontava la sua versione, stava poi a me mettere insieme qualche comun denominatore e confrontare il tutto con i cani che vedevo. Ti dirò che ne ho visto e sentito di tutti i colori. Cani brutti e cani belli, coraggiosi e timorosi (a prescindere dalla morfologia). Morale: non è che un pastore, solo perché ha allevato qualche Cane Fonnese o supposto tale, sia il Verbo, il custode della verità. Anzi molte volte ti danno versioni contrapposte. Da noi non son venuti “cinofili” a vedere e schedare i nostri cani, ma giovani ricercatori della Facoltà di Veterinaria della Università di Sassari: li fotografavano, li osservavano (anche nel comportamento) e poi li misuravano. Io avevo Jana, che non si lasciava toccare: ho dovuto misurarla io e, per fare il prelievo del sangue abbiamo dovuto mantenerla in due con grande fatica: io e mio figlio. Non voleva avere nessun rapporto con gli estranei. E poi trascrivevano tutto nella scheda. Quale sembrava il destino del Fonnese, prima che ci si muovesse per il riconoscimento, l’ho già detto più volte: il declino e la scomparsa. Quindi l’inizio del riconoscimento ha avuto il benefico effetto di risvegliare l’interesse per questa razza, ormai oggi in forte espansione. Che cosa ho imparato in tutti questi anni? Che del Fonnese esistono varie tipologie, tutte però aventi molte caratteristiche in comune, nel complesso una grande omogeneità. Il problema è (e soprattutto era) che quando uno vede una tipologia diversa dalla sua, spesso rimane titubante e ti dice: "quello non è un Fonnese", allora ci vuole una persona abituata a vedere diversi tipi di quella razza per saperti dire, con cognizione di causa, se quell’esemplare ne fa parte o meno. Comunque, anche io ho una certa perplessità, pur orgoglioso della strada intrapresa, e temo che anche il Fonnese venga selezionato da alcuni solo in base alla morfologia e non anche al carattere. Temo i “cagnari” che si precipitano su qualcosa in cui vedono un guadagno e lo selezionano e moltiplicano senza scrupoli, selezionando magari i più mansueti (quelli che un tempo si eliminavano) badando solo allo standard. Standard che io ritengo necessario proprio per evitare che passino per Fonnesi cani che non lo sono o viceversa, anche se so che errare è umano anche con lo standard alla mano (figuriamoci senza!) Comunque, per il Fonnese, finora non è cambiato nulla, tranne una maggiore uniformità morfologica che in passato. Poi si vedrà, ma come ho già detto tante altre volte, il destino del Fonnese è soprattutto nelle nostre mani, mani di Sardi, siamo noi noi che dobbiamo continuare a tutelarlo, selezionandolo con un occhio allo standard (fatto in base ad una media matematica e quindi difficilmente criticabile) e un altro al carattere, sapendo distinguere fra aggressività patologica ed equilibrio intelligente, cosa di cui il Fonnese è estremamente dotato. Saluti Pedru
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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24/05/2013, 23:37 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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robert63 ha scritto: Ho sempre considerato gli allevatori,ma quelli con la A maiuscola,i veri custodi della razza e del suo standard.Purtroppo ...................... Quindi concludo con una domanda:Standard di razza o “che razza di standard!” ? Un saluto a tutti Roberto quoto Bella domanda!!! Comunque, per rispondere, dico brevemente che pur conoscendo storia e standard di altre razze (su cui anch'io avrei molto da dire, ma mi astengo dal commentare anche per evitare eventuali sterili polemiche), per ora mi riferisco solo al Cane Fonnese, ma alcuni punti sono basilari e valgono per tute le razze in generale. Mi sembra chiaro che lo standard porti dei vantaggi e degli svantaggi. I vantaggi sono che, se lo standard è fatto bene è un punto di riferimento, da’ dei dati certi che tenendoli presenti, impedisce la deriva della razza e il moltiplicarsi di tipi morfologici troppo diversi, perché succede spesso che ogni allevatore dica: " il vero Fonnese è questo e non quello", si selezionano le tipologie a seconda delle simpatie personali o anche semplicemente si lascia tutto al caso, di conseguenza si genera una grande confusione. Anche affidarsi alla memoria degli anziani non è una garanzia: spesso danno versioni contrastanti. Detto