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A che età una femmina è ricettiva?
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caio
Iscritto il: 03/06/2010, 0:35 Messaggi: 35 Località: Prov. Campobasso
Formazione: Scuola Media Inferiore
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Salve, ho da poco avuto in regalo una cagnolina di 40 giorni circa, bastardina, avendo un cane più o meno della stessa taglia, di un anno, ma razze differenti, volendo farli accoppiare, a che età è possibile?
Grazie, Claudio.
_________________ La felicità è: svegliarsi con il canto degli uccelli, sentire i raggi del sole sulla faccia, il bacio d'una donna, il sorriso di un bambino, le feste di un cane.
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10/07/2011, 0:54 |
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antonella123
Iscritto il: 14/01/2011, 20:31 Messaggi: 573 Località: Vicchio (Firenze)
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ciao Calo, le femmine iniziano ad essere sessualmente pronte intorno ai 6-7-8 mesi (dipende dalle razze e dalle taglie), ma ti consiglio vivamente di aspettare almeno un anno e mezzo, meglio due prima di farle fare i cuccioli. Se tu la facessi accoppiare al suo primo calore sarebbe un po' come se una bambina di circa 12/13 anni rimanesse incinta perciò considerando che di solito le femmine vanno in calore ogni 6/7 mesi, dovresti farla accoppiare almeno al 3* calore.
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10/07/2011, 7:31 |
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Irmavet
Iscritto il: 15/10/2010, 10:30 Messaggi: 156 Località: Mondovì (CN)
Formazione: Laurea Specialistica in Medicina Veterinaria - Specializzazione in Sanità Animale
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caio ha scritto: Salve, ho da poco avuto in regalo una cagnolina di 40 giorni circa, bastardina, avendo un cane più o meno della stessa taglia, di un anno, ma razze differenti, volendo farli accoppiare, a che età è possibile? Grazie, Claudio. Perché a 40 giorni?? I cuccioli devono poter restare con mamma e fratellini fino almeno a 60... Ma soprattutto: PERCHE' mettere al mondo altri cuccioli meticci quando i canili ne sono PIENI??? Poi dei cuccioli che ne fai? Metti che te ne sforna 7-8 o 10. Sai già a chi regalarli? E sei sicuro che chi prenderà questi cuccioli, lo faccia in modo CONSAPEVOLE e non solo perché "ma sì, tanto è in regalo" per poi liberarsi del cucciolo quando si accorgeranno che il cucciolo fa disastri? Per piacere, rifletti bene prima di fare certe scelte. Non si gioca con la vita di esseri viventi. Articoli ad hoc utili per farti capire: Cita: “Accoppiamoli” tutti! (dicerie e idee strampalate sul sesso canino) " By Valeria Rossi
Quelle che seguono sono tutte storie vere raccolte sul newsgroup “IDAC” (it.discussioni.animali.cani).
1 – Siamo al parco e il mio labrador gioca con una cagnetta meticcia; taglia piccola, bianca e nera, musetto simpatico. Una palla di pelo che schizza in tutte le direzioni. Commento con la proprietaria che è proprio carina (la cagnetta) e lei mi fa: “Sì, è vero. Infatti l’anno prossimo la faccio accoppiare”. - Ah! Ma con che cane, scusa? - Con un beagle. La mamma era un beagle e infatti lei ci somiglia moltissimo (cioè, all’incirca la stessa taglia…e basta!) - Ma perchè vuoi farla accoppiare? - Così poi mi tengo un cagnolino. Dovrebbe farne circa sei o sette. - Sì, appunto. E gli altri sai già a chi darli? - No, ma il cugino del fratello del cognato della mia amica è un veterinario, così quattro o cinque li sopprime appena nati, prima ancora che la mamma li veda, così non soffre - Ahhhh…ma scusa, se ne vuoi solo uno non è meglio prendere un cucciolotto già pronto, visto che in giro ce ne sono finché vuoi? - Sì, be’…comunque deve passare ancora un anno, perché adesso la cagnina è ancora troppo giovane. - Ecco, magari pensaci, nel frattempo. Soprattutto a farla sterilizzare prima del lieto evento.
(Qui non manca solo la cultura cinofila. Manca principalmente un po’ di buonsenso. Io capisco che possano nascere cucciolate non previste, ma andare a programmarle con un anno di anticipo, pensando già di sopprimere i cuccioli che “non servono”, è un pensiero mostruoso. E per avere cosa poi? Un cane che ha una probabilità di assomigliare ad un beagle quanto io di salire sul trono d’Inghilterra).
2 - Golden retriever di 16 mesi BIANCO (!), ungherese, acquistato nel negozio sotto casa, assolutamente atipico, senza pedigree, displasico (anca e gomiti), aggressivo con gli altri cani e assolutamente anarchico per colpa di un padrone ignorante e saccente che non ascolta NESSUN consiglio che non provenga…indovinate un po’? Dalla veterinaria del negozio che gliel’ha venduto! Conclusione? Il tipo sta cercando una femmina di golden (ma a detta sua va bene qualsiasi cagna disponibile)…per “farlo sfogare”.
3 – Golden importato dagli USA, displasia 3° grado, obeso, con gravi problemi caratteriali: una signora con femmina lo ha visto fuori dal negozio del padrone: hanno deciso che i cani “si piacevano” e questa ha pagato un milione per la monta!
4 – Meticcissima di un anno adottata tramite ENPA, due gravidanze isteriche ed un’infezione all’utero curata ad antibiotici. I due simpatici padroncini la vogliono fare accoppiare con un altro simpatico meticcio (che ancora non hanno scelto) per tenersi un cucciolo della loro cagnetta. Motivazione: ”I cani si devono accoppiare almeno una volta nella vita sennò soffrono…”
5 – Dal forum di “Clinica Veterinaria on line”: cane corso maschio di 5 anni con convulsioni. Il tipo lo porta dal veterinario (sì, avete letto bene: dal VETERINARIO), che sentenzia: “Beh…non è stato mai accoppiato e questo comporta convulsioni in età avanzata.” (E una bella radiazione dall’ordine, per questo signore, ce la vogliamo mettere?)
6 – Quando dico che Uberto e Buffy sono sì maschio e femmina, ma Ubi è castrato per evitare cucciolate tra un rescue (di cui non so nulla tranne che è l’amore della mia vita) e una cagnina ben selezionata…mi sento rispondere “Uhuuuuuu, ma perché? POVERINOOOO…”
7 – Collega d’ufficio, al quale talvolta racconto le “gesta” dei miei due cani. Lui mi confessa di non amare particolarmente gli animali, se non quelli “da forno”, ma dice che gli piacerebbe che i suoi due figlioletti (4 e 7 anni) si occupassero di un gattino o di un cagnolino. Qualche mese dopo, durante una pausa, mi comunica di avere “adottato” una cagnolina meticcia che da qualche giorno bazzica attorno alla sua villetta. Bene! dico io, e gli chiedo quanto tempo ha. Mi risponde che “un suo vicino intenditore” le attribuisce dai 7-8 mesi… una cucciolotta quindi. Dice anche che la lascerà ancora per un po’ di tempo fuori casa perché, essendo in calore, vuole che rimanga incinta……. ??? PERCHE’ ?????….gli chiedo stupefatto. Mi risponde che gli piacerebbe far vedere ai suoi figli i cuccioli appena nati, l’allattamento e… …comunque, essendo lui cresciuto in campagna, non ha problemi a “farli sparire” subito dopo la lezione di zoologia (mentre con una mano disegna nell’aria una croce). Non credo che sia necessario raccontarvi cosa gli ho detto…. Fortunatamente la cagnolina non ha partorito, successivamente è stata sterilizzata ed ora vive con loro, spero degnamente.
