Ciao JFLori. Da quello che dici, mi sembra di avere diverse opinioni in comune con te.
JFLori ha scritto:............ Tra queste razze includo soprattutto, facendo riferimento qui alle "razze" italiane, il cane fonnese, il cane di mannara, il dogo sardo, il levriero (qui vado fuori tema) meridionale e quello sardo (ho seguito un ordine alfabetico poiché le ritengo razze ugualmente importanti e da salvaguardare). ............................................
Per quanto riguarda le razze “non riconosciute” bisogna spiegare qualcosa, anche se dovrò dilungarmi un pochino.
Ottenere un riconoscimento ufficiale non è facile. La prassi che L’ENCI richiede non è molto semplice (e io dico “giustamente”). Prima di tutto ci vuole un censimento che schedi un numero significativo di esemplari, per ogni cane censito si prepara una scheda con tutti i dati del cane e con annesse foto e anche filmati. Poi fra le varie altre cose, si devono far pervenire all’ENCI almeno otto famiglie di un dato numero di cani, queste famiglie “iniziali” non devono avere alcun legame di parentela fra loro. Dopo che tutta la prassi è stata diligentemente esplicata, il L’ENCI decide se è il caso di accettare o respingere la richiesta. In Caso positivo, sempre nella sede centrale di Milano, si prepara il Libro della Razza, questo è il primo passo per il riconoscimento ufficiale.
Poi, dopo che esperti ENCI ( sempre della sede centrale) vanno sul osto per vedere e controllare di persona un numero il più ampio possibile di esemplari della razza in questione, per accertare la omogeneità dei soggetti.
A questo punto si dichiara il riconoscimento ufficiale e, alla prima occasione, si fa un raduno di cani della razza in questione e si apre ufficialmente il Libro della Razza: gli esemplari presentati vengono osservati ad uno ad uno da esperti giudici dell’ENCI e se giudicato idoneo, il cane viene iscritto al libro con la valutazione di tutti i caratteri dello standard e si compila una specie di pagella, con la valutazione ottenuta, voce per voce. Detto Libro rimarrà “aperto” fino al raggiungimento di un certo numero di esemplari, dopo di ché verrà chiuso e, a quel punto, l’iter sarà concluso. Faccio l’esempio del Cane Fonnese (che ha differenza di quanto hai scritto tu, la razza è in pratica già riconosciuta al momento dell’apertura del libro e l’iscrizione dei primi cani (un centinaio su oltre 137 presentati) nei giorni 16 e 17 del Febbraio scorso. Si prevede di fare altre iscrizioni entro quest’anno. Mi risulta anche che, fra tutte le razze attualmente riconosciute, il Fonnese è l’unica razza di cui è stata inviato all’ENCI, insieme a tutti gli altri documenti richiesti dalla prassi, l’esame del DNA di ogni cane censito. Faccio osservare che nello standard del Fonnnese è importante anche lo sguardo (che ha una sua tipicità) e il carattere. Tutta la trafila non è stata né semplice né breve: dalla richiesta all’ENCI per il riconoscimento all’apertura del Libro della razza, sono passati qualcosa come 5 o 6 anni!
Per il Dogo e il Levriero Sardo, l’eventuale riconoscimento, sarà ancora più difficile, perché il numero dei cani esistenti è notevolmente più esiguo (il Dogo in particolare). Delle altre razze da te citate, non ne conosco abbastanza per azzardare pareri in proposito