questo, è facilmente comprensibile che nel giro di qualche generazione umana, la razza morfologicamente non è più la stessa di 50 - 100 anni prima. In Sardegna succedeva che in varie parti della regione, si avevano cani diversi, tutti chiamati “Fonnesi”. Quindi lo standard serve a fissare le caratteristiche di base, e per il Fonnese è stato fatto rispecchiando scrupolosamente le caratteristiche di base della razza, in base a dati raccolti da persone assolutamente al di fuori delle parti (ripeto: ricercatori della Facoltà di Veterinaria della Università di Sassari) su oltre 200 cani censiti in varie parti dell'Isola. Da questi dati poi si è estrapolata una media strettamente matematica delle caratteristiche individuate, che, guarda caso, corrisponde abbastanza fedelmente a quegli standard che avevamo fatto noi, con le nostre piccole associazioni di appassionati (a Cagliari, ad Oristano e a Sassari nei primi anni ’90 in maniera assolutamente indipendente una dall’altra) e, da tale media si è ricavato lo standard. Quindi, lo standard del Fonnese rispecchia abbastanza fedelmente le caratteristiche di questa razza, escludendo quelli che si allontanano dalla media, vale a dire riporta le caratteristiche della maggior parte dei cosiddetti "Cani Fonnesi". Gli svantaggi sono stati descritti più volte anche in questo Forum, spesso esagerandoli oltremisura. Detto in breve sarebbero che il guardare solo la morfologia e magari modificandola per avere dei cani più appariscenti, da esposizione, appunto, si perdono le caratteristiche della razza. Io non sottovaluto questo aspetto, tutt'altro, ma ripeto: sta a noi fare in modo che il nostro cane rimanga tale e quale a come è adesso, con fatti concreti e non a parole e io, nel mio piccolo, sempre avendo in testa lo standard, sto bene attento a riprodurre cani con caratteristiche caratteriali tipiche della razza. Per finire, c’è sempre quello che non è mai contento, o perché è un “Bastian contrario” per natura, o perché lo standard non coincide con i cani che ha lui. @ Peppeddu: i cani “Fonnesi” degli anni ’30, del tuo ultimo post … non sono Fonnesi tipici. Questo te lo dico tranquillamente io, ma te lo potrebbe dire chiunque s’intenda appena appena di questa razza.. È un chiaro esempio di quello che si può far passare per una determinata razza, anche se non ne ha tutte le caratteristiche, o (ma il concetto non cambia) sono "Fonnesi" agli estremi opposti. Secondo il mio parere il cane a sinistra è un po' troppo esile e il muso troppo appuntito, non mi sembra un mesomorfo né, tantomeno, un molossoide. Quello di destra invece mi sembra francamente un molossoide, più vicino al Dogo Sardesco che al Fonnese. Comunque sia, è innegabile che sono tipologie molto diverse, che difficilmente si possono accomunare in una stessa razza. Quello che li unisce, sempre a giudicare dalla foto, sono lo sguardo intenso e gli occhi frontali e ravvicinati, entrambi elementi tipici della razza. Saluti Pedru
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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25/05/2013, 9:33 |
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Peppeddu
Iscritto il: 18/03/2013, 14:25 Messaggi: 180 Località: Sinnuri
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Pedru ha scritto: @ Peppeddu: i cani “Fonnesi” degli anni ’30, del tuo ultimo post … non sono Fonnesi tipici anche il sanbernardo in foto per un allevatore di oggi non sarebbe tipico... comunque ho la foto in dimensioni reali e ci sono tre cani, tutti molossoidi, anche quello che ti sembra esile, in realtà è grosso almeno quanto il mio cane ... una cosa che mi ha colpito è che da poco in una foto recente ho visto due cani della stessa cucciolata identici a quelli degli anni 30. sul dogo sardesco ho gia detto molte volte come la penso quindi è inutile scrivere altro. Il discorso di questa discussione è in generale, non sul fonnese, il mio era solo un esempio