Che dire, di fronte a questa lunga serie di veri e propri…”racconti horror”? A parte l’ultimo, che penso faccia scattare in qualsiasi lettore cinofilo una reazione quasi…omicida, le altre purtroppo sono storie che sembreranno “normalissime” a molte persone. Ma sì, che c’è di male? Perché non “far divertire” un po’ i nostri quattrozampe? Perché non “rendere felice” la nostra cagnetta dandole la “gioia” di avere i cuccioli? Perché non far “sfogare” il nostro maschietto? E perché ho messo tutte queste frasi tra virgolette? Nel caso qualcuno se lo sia chiesto, rispondo subito che stanno tra virgolette perché si riferiscono ad emozioni, sensazioni e problemi umani, e non canini. Anche la riflessione che segue è tratta da IDAC: le riporto perché esprime perfettamente il vero motivo che sta dietro a moltissimi accoppiamenti decisi dai privati:
La maggior parte dei proprietari vive la sessualità dell’ animale come se fosse la propria. Quindi pensano che l’accoppiamento “faccia bene all’umore”, che i cani maschi debbano necessariamente avere ogni tanto un bel rapporto completo, che le cagnoline in calore soffrano talmente che è contro natura non farle coprire e che la maternità sia un’esperienza irrinunciabile. Di solito sono molto più contrari alla castrazione che non alla sterilizzazione: ma generalmente chi fa operare il cane lo fa solo in seguito a problemi immensi che non hanno lasciato alternative (per esempio l’impossibilità di gestire il periodo del calore).
Ti presento il cane ha già parlato (seriamente) sia di accoppiamento (in due articoli separati, per maschietti e femminucce) che di sterilizzazione: vi rimando a quegli articoli se volete conoscere le risposte alle domande più comuni che ci si pongono su questi temi. Se torno ancora sull’argomento è per esaminare invece le componenti “umane” che si nascondono dietro alla smania di accoppiare a tutti i costi. Perché i cani – credetemi – NON hanno alcun bisogno di sesso. Né maschi né femmine, presi singolarmente, hanno una reale necessità biologica, fisiologica o psicologica di accoppiarsi e procreare. Gli unici a sentire questa necessità, nove volte su dieci, sono i padroni: che talora sanno di sostenere un’assurdità scientifica quando si attaccano ai luoghi comuni del desiderio di maternità o di generiche “voglie insoddisfatte”. Eppure ci restano disperatamente attaccati…perché non riescono a credere che non sia tutto vero! Ed è inutile portare a sostegno della propria tesi le verità scientifiche più eclatanti, prima fra tutte quella che arriva dall’osservazione della vita dei lupi (dove solo il maschio e la femmina “alfa” si accoppiano, e tutti gli altri stanno a guardare senza farsi alcuna turba psichica). Credo che chiunque, almeno una volta nella vita, abbia visto un documentario sui lupi e quindi sappia che questa è la verità: il fatto è che molti non riescono ad accettarla. E non riescono ad accettarla perché non riescono a pensare in modo non-umano: in altre parole, sono schiavi dell’antropomorfizzazione.
Proverò quindi a rivolgermi solo alla mente pensante e raziocinante di coloro che si lasciano portare troppo a spasso dal cuore e dalle emozioni, ricordando loro che il cane non è un bambino: quindi non ci si devono aspettare da lui i normale processi mentali di un ragazzino che cresce (ovvero pensare prima solo a mangiare e a dormire, poi ai giochi e ai rapporti umani interni alla famiglia, poi ai rapporti extrafamiliari e quindi al sesso). Certamente anche il cane “pensa” al sesso, se con questo intendiamo dire che una volta raggiunta la maturità sessuale si mette in cerca di un partner: ma non c’è nulla di paragonabile alla visione umana della cosa. Per un ragazzo, nel discorso “sesso”, sono coinvolti emozioni, sentimenti, timori: quelli che prova per la ragazza che gli piace, ma anche quelli che interessano, per esempio, la sfera delle amicizie. E’ frustrante non avere ancora avuto un rapporto sessuale quando i coetanei già se ne vantano; è preoccupante pensare di avere qualcosa in meno degli altri; è immensamente seccante che magari qualcuno ti prenda anche in giro se resti vergine troppo a lungo…il tutto mentre è in atto una clamorosa tempesta ormonale molto simile (questa sì!) a quella che investe il cane maschio quando sente l’odore di una cagna in calore. Ma per il cane c’è solo questo: mentre per il ragazzo questo, in realtà, è solo l’ultimo di una serie di problemi che vanno dal “sarò capace?” al “non sarò troppo brutto, troppo imbranato, troppo stupido, troppo…” (e andate pure avanti ad libitum, visto che non c’è limite alle paranoie che un adolescente può inventarsi prima di arrivare al primo rapporto completo).
Tutto questo i padroni maschi di cane maschio l’hanno quasi immancabilmente vissuto: ed è stato un momento molto intenso della loro vita, che forse li ha segnati più profondamente di quanto non credano. Ed è per questo – più spesso di quanto non siano disposti ad ammettere – che rivedono nel cane la propria frustrazione quando lui, per esempio, monta la gamba della proprietaria (in realtà è quasi sempre un gesto di dominanza, o un semplice gioco infantile) o ulula “disperato” in una notte di luna piena (il che significa solo che il cane vuole sapere quanti e quali suoi simili ci siano nei dintorni: l’ululato è una manifestazione sociale, non sessuale). E’ soprattutto per questo che i padroni si mettono alla ricerca di fidanzate a quattro zampe con annunci su giornali, riviste, internet… e, fateci caso, usano spessissimo gli avverbi “urgentemente” e “disperatamente“. Se i padroni di femmine di solito cercano “urgentemente” solo quando la cagna è in calore (alla faccia dell’accoppiamento programmato e responsabile), i padroni dei maschi possono cercare a loro volta “urgentemente” (il cane ha montato la gamba di cui sopra) o “disperatamente” (hanno già chiesto a tutto il vicinato e gli hanno risposto tutti picche). I padroni di pastori tedeschi e labrador cercano e basta (magari urgentemente): tanto sanno che da qualche parte c’è sicuramente la padrona di una cagnetta che sogna di diventare mamma (sì, proprio la padrona: non la cagnetta!). I proprietari di chinese crested dog o di clumber spaniel cercano invece con somma disperazione, perché hanno voluto a tutti i costi la razza rara che fa tanto figo, ma ora temono di non riuscire a trovare cinesine o clumberine disponibili. La disperazione, poi, è inversamente proporzionale alla diffusione della razza. Con tutta questa frustrazione umana in giro, non ci sarebbe da meravigliarsi se inventassero la bambola gonfiabile per can… ops. Pardon.. L’hanno GIA’ inventata.
Ma i cani, cosa ne pensano di tutto questa “disperazione” dei loro umani ? Ovviamente, i cani se ne infischiano alla grande! I cani si fanno la loro vita senza pensare neanche per un secondo né al sesso, né al desiderio di maternità. Qualcosa scatta in loro solo nel momento in cui le femmine vanno in calore, o i maschi sentono l’odore di una femmina in calore: ma non scatta nulla di simile a quello che pensa la maggior parte della gente. Il maschio, infatti, NON pensa: “Chissà se è una barboncina o una yorkie? Chissà se le piaccio? Chissà se riuscirò a portarmela a letto?” E la femmina NON pensa: “Oh, che bello, sono in estro, speriamo che arrivi un bel fustacchione di cui potermi innamorare perdutamente per poi mettere su famiglia e avere tanti bei bambini”. Niente di tutto questo, sorry. Maschi e femmine, nel periodo dell’estro femminile (che – ricordiamolo di passaggio – è solo femminile: non esistono i “maschi in calore”di cui si sente continuamente parlare) sono guidati dall’istinto verso gli esemplari dell’altro sesso, ma senza alcuna implicazione romantica e soprattutto senza alcun “pensiero” o ragionamento correlato. Il cane cerca il sesso così come cerca l’acqua quando ha sete o il cibo quando ha fame: c’è un impulso da soddisfare, punto e basta. Per i maschi questo impulso può diventare stressante – è vero – se non hanno modo di soddisfarlo: ma questo accade solo se alle loro narici arriva “profumo di donna”, perché altrimenti non ci pensano proprio. La fregatura, dal punto di vista umano, è che il suddetto profumo loro sono in grado di sentirlo a chilometri di distanza: quindi può effettivamente capitare di avere un cane costantemente arrapato, se nei dintorni vivono diverse femmine che vanno in calore una di seguito all’altra. La doppia fregatura, però, è che l’eventuale accoppiamento non cambierà le cose di una virgola: se è continuamente esposto al profumo prodotto dai feromoni femminili, il cane maschio continuerà ad essere arrapato esattamente come prima. Non è che una volta “sfogatosi” si dia una calmata: la calmata se la dà al massimo per i dieci minuti successivi all’accoppiamento. Poi siamo daccapo: ho fame, devo mangiare. Ho sete, devo bere. Sento odore di cagna in calore, devo…be’, avete capito. Ma “devo” anche se l’ho fatto dieci minuti prima. “Devo” anche se la cagna in calore è quell’antipatica snob del vicino di casa che quando mi vede passare davanti al cancello mi abbaia con quella stupida vocetta stridula, tanto che mi verrebbe voglia di staccarle la coda con un morso. “Devo” perché quell’altra antipatica di Madre Natura ha paura che la mia specie si estingua, e allora mi obbliga a cercare di riprodurmi anche quando preferirei di gran lunga sgranocchiare un osso o giocare con la mia pallina.
Nel cane che si è già accoppiato c’è un solo particolare diverso dal solito: lui, infatti, ha scoperto che l’atto è piuttosto gradevole. Quindi, se prima provava qualcosa di questo genere: “Devo” perché me lo dice l’istinto, ma non so neppure bene cosa mi aspetta”… adesso che lo sa, pensa: “Devo” perché me lo dice l’istinto, ma “voglio” anche, perché è una robetta niente male”. Risultato? Far “sfogare” il cane comporta l’avere un cane DOPPIAMENTE ARRAPATO, e non certo soddisfatto. Un cane che, da quel momento in poi, non penserà quasi ad altro… in certi casi senza neppure bisogno di sentire odore di cagnolina in estro. Il realtà il cane ha solo tre modi per raggiungere la pace dei sensi: a) non venire mai a contatto con cagne in estro; b) coprire cagne a ripetizione, come avviene agli stalloni più titolati in allevamento e come NON dovrebbe mai accadere a un cane che non sia stato testato per tutte le possibili malattie ereditarie e/o che non sia perfettamente equilibrato e di ottimo carattere; c) venire sterilizzato. Ma se vi stanno brillando gli occhietti all’idea del “punto b”, ricordate anche che è altamente immorale e irresponsabile lasciare che un maschio vaghi libero di fecondare tutte le femmine che incontra. Anzi, dovrebbe essere considerato un vero crimine, visto che è un modo sicuro per incrementare il randagismo e tutti i problemi ad esso correlati.
La versione femminile è ancor più triste: la cagna “deve” a sua volta accettare il maschio, ma la cosa non le piace affatto, tant’è vero che quasi sempre urla come un’ossessa quando viene penetrata, e spesso cerca addirittura di mordere il partner. I due, infine, “devono” restare attaccati per almeno un quarto d’ora, perchè il maschio continua ad eiaculare lentamente e non lo fa in un’emissione unica: quindi devono restare lì in attesa che siano usciti proprio tutti gli spermatozoi, e questa è un’immane rottura a cui entrambi non vedrebbero l’ora di sottrarsi. Ma la cagna NON pensa: “questa parte della storia è un po’ seccante…ma la subisco volentieri perché, oh meraviglia, tra due mesi avrò i cuccioli!”. La cagna non ha la più pallida idea di cosa succederà tra due mesi, e l’unica cosa che vorrebbe è farla finita al più presto. Basti guardare la faccia che fa.
Il famoso istinto materno a cui si appellano regolarmente le padrone NON ESISTE nella cagna fino al momento in cui non nascono effettivamente i cuccioli. Fino a un secondo prima di partorire la cagna non pensa (e non ha mai pensato) a se stessa come a una mamma. In realtà pare che il cane, in generale, non sia affatto in grado di “pensare” a se stesso in termini speculativi. Qui bisogna capire ed accettare il fatto che il cane non è un simil-umano peloso a quattro zampe: è proprio una specie diversa, con esigenze diverse, con reazioni diverse. Paragonare la sessualità del cane alla nostra è assolutamente sbagliato e fuorviante. Pensare che la cagna “sogni i cuccioli” equivale a credere che la mantide religiosa mangi il partner dopo l’accoppiamento perché è una vera megera. Ma non funziona così! Negli animali non c’è senso morale, non esistono il bene e il male, non ci sono “buoni” e “cattivi”. Ci sono invece istinti che hanno una spiegazione precisa, identica per tutti: la spinta alla conservazione della specie. La cagna cerca un partner perché la natura (e non lei) esige che nascano nuovi cani, per mantenere in vita la specie. La mantide religiosa si mangia il marito perché la natura (e non lei) vuole che si garantisca le proteine necessarie alla produzione delle uova, il che garantisce la continuità della specie. Alla natura, del singolo individuo, non importa nulla: l’individuo è sacrificabile, la specie no.
Pur di mantenere in vita le specie, la Natura ammette tranquillamente che i maschi si scannino tra loro (così vediamo chi è il più forte e chi può garantire alla specie il patrimonio genetico migliore) o che vengano uccisi dopo la copula (ciao ciao, hai dato, non servi più); che alcune femmine vengano prese con la forza; che i cuccioli vengano uccisi dai fratelli più forti (succede regolarmente tra le aquile e in molte altre famiglie di uccelli, ma anche tra le volpi, che sono dei canidi). La natura è una Grande Madre, sì…ma tutt’altro che buona e dolce. Scordiamoci Walt Disney. E scordiamoci anche che il cane, nonostante i millenni di vita accanto all’uomo, sia “diventato” un uomo: lui è ancora figlio della natura, non nostro (e forse è molto meglio così).