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25/05/2013, 20:32 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Peppeddu ha scritto: anche il sanbernardo in foto per un allevatore di oggi non sarebbe tipico... comunque ............................ Il discorso è generale, ciò non toglie che ognuno può fare riferimenti alla razza che vuole. I cani che tu hai postato sono un ottimo esempio di quanto dicevo: tutti possono vedere le notevoli differenze fra essi. So anch'io come te, e tu sai che io lo so, che di Fonnesi ne esistevano tante tipologie: ci voleva poco, senza uno standard, a dire: q uesto è "Fonnese" e di Fonnese aveva poco, o magari lo era solo "di striscio". Sul Sambernardo non poso dire molto, può farlo uno che conosce bene l'origine e la razza, ma sul Fonnese posso dire tanto, e ho visto foto anche antecedenti agli anni trenta con Fonnesi simili a quelli attuali, cioè con le caratteristiche ammesse dallo standard approvato dall'ENCI. Tu prova a far vedere quelle tue foto ad un Fonnese (cittadino di Fonni) o a qualunque altro che alleva questa razza da sempre, per tradizione familiare (per esempio Addai, ma non solo) poi sentiamo cosa ti dicono. Peppeddu ha scritto: ... una cosa che mi ha colpito è che da poco in una foto recente ho visto due cani della stessa cucciolata identici a quelli degli anni 30 Evidentemente si tratta di qualcuna delle tante razze sarde allevate però solo localmente, ma che di "Fonnese" non hanno molto. In ogni modo, quelle foto dimostrano in modo esemplare, cosa succede quando non c'è uno standard serio (basato sulle caratteristiche comuni a una determinata razza) a cui ruferirsi. Vedremo invece cosa succederà in futuro, se lo standard attuale verrà modificato e come si evolverà il nostro Fonnese. Ma come detto più volte, e non mi stancherò mai di ripeterlo, sta a noi selezionare bene e vigilare per contrastare le porcherie che altri potrebbero fare. Saluti Pedru
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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25/05/2013, 21:56 |
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Peppeddu
Iscritto il: 18/03/2013, 14:25 Messaggi: 180 Località: Sinnuri
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Pedru ha scritto: Evidentemente si tratta di qualcuna delle tante razze sarde allevate però solo localmente, ma che di "Fonnese" non hanno molto. In ogni modo, quelle foto dimostrano in modo esemplare, cosa succede quando non c'è uno standard serio (basato sulle caratteristiche comuni a una determinata razza) a cui ruferirsi. non è una razza locale dai, ho parlato con gente di tanti paesi in zone diverse della Sardegna e i cani antichi me li hanno descritti così, anche la descrizione che fa Valtàn del cane di Fonni di certo non rispecchia lo standard di oggi... il fatto che quei due cani in foto siano diversi non è un male, nelle cucciolate nascevano sempre a pelo lungo corto e medio... la maggiorparte fulvi e grigi, di solito molossoidi ma anche levrettati a seconda della percentuale di sangue di levriere... di fonnesi simili a quelli standard nelle foto antiche ne ho visto solo uno, nero con chiazza bianca a pelo lungo(non troppo).. sicuramente un mesomorfo, ma tendente al molossoide... la foto l'ho anche postata su un'altra discussione perchè somigliava alla madre del mio cane . Questo vuol dire che qualcuno c'era, ma bisogna tener conto degli incroci frequenti con il levriero e della consanguineità spinta che riduce la taglia. Secondo me la razza standard di ora include ai limiti dello standard qualche fonnese di tipo antico, ma include anche quella che viene chiamata degenerazione del fenotipo, cioè cani più piccoli, con il pelo molto lungo e morbido ed esili di struttura... ed esclude i doghi sardeschi che, quando sono selezionati senza fare impiastri (e lo dimostrano le foto, gli scritti e la memoria della gente) erano i cani da pastore diffusi in tutta la Sardegna... se così non fosse tutti gli anziani con cui ho parlato e lo stesso Valtàn sarebbero dei bugiardi e i fotografi che hanno immortalato i nostri cani sarebbero dei truffatori che hanno scoperto photoshop nel secolo scorso. Detto questo aggiungo che non mi interessa più di tanto anzi, credo sia meglio che rimangano senza riconoscimento da parte dell'enci, così è contento sia chi gli piace andare alle mostre che chi è contrario a queste cose Pedru ha scritto: sta a noi selezionare bene e vigilare per contrastare le porcherie che altri potrebbero fare. Saluti Pedru questo senza dubbio, le porcherie le fanno gia ora, quindi vigilate e contrastate . Auguri e figli fuori standard(nel senso buono)
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26/05/2013, 20:31 |
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