Quindi, per favore, non lasciamoci fuorviare neppure da manifestazioni che “sembrano” umane o umanizzate…la più eclatante delle quali è la gravidanza isterica. Molte padrone (soprattutto donne) di cagnine che vanno soggette a false gravidanze si convincono che la molla sia proprio il desiderio di maternità. Così si commuovono quando la cagnetta si attacca morbosamente al giocattolo di turno; pensano che soffra le pene dell’inferno perché vuole “disperatamente” avere dei cuccioli…e al calore successivo si mettono “urgentemente” alla “disperata” ricerca di un marito. Tutto questo è assolutamente inutile. La gravidanza isterica non ha nulla a che vedere con il desiderio di maternità: è un fenomeno chimico e niente più…legato, tanto per cambiare, alla sopravvivenza della specie. In natura una madre che ha appena partorito può facilmente morire: o per complicazioni legate al parto stesso o perché, debilitata dal parto, cade più facilmente vittima dei predatori. Ma se lei morisse quando i piccoli stanno ancora allattando ci sarebbe un grosso spreco genetico, perché non sopravviverebbe neppure la cucciolata: e siccome ogni branco di lupi produce normalmente una sola cucciolata all’anno (ovvero, nascono solo i cuccioli che hanno speranza di trovare cibo sufficiente), ecco che tutta la specie correrebbe un grosso rischio. Ed ecco perché un’altra lupa del branco, ogni volta che nasce una cucciolata, si fa venire una bella montata lattea: per poter fare da vice-madre in caso di emergenza. Ma siccome il latte non arriva aprendo un rubinetto, bensì in seguito a precise modificazioni chimiche, gli ormoni che si “attivano” con la pseudogravidanza portano anche modificazioni del carattere, compreso l’istinto di pulire e proteggere i cuccioli. Le cagne “vittime” di questo meccanismo atavico, dunque, sentono una misteriosa “esigenza di accudire”: e siccome in realtà non hanno nulla da accudire…se lo inventano, proiettando le loro attenzioni sul primo oggetto che trovano a portata di zampa e che abbia una vaga parvenza di cucciolo (solitamente un peluche o un giocattolino di gomma che squittisce).
In tutto questo, la cagna non ha la più pallida idea di quello che sta facendo: segue le indicazioni che le arrivano dai suoi recettori chimici, null’altro. Se potesse parlare, e se qualcuno le chiedesse se desidera una cucciolata, risponderebbe esattamente così: “Cosa diavolo è una cucciolata?”. Perché in realtà lei non lo sa! Lo scoprirà solo quando (e se) nasceranno davvero i suoi cuccioli: dai quali, però, sarà felicissima di staccarsi una volta espletati i suoi compiti di madre. E questo dovrebbe aprire gli occhi a tutte le proprietarie convinte che la loro cagnetta “sogni” di avere figli. Se esistesse davvero nel cane un istinto materno paragonabile a quello umano, non sarebbe altamente illogico che le cagne scacciassero i propri cuccioli non appena finisce l’allattamento? Perché tengo a ricordarvi che non è l’uomo brutale e cattivone a dividere con la forza i cuccioli dalla mamma, affidandoli ai nuovi padroni. Se non avete mai avuto una cucciolata per casa magari potreste anche pensare che le cose vadano proprio così, e che la povera mamma si strugga vedendosi strappare i suoi piccoli uno ad uno. Invece no! La cagna è ben felice di togliersi i cuccioli di torno: non li sopporta più, a volte ringhia ferocemente se cercano di succhiare ancora alle sue mammelle (anche perché ormai hanno i denti, e fanno un male…cane!), altre volte li suona proprio come tamburi, se non ha un posto riservato in cui “salvarsi” dalle piccole pesti (che bisognerebbe sempre metterle a disposizione: l’ideale è un posto rialzato che lei possa raggiungere con un salto, e i cuccioli no). Se è costretta a vivere ancora con loro dopo i 50-55 giorni, appena vede il padrone gli corre incontro davvero “disperatamente”. E anche se non parla è molto evidente quello che vorrebbe dirgli: “PORTALI VIA DA QUI!” E’ per questo che in allevamento, intorno ai 55 giorni, solitamente si staccano i cuccioli dalla mamma e si comincia a socializzarli con il padre (o con un altro maschio adulto) che dovrà provvedere alla loro educazione. La mamma tornerà volentieri a giocare con loro solo dopo qualche giorno, quando il latte sarà regredito e non interesserà più ai piccoli “coccodrilli”: ma pur riconoscendoli come suoi, la cagna non mostrerà più alcun attaccamento verso i cuccioli. Ci giocherà finché ne avrà voglia, ma non avrà alcuna remora a mollarli lì e andarsene quando sarà stanca. Loro…si arrangino. Il suo compito è finito e il suo istinto materno è completamente svanito: riemergerà solo alla cucciolata successiva.
Concludendo: abbiamo visto che non esiste alcun reale motivo per accoppiare cani e far nascere cuccioli al di fuori di un preciso programma di allevamento. Abbiamo assodato che la cagna “non” ha alcun bisogno fisiologico di partorire e il maschio “non” ha alcun bisogno fisiologico di coprire femmine: quanto ai motivi psicologici…quelli stanno soltanto nella mente dei padroni. Quindi, perché continuare a riempire il mondo di cuccioli, spesso indesiderati, che poi vanno a riempire i canili?
A questa domanda qualcuno risponderà senz’altro con un’altra domanda: “E perché no? Dato per buono che i cani possono farne benissimo a meno…perché io, padrone di Lilli o di Fuffi, dovrei privarmi della gioia mia personale di far nascere una cucciolata?” La domanda è sicuramente legittima, se è posta in questi termini: la risposta, però, richiede un altro articolo, che potrete trovare cliccando qui.
Cita: “Accoppiamoli” tutti – parte seconda: l’avvocato del diavolo By Denis Ferretti
Buonasera, sono l’avvocato del diavolo. Io conosco un sacco di storie di privati accoppiatori…ma non tutti sono “cuggini”. Alcuni lo sono e sono consapevoli di esserlo…ma sono altrettanto consapevoli che tanti allevatori sono più “cuggini” di loro. E sono consapevoli che comprando un cane tramite i canali tradizionali rischiano di ritrovarsi un soggetto della stessa qualità di quella prodotta da loro (se non peggiore), pagandolo dieci volte di più. Tra i privati accoppiatori che ho conosciuto ci sono molti cacciatori. Ne ho conosciuti diversi che hanno preferito tenersi un cucciolo della propria femmina (con difetti evidenti, spesso riconosciuti dagli stessi proprietari) piuttosto che prendere un cucciolo da un allevatore: alcuni per spendere meno, ma altri perché sono rimasti fregati. Testimonianza: “Prima di questo qua avevo preso un cucciolo da un allevatore che ha dei cani belli e fa anche esposizioni. L’ho pagato un milione e quando è diventato grande era più o meno allo stesso livello di quello che mi ha dato il mio amico per duecentomila lire”. Un altro mi ha raccontato di aver preso un bidone con un cane che non era bravo e poi l’ha “dovuto” cambiare e se avesse badato meno alle solite storie che ti raccontano gli allevatori (linea di sangue qui e là, sangue tedesco e sangue svedese) e avesse fatto un accoppiamento col cane dell’amico vicino di casa, provatamente bravo, il risultato sarebbe stato migliore. Molti poi ricercano lo “stile” del proprio cane nei figli…ed effettivamente ci sono degli atteggiamenti “familiari” che si tramandano. Senza entrare nel paradosso degli accoppiamenti di meticci, o degli incroci assurdi, ci sono molti aspetti che fanno propendere per l’ accoppiamento “fatto in casa”. L’aspetto economico è solo uno di questi, forse il più incisivo: ma il fatto è che abbiamo un sistema che penalizza notevolmente chi fa le cose per bene. Per concludere un campionato è necessario spendere un sacco di soldi di iscrizioni, viaggi in expo molto lontane, toelettatore, cosmetici, a volte handler: tant’è che persino gli allevatori portano avanti un numero limitatissimo di cani. Quasi tutte le femmine accoppiate dai “cuggini”, se fossero in mano ad allevatori, verrebbero accoppiate comunque. A volte (anche sfruttando il lavoro fatto da altri precedentemente, sia chiaro) dall’accoppiamento del “cuggino” col cane del vicino escono cani che non sono poi così diversi da quelli prodotti dall’allevatore. E soprattutto non lo sono agli occhi del cittadino normale. Il Pongo e la Peggy dei “cuggini” fanno cuccioli che agli occhi di tutti sono comunque dei dalmati, anche se in expo (forse) direbbero che sono brutti. E la storia delle malattie? Che mi dite di tutti i meticci che ci sono in giro e che arrivano a 16-17 anni? Gli yorkshire di 8 chili, i cocker di 45 cm, i pastori tedeschi a pelo lungo, i setter simil-breton… ognuno di noi ha per vicino di casa almeno uno di questi cani che molto spesso sono sanissimi, malgrado la selezione inesistente. Altro punto a favore è che i cuccioli nati in casa e seguiti come unica cucciolata maturano un carattere meraviglioso e dal punto di vista psichico sono molto meglio di quelli nati negli allevamenti. Negli ambienti in cui si fa lavoro questa cosa è risaputa. In ogni caso c’è il vantaggio di seguire il cucciolo dal momento in cui nasce e farlo crescere come si desidera. Il cane sarà sempre nel suo ambiente, non c’è stress da ambientamento, il rischio di paure è minore, non c’è cambio di alimentazione.
Un’altra categoria di “accoppiatori privati” è il mondo degli agilitisti. Gli agilitisti spesso accoppiano badando soprattutto all’attitudine sportiva dei cani, senza pensare alla morfologia. Nel campo in cui vado io c’è un ragazzo che fa anche bellezza, e ha fatto dei cuccioli eccezionali sotto tutti gli aspetti: e questo è il massimo. Ma ci sono molti che fanno accoppiare anche cani che morfologicamente sono…insomma. Però vanno forte, e a noi importa soprattutto il carattere. Meglio il cane nato nella stessa città, che andiamo a prendere dal vicino e con cui giochiamo quando è ancora con la mamma, piuttosto che quello che andiamo a prendere a 500 km, non vediamo mai, ci dobbiamo fidare dell’allevatore e paghiamo il quadruplo. Per questo i figli degli accoppiamenti privati vanno a ruba: soprattutto nelle piccole taglie, in particolar modo tra i “barboncini”, dove se ne vedono proprio di tutti i colori. L’importante è che abbiano un pedigree, per poterli iscrivere regolarmente. Della morfologia se ne fregano tutti.
Chi cerca un cane non va quasi mai dall’allevatore: la prima cosa che fa è chiedere se c’è qualcuno che ha dei cani di razza …”ma mica da spendere un’esagerazione”. Si cerca “un cane con un buon carattere da tirare su”. A volte addirittura si spammano i “cugginari”… cioè quelli che sono una via di mezzo tra cuggini e cagnari e fanno i “barboncini”, i pinscher o i chihuahua tutti uguali, cambia solo il nome sul pedigree. Per i “large” invece adesso si possono trovare i labrador, prodotti in scala industriale. I figli di Scottex e Luna, di solito, morfologicamente, non sono un gran che: ma sono pur sempre labrador e hanno il pedigree. Tutti cani che spesso e volentieri hanno solo una morfologia non proprio in tipo…ma in realtà non hanno tutti quei problemi di salute che profetizzano gli allevatori “seri”. Questo contribuisce a far sì che la figura dell’allevatore venga percepita sempre più come quella dell’imbroglione, che avrebbe voluto far spendere il quadruplo per un cane uguale. Ha vinto le mostre? Ma a me non interessano le mostre! Questo è quanto.
Ovviamente mi rendo conto che le categorie descritte si distaccano un poco dalla figura del “cuggino” che vuole il figlio del proprio cane per altri motivi o che vuole far vedere ai bambini il miracolo della natura. Però è sempre materiale su cui riflettere. Non vorrei che sembrasse che approvo tutti i comportamenti sopra citati: non li approvo, però li capisco. Perché capisco la situazione. Il vero problema secondo me è che l’attuale sistema penalizza chi vuole lavorare bene, che è costretto a vedere i cuccioli a prezzi molto alti soprattutto per spese burocratiche che non sempre hanno a che vedere con la qualità e con la salute dei cuccioli messi al mondo. L’altro problema è che anche nel mondo degli allevatori ufficiali ci sono troppi “cuggini”: molte persone si riempiono la bocca di paroloni…selezione, prove, esami, certificati. Ma in realtà tutto quello che fanno è pagare radiografie e toelettatori e presentare i cani che hanno, finché non capita di avere il risultato. E quando è ora di accoppiare si affidano un po’ a quello che gli passa per la testa, perché le competenze di genetica a volte non sono molto oltre al livello degli accoppiatori “cuggini”. Molti, se non altro, fanno diverse prove: quindi, se un riproduttore ha dato buoni risultati, se ne accorgono. Ma è tutto qui. E così…ogni volta che una persona paga un cane come cane da expo e se lo ritrova adulto praticamente uguale a quello che gli avrebbe dato il vicino di casa per poche lire; ogni volta che uno spende fior di quattrini per avere riproduttori lastrati, monitorati e controllati e poi si ritrova ugualmente il cane con problemi di salute, mentre lo yorkie comprato al mercato campa diciott’anni senza mai vedere il veterinario ….alla fine l’opinione pubblica si sposta a favore dei cuggini. E di chi è la colpa? Il cane sulla destra è stato venduto come…Maltese. In parte il fatto che sembri più grosso del boxer è un’illusione ottica dovuta alla posizione: ma il cane è almeno quattro volte più grosso di quanto dovrebbe secondo il suo Standard…senza contare che a un Maltese somiglia ben poco anche in senso generale. Anche se fosse sano e di buon carattere, si può davvero pagare un cane come questo come se fosse di razza pura, senza sentirsi truffati?
Risponde Valeria Rossi:
Caro Avvocato, lei in parte ha ragione: ce l’ha sicuramente quando parla di allevatori che hanno ben poca competenza in più rispetto ai privati che accoppiano Fufi e Bubi. Noi però continuiamo a ripetere da secoli che questi non sono i “veri” allevatori, così come non sono “veri” allevatori quelli che producono quantità anziché qualità; non sono “veri” allevatori quelli che allevano per soldi e non per passione…e potremmo andare avanti fino a domani mattina. Forse, domani mattina, i “veri” allevatori rimasti in campo si conterebbero sulle dita di una mano. Resta comunque il fatto che esistono. Sono pochi, sono bestie rare, sono difficili da identificare, ma ci sono: e se si va da loro a comprare il cane, la differenza tra questi cuccioli e il cane del vicino salterà agli occhi anche del più neofita tra i neofiti. Il (solito) problema è quello dell’identificazione: perché sappiamo tutti com’è che l’ENCI “qualifica” gli allevatori, ovvero con quali criteri attribuisce un affisso. Basta intestarsi due cagne, fare due cucciolate… e soprattutto pagare. QUESTO è ciò che conta! Che poi il neo-allevatore non distingua un gene da un carciofo…questo all’ENCI non interessa affatto. Su questo punto abbiamo già polemizzato in passato e non smetteremo mai di battere (a quando un ESAME per gli aspiranti allevatori?), quindi non intendo riaprire qui un discorso troppo complesso per esaurirlo in poche righe. Vorrei invece contestarle alcuni altri punti del suo discorso:
1) “A me non interessano le mostre, e questo è quanto”. Per me questo…non è “quanto” per niente! Anzi è solo il segno più evidente della scarsa cultura cinofila che aleggia nel nostro Paese. Non si possono ignorare le mostre (o almeno i risultati ottenuti in mostra dai genitori del cane che ci interessa) se si vuole un cane di razza pura: perché il cane di razza pura deve essere sano, di buon carattere e TIPICO. Se non è tipico, e cioé se non risponde ai dettami dello Standard della sua razza, può avere tutti i pedigree che vuole, ma non sarà un cane di razza pura. Sarà, come lei stesso ha detto, un “barboncino” generico, ma non un barbone. Sarà un simil-pastore tedesco o un quasi-labrador. Se fosse un cane di razza PURA, sarebbe anche tipico: non esistono vie di mezzo. Un cane tipico può anche essere brutto, sia chiaro: ma nel suo Standard ci deve rientrare, altrimenti non appartiene più a quella razza. Ora, qual’è l’unico mezzo per definire la tipicità di un cane? Non è certo il pedigree, che garantisce la tipicità dei genitori, ma NON del cane in oggetto: e non è così scontato che da cani tipici nascano sempre e solo cani tipici. Quello della selezione è un campo difficile ed effimero: anche cani più “riconoscibili”, come il Dalmata, perderebbero rapidamente il tipo se gli accoppiamenti non fossero severamente controllati. Se così fosse stato, la selezione non avrebbe mai avuto alcun senso: basterebbe accoppiare due bei cani la prima volta, e poi via tranquilli! Invece no: la selezione va tenuta sotto stretto CONTROLLO, altrimenti ci scappa di mano. Dovrebbe essere ormai noto a tutti che anche i cani iperselezionati, se lasciati liberi di accoppiarsi a casaccio, perdono tipicità già alla prima generazione, e nel giro di due-tre generazioni tendono a tornare tutti al “cane medio”, ovvero al bastardino di media taglia. Non è il pedigree a garantire la purezza di una razza, ma la selezione eseguita attraverso gli accoppiamenti più oculati e attraverso il continuo controllo della tipicità. Questo controllo è quello che si esegue in esposizione. Che ci piaccia o meno. Le mostre canine saranno “mafiose” (spesso lo sono), saranno vendute (spesso lo sono), saranno troppo costose e sempre meno attendibili…tutto questo è verissimo: però restano anche l’unico posto in cui si può controllare la tipicità di un cane. Sono l’unico mezzo per avere a disposizione un esperto che ti dice “sì, ci siamo, questo è un bel dalmata” (o yorkshire, o pastore del Caucaso). Oppure “no, non ci siamo, questo cane non è tipico”. Poi magari non vinci, magari litighi per la coppa, magari ti incavoli come una iena perché ti hanno messo davanti quel ciofecone che però ha l’handler giusto che ieri sera è andato a cena con quell’infame di un giudice…ma questi sono solo gli effetti collaterali di una medicina “buona”, l’unica che può tenere in buona salute le razze. E sa che le dico? Che di porcherie in expo ne ho viste tante, ma proprio tante…però non ho mai visto nessun giudice dire a un cane che era in Standard quando non lo era. Dire “non mi interessano le mostre”, quindi, equivale a dire “non mi interessa avere un cane di razza pura”. Più che lecito, per carità: personalmente sono tutt’altro che razzista e adoro i bastardini, tanto che ne ho uno in casa. Però l’ho preso al canile, non l’ho pagato come se fosse un cane di razza. Questa è la differenza numero uno, ma NON è la cosa più importante. La cosa davvero importante, come sa chiunque abbia un MINIMO di cultura cinofila (ovvero quattro gatti)…è che non esiste la selezione “familiare” o “caratteriale” che lei tanto caldeggia. Non si può selezionare SOLO il carattere, SOLO la salute o SOLO la bellezza: altrimenti le razze se ne vanno a quel paese. La vera difficoltà dell’allevamento (sempre quello serio) sta proprio nel fatto che non basta schioccare le dita per avere cani completi, e cioè belli-bravi-sani: ma questi sono gli unici cani che hanno “un senso” cinofilo! Allevare cani bellissimi ma displasici è un peccato mortale, esattamente come allevare cani “che vanno forte” e morfologicamente fanno pena. Questa scelta è un insulto per la razza – qualsiasi essa sia – perché è una scelta che ignora la base stessa della cinofilia: i cani non sono costruiti a blocchi. Il cane, come l’uomo, segue leggi genetiche che ancora ci sfuggono per il novanta per cento…ma di cui abbiamo capito almeno una cosa: i caratteri sono tutti collegati tra loro. Se oggi alleviamo ciofeche brave a caccia, domani o dopodomani al massimo avremo ciofeche che non cacciano neanche più…perché a forza di ignorare la morfologia potremmo ritrovarci, per esempio, cani con cattive angolazioni (e quindi incapaci di correre a lungo), o col pelo troppo lungo che si impiglia nei rovi e blocca l’azione…o troppo corto, che rende il cane incapace di reggere i rigori invernali. La bellezza, in cinofilia, è sempre e solo funzionale; perfino la toelettatura del barbone, apparentemente leziosa, ha le sue origini nei tempi in cui il barbone era un cane da riporto in acqua, e veniva tosato per poter compiere nel modo migliore il proprio lavoro.
Guarda caso, in cinofilia la bellezza è intesa sempre e solo in modo FUNZIONALE: non si cerca l’estetica, si cerca la costruzione più adatta al tipo di lavoro che il cane deve svolgere. E allora come possiamo ignorarla? Se ignoriamo morfologia e costruzione, nel giro di due o tre generazioni avremo cani costruiti in modo da NON poter più svolgere il loro lavoro (visto che il modo giusto è quello prescritto dallo Standard). Le sembra davvero una scelta molto furba? Certo, in prima generazione è facile ottenere “figli d’arte” che vanno come fulmini in agility, cacciano ai massimi livelli o fanno risultatoni in obedience. Ma poi che succede? Bastano un paio di generazioni per perdere tutto: tant’è vero che chi alleva cani esclusivamente “da lavoro”, in qualsiasi campo, deve andare ad attingere spesso alle linee di bellezza…altrimenti si mangia capra e cavoli. La cinofilia sta viaggiando TUTTA sui binari sbagliati, perché ogni razza che si divide in due (bellezza di qua e lavoro di là) non ha più di dieci anni di vita. E’ storicamente dimostrato. L’unica alternativa è creare razze “ex novo”, come è già avvenuto per il pastore tedesco (quelli da lavoro ormai somigliano a un pastore tedesco quanto un setter), per il siberian husky (i cani da slitta non hanno neanche la vaga parvenza di husky, tant’è vero che si chiamano “alaskani”, “alaskan husky” e così via…almeno questi hanno avuto il buon gusto di cambiare nome) e per diverse altre razze che se già non sono arrivate a spaccarsi ci arriveranno presto. La cosa vale anche al contrario, ovviamente: i setter che si vedono oggi in expo…vorremo mica chiamarli setter, vero? Se provano a entrare in un terreno cespuglioso non ne escono mai più! Purtroppo – e ribadisco, PURTROPPO! – questi cani vincono anche le mostre: è una cosa che dovrebbe far rivoltare lo stomaco anche al più accanito espositore del mondo. No, NON SI PUO’ (e non si deve) spaccare in due una razza. Ne’ per cercare l’eccessiva bellezza, né per cercare l’eccessivo carattere. Queste sono tutte scuse che denotano una cultura cinofila prossima allo zero assoluto: ma se i professionisti dell’agility, dell’utilità o della bellezza hanno almeno un motivo valido per farlo (i soldi)…il privato rischia tutto per niente. Scelta folle e autolesionista se mai ce n’è stata una.
2) E la storia delle malattie? Che mi dite di tutti i meticci che ci sono in giro e che arrivano a 16-17 anni?
Le dico che è vero, esistono: così come è vero che spesso si compra un cane in allevamento e questo risulta ugualmente displasico. Ma anche questo fa parte dei rischi che si corrono cercando di ottenere un cane “completo”: bisogna avere la pazienza di seguire strade lunghe e difficili, e ogni tanto si incontra anche un ostacolo. Sarebbe facilissimo eliminare la displasia da qualsiasi razza, lo sa? Basterebbe usare solo ed esclusivamente riproduttori “00″, come la farina. Tempo tre-quattro generazioni al massimo, la displasia non ci sarebbe più: solo che rischierebbe di non esserci più neanche la razza. I metodi di selezione troppo drastici non consentono un miglioramento progressivo e costante: possono azzerare un problema in breve tempo, solo per crearne altri 123 (pensi un po’ a come andrebbe a finire una qualsiasi razza in cui si facesse, per esempio, “pulizia etnica” di tutti i cani displasici…e poi si scoprisse che le linee di sangue superstiti sono tutte portatrici di atrofia della retina!). La selezione non può funzionare così: si lavora lentamente, cercando di tirar fuori sempre il meglio. E spesso si sbaglia. Ma c’è comunque differenza tra una selezione “lenta” e nessuna selezione: perché io le contesto vivacissimamente tutti questi figli di “Scottex e Luna” esenti da displasia. Io non sento praticamente ALTRO che privati disperati perché hanno comprato il cane in negozio, o dal “cuggino” di turno, e il cane si ritrova due anche da buttar via e due gomiti da piangere. Ma dove li vede, lei, tutti ‘sti cani non selezionati e così sani? E anche ammesso che qualcuno ci sia…se sono sani è pura fortuna. E personalmente preferisco avere un certa percentuale di rischio dopo un accurato lavoro di selezione, piuttosto che chiudere gli occhi e sperare nella botta di c… Non so lei. Concludo, quindi, dicendole che è vero: chi cerca un cane non va dall’allevatore, ma cerca “un cucciolo di razza, ma da non spendere un’esagerazione”. E FA MALISSIMO! E’ come andare da un concessionario e chiedere “una macchina che cammini, ma che costi poco”. Sicuramente gliela daranno, e sicuramente il cliente uscirà dalla concessionaria con la macchina in moto: ma bisogna vedere per quanto continuerà a camminare.
3) I cuccioli nati in casa e seguiti come unica cucciolata maturano un carattere meraviglioso e dal punto di vista psichico sono molto meglio di quelli nati negli allevamenti.
Certo…se nel frattempo non sono stati letteralmente mangiati dai vermi, perché magari nessuno aveva spiegato al “cuggino” che i cuccioli vanno sverminati. O se non sono morti di freddo perché al “cuggino” avevano detto che i pastori tedeschi possono vivere benissimo fuori, e allora ha lasciato che la sua cagna partorisse in garage a venti sotto zero…e così via. Ma se vuole ho anche il caso opposto…una cucciolata di bulldog il cui “cuggino allevatore” sapeva che dovevano stare al caldo, e allora gli ha comprato lo “scaldacuccia”, l’ha messo al massimo…e i cuccioli sono morti per disidratazione. Non so lei, avvocato, ma io di questi casi ne sento in continuazione. E come i “cuggini” sono impreparati dal punto di vista sanitario e della pura e semplice “gestione” di una cucciolata, non vedo perché non debbano essere altrettanto incapaci di tirar su cuccioli psicologicamente sani. Certo, li socializzeranno molto (spesso senza sapere cosa stanno facendo): ma questo è tutto. Ho visto anche centinaia di “imprinting” sbagliati (solo su uomini o solo su donne, per esempio) che hanno creato cani con seri problemi di carattere. Tutto questo in un allevamento serio non succede, perché l’allevatore sa quello che sta facendo, quando va fatto e come va fatto. Se poi continuiamo a parlare di cagnari, o di allevatori commerciali che se ne infischiano dello sviluppi psichico dei cuccioli…allora le dò ragione. Ma non inviterò mai nessuno ad acquistare cuccioli da questa gente. Gli allevatori seri sono un’altra cosa!
_________________ Irma
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10/07/2011, 9:10 |
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Irmavet
Iscritto il: 15/10/2010, 10:30 Messaggi: 156 Località: Mondovì (CN)
Formazione: Laurea Specialistica in Medicina Veterinaria - Specializzazione in Sanità Animale
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sorry, inviato stessa risposta due volte
_________________ Irma
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10/07/2011, 9:11 |
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caio
Iscritto il: 03/06/2010, 0:35 Messaggi: 35 Località: Prov. Campobasso
Formazione: Scuola Media Inferiore
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Salve, Grazie Antonella 123, me ne ricorderò. Grazie anche a Irmavet, me lo hanno dato così! Chi me lo ha dato dice di averne almeno 50, ma non sò. Sa, Dottoressa, vivo in campagna e i cani mi piacciono, ho anche un meticcio maremmano e dovrei prenderne un'altro, avendo un'azienda zootecnica e stando in un posto dove, haimé, ci sono cinghiali a tonnellate, capisce che ho bisogno di difesa per la prima e "casino" per il secondo. I cuccioli li terrei io, magari la faccio accoppiare ogni due-tre anni, così ho sempre cani, senza dover andare sempre in cerca e, non ho il problema di regalarli, anche se, regalerie i cuccioli a conoscenti, quindi persone amanti degli animali, non animali loro stessi.
_________________ La felicità è: svegliarsi con il canto degli uccelli, sentire i raggi del sole sulla faccia, il bacio d'una donna, il sorriso di un bambino, le feste di un cane.
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10/07/2011, 23:11 |
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blade112
Iscritto il: 23/01/2009, 22:37 Messaggi: 1757 Località: ROMA
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caio ha scritto: Salve, Grazie Antonella 123, me ne ricorderò. Grazie anche a Irmavet, me lo hanno dato così! Chi me lo ha dato dice di averne almeno 50, ma non sò. Sa, Dottoressa, vivo in campagna e i cani mi piacciono, ho anche un meticcio maremmano e dovrei prenderne un'altro, avendo un'azienda zootecnica e stando in un posto dove, haimé, ci sono cinghiali a tonnellate, capisce che ho bisogno di difesa per la prima e "casino" per il secondo. I cuccioli li terrei io, magari la faccio accoppiare ogni due-tre anni, così ho sempre cani, senza dover andare sempre in cerca e, non ho il problema di regalarli, anche se, regalerie i cuccioli a conoscenti, quindi persone amanti degli animali, non animali loro stessi. Quoto in pieno irmavet, e tu caio ma ti rendi conto di quello che stai dicendo???? la fai accoppiare ogni due-tre anni???? ti terresti una trentina di cuccioli????? e questi cani ti credi che non ne faranno a loro volta???? che fai li sterilizzi tutti???? sai nei canili quanti cani ci sono abbandonati che verrebbero molto volentieri a vivere in campagna, e noi che facciamo mettiamo al mondo altri meticci che non si sa che fine faranno avendone migliaia e migliaia chiusi in gabbia????!!!!! io ti consiglio di fare una bella cosa, innanzitutto sono contento che ti piacciono i cani, e quindi, se ti piacciono cosi tanto la tua non farla accoppiare , sterilizzala e se vuoi qualche altro cane adottane uno-due-tre in canile.vedrai che ti ripagheranno molto bene. Scusate lo sfogo ma faccio il volontario in un canile e ogni volta devo assistere a scene e persone assurde..... pensaci caio lo dico per te e per i cani un saluto a tutti fabio
_________________ Si vis pacem , para bellum.
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11/07/2011, 3:18 |
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antonella123
Iscritto il: 14/01/2011, 20:31 Messaggi: 573 Località: Vicchio (Firenze)
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ohh mamma!!! A questo punto sono proprio d'accordo anch'io con Fabio e Irmavet!! Non capisco sinceramente tutti questi "futuri accoppiamenti" e non ne capisco la motivazione. Ok se si tratta di far fare una cucciolata ad una cagnetta di casa e di avere anche un cane da guardia valido, ma qui mi sembra proprio che tu stia esagerando!! Di questo passo ti ritroverai ad avere decine e decine di cuccioli, magari nati anche da accoppiamenti fra consanguinei....proprio una bellezza considerando che questo tipi di accoppiamenti genera cuccioli estremamente deboli e con un'altissima percentuali di morti e malattie genetiche! Dovresti secondo me fermarti ed avere semplicemente pochi cani e magari sterilizzare le femmine se tu non puoi controllarli durante le stagioni del calore!
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11/07/2011, 11:00 |
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caio
Iscritto il: 03/06/2010, 0:35 Messaggi: 35 Località: Prov. Campobasso
Formazione: Scuola Media Inferiore
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Salve, grazie a Fabio e ad Antonella, per le risposte. Per la verità volevo un maschio, ma l'amica al quale l'ho chiesto mi disse che ne aveva fatti tre, e tutte femmine, che faccio, gli dico no grazie? Fabio, andare in canile sarebbe una cosa giusta ma ho già un maremmano di quattro anni, che non ha accettato la piccolina, un cane già adulto sarebbe, almeno da quello che ho notato, una "tragedia". Sterilizzarla, sicuramente, è la visione anche di mia madre, ma per il momento non l'ho considerato, visto che ho una femminuccia quando sarà la faccio accoppiare, magari sterilizzo i futuri cuccioli, ma non tutti, così avrò sempre il ricambio, ammazzarli non lo cosidero nemmeno, non sono come gli "animali da reddito" che ho! Antonella, l'importante è sapere a che età vanno in calore, e quando dura, in questo modo posso sempre tenerla, per il periodo, dentro sì da non avere "problemi". Grazie ancora Claudio.
_________________ La felicità è: svegliarsi con il canto degli uccelli, sentire i raggi del sole sulla faccia, il bacio d'una donna, il sorriso di un bambino, le feste di un cane.
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11/07/2011, 23:05 |
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Pedru
Sez. Cani
Iscritto il: 02/12/2010, 23:57 Messaggi: 4660 Località: Sassari
Formazione: Universitaria
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Irmavet ha scritto: caio ha scritto: Salve, ho da poco avuto in regalo una cagnolina di 40 giorni circa, bastardina, avendo un cane più o meno della stessa taglia, di un anno, ma razze differenti, volendo farli accoppiare, a che età è possibile? Grazie, Claudio. Perché a 40 giorni?? I cuccioli devono poter restare con mamma e fratellini fino almeno a 60... Ma soprattutto: PERCHE' mettere al mondo altri cuccioli meticci quando i canili ne sono PIENI??? Poi dei cuccioli che ne fai? Metti che te ne sforna 7-8 o 10. Sai già a chi regalarli? E sei sicuro che chi prenderà questi cuccioli, lo faccia in modo CONSAPEVOLE e non solo perché "ma sì, tanto è in regalo" per poi liberarsi del cucciolo quando si accorgeranno che il cucciolo fa disastri? Per piacere, rifletti bene prima di fare certe scelte. Non si gioca con la vita di esseri viventi. Articoli ad hoc utili per farti capire: Cita: “Accoppiamoli” tutti! (dicerie e idee strampalate sul sesso canino) " By Valeria Rossi
Quelle che seguono sono tutte storie vere raccolte sul newsgroup “IDAC” (it.discussioni.animali.cani). ............................... ...............................
Ciao Irma, pur approvando (quasi) completamente il tuo post, molto illustrativo ed illuminante e che io stesso ho letto con grande interesse, devo farti osservare che forse sarebbe il caso, le prossime volte, cercare di essere un pochino più brevi e succinti Grazie
_________________ Su ki iskhit su foghile ki no l'lskhet su Jannile
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11/07/2011, 23:15 |
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Irmavet
Iscritto il: 15/10/2010, 10:30 Messaggi: 156 Località: Mondovì (CN)
Formazione: Laurea Specialistica in Medicina Veterinaria - Specializzazione in Sanità Animale
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[quote="Pedru]Ciao Irma, pur approvando (quasi) completamente il tuo post, molto illustrativo ed illuminante e che io stesso ho letto con grande interesse, devo farti osservare che forse sarebbe il caso, le prossime volte, cercare di essere un pochino più brevi e succinti Grazie [/quote] Se i messaggi lunghi non sono graditi, basterebbe mettere un limite ai caratteri ammessi nello spazio per rispondere. Non avendo ricevuto messaggi automatici su un'eccessiva lunghezza, non credevo di irritare nessuno o di violare una qualche regola. Anche perché penso che chiunque faccia come me: se una risposta mi interessa la leggo, breve o lunga che sia. Se non mi interessa, faccio "segna come già letto" e passo oltre. semplice e indolore.
_________________ Irma
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12/07/2011, 9:08 |
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