Switch to full style
Comportamento, alimentazione, addestramento, allevamento, razze canine
Rispondi al messaggio

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 10:00

Ciao a tutti,
vrrei inserirmi nel discorso, ma francamente vorrei anche e il linciaggio per quello che dirò :mrgreen: ;) :D
Premetto che posseggo due cani (maschio e femmina) che convivono oramai da oltre 3 anni, e non ho un cucciolo in giro, e neanche ho mai avuto un accoppiamento, e neanche la canina è sterilizzata o il maschio castrato...e vivo in campagna.
Credo (...e sottolineo credo) che con un pò di attenzione l'amico Caio potrebbe evitare di sterilizzare subito la femminuccia: ho la fortuna di avere per carissimi amici di vita ben due veterinari (persone che vedo quotidianamente e che sono validissimi professionisti), ed entrambi (laureati a pisa a distanza di venti anni l'uno dall'altra) mi hanno consigliato di fare così...
Aspettare che la canina si sviluppi e poi decidere se sterilizzarla.
Come un orologio svizzero la canina ha calori regolari due volte all'anno, e per quei 20 giorni teniamo a bada il maschio evitando di farli incontrare (escono alternatamente).
La canina intanto si è fatta grande e credo che in ottobre la sterilizzeremo.
Il problema (come dite giustamente voi) è proprio quello di dare via i cuccioli (la mia femmina è un meticcio trovato nei boschi...), e quando uno vuole fare un accoppiamento è bene che abbia chiaro in testa il futuro di quei cuccioli.
Anche io come Caio vivo in campagna, e tra lupi...cinghiali...volpi e cani randagi qui siamo sempre "in allegra compagnia" :evil: .
Il maschio è un cane da caccia (un cocker spaniel da lavoro), mentre la femminuccia è un incrocio tra un labrador e un segugio a pelo forte: avevo valutato l'accoppiamento ma la prole non sarebbe certo semplice da piazzare, e quindi ho desistito all'idea di farlo.
Se Caio avesse avuto dei cani di razza sarebbe stato certamente più semplice piazzarli, ma con i meticci il discorso cambia, e come hanno osservato bene gli altri i canili sono "colmi" di meticci in attesa di affetto e di una nuova casa.

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 10:37

Irmavet ha scritto:Se i messaggi lunghi non sono graditi, basterebbe mettere un limite ai caratteri ammessi nello spazio per rispondere. Non avendo ricevuto messaggi automatici su un'eccessiva lunghezza, non credevo di irritare nessuno o di violare una qualche regola.
........

Prima di tutto, devo dire che non hai irritato nessuno o, perlomeno, (come risulta chiaro dal mio intervento) certamente non hai irritato me.
Secondo: è vero che non c'è, attualmente, una regola precisa su un numero massimo di caratteri da usare in ciascun post, ma bisognerebbe che ogni utente si autolimitasse un pochino. Te l'immagini se ognuno di noi, o diciamo solo una buona parte, in molti post ci infilasse una lunga serie di citazioni, considerazioni prolisse e via dicendo. Si', è vero: ogni utente può decidere liberamente se leggere o non leggere questo o quel post, però sicuramente tutta la discussione ne risentirebbe, diventando più pesante e difficile da seguire. Meglio evitare.

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 10:54

Tosco ha scritto:Ciao a tutti,
vrrei inserirmi nel discorso, ma francamente vorrei anche e il linciaggio per quello che dirò :mrgreen: ;) :D
Premetto che posseggo due cani (maschio e femmina) che convivono oramai da oltre 3 anni, e non ho un cucciolo in giro, e neanche ho mai avuto un accoppiamento, e neanche la canina è sterilizzata o il maschio castrato............................

Ciao Tosco
tranquillo, non penso che qualcuno rischi il linciaggio per avere espresso le sue opinioni e i suoi punti di vista. Tanto più se vengono esposti garbatamente e con cognizione di causa come hai fatto tu :)
Anche io ho (o meglio: avrò) il problema di evitare l 'accopiamento fra due cani che vivono in campagna, ma non perché si tratta di due cani di diversa razza (sono entrambi Fonnesi puri), ma perché sono madre e figlio. Problemi di "sistemare" la prole non ne avrei (sono cani molto richiesti), ma vorrei evitare, per quanto possibile la consanguineità. Attualmente il problema non sussiste, perché il figlio è ancora un cucciolone di 10 mesi. Certamente non è il caso di ricorrere alla sterilizzazione. Semplicemente, nei dieci/dodici giorni dell'estro, li separerò isolando uno dei due in un solido recinto

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 11:27

Tosco ha scritto:ho la fortuna di avere per carissimi amici di vita ben due veterinari (persone che vedo quotidianamente e che sono validissimi professionisti), ed entrambi (laureati a pisa a distanza di venti anni l'uno dall'altra) mi hanno consigliato di fare così...
Aspettare che la canina si sviluppi e poi decidere se sterilizzarla.

I due tuoi amici, e colleghi miei ;) , non sono aggiornati.
Gli ultimi studi scientifici, oltre ad avere dimostrato l’ormono-dipendenza dei tumori mammari, hanno anche evidenziato come l’azione cancerogena degli ormoni sessuali sia cumulativa, cioè si sommi di volta in volta ad ogni calore. Secondo quanto riportato nei vari articoli pubblicati, la probabilità di sviluppare un tumore mammario per una cagna sterilizzata prima del primo calore è pari allo 0,05%, ma diventa pari all’8% nelle cagne sterilizzate dopo il primo calore e al 26% nelle cagne sterilizzate dopo il secondo calore; dopo i due anni di età, nemmeno la sterilizzazione è più in grado di prevenire l’insorgenza di neoplasie mammarie, perché l’azione svolta dagli ormoni sulle ghiandole è ormai troppo avanzata.
Quindi la scelta migliore, secondo me (in base a queste nozioni scientifiche) è sterilizzare PRIMA del primo calore. Aspettare non ha senso (soprattutto se si tratta di meticci, ma vale anche per i cani di razza per i quali si è sicuri di non volerli usare in riproduzione).

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 11:34

Pedru ha scritto: Te l'immagini se ognuno di noi, o diciamo solo una buona parte, in molti post ci infilasse una lunga serie di citazioni, considerazioni prolisse e via dicendo. Si', è vero: ogni utente può decidere liberamente se leggere o non leggere questo o quel post, però sicuramente tutta la discussione ne risentirebbe, diventando più pesante e difficile da seguire. Meglio evitare.

[mode acida on]Mah, io preferisco un messaggio lungo ma piacevole da leggere e, soprattutto, scritto in italiano corretto, che risposte brevi ma spaventosamente zeppe di errori d'ortografia... l'errore di battitura scappa anche a me, per carità, ma in certi casi purtroppo NON sono errori di battitura, visto che sono allegramente ripetuti...
ah, povera lingua italiana!... :? [mode acida off]
:mrgreen:

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 14:38

Irmavet ha scritto:
Tosco ha scritto:ho la fortuna di avere per carissimi amici di vita ben due veterinari (persone che vedo quotidianamente e che sono validissimi professionisti), ed entrambi (laureati a pisa a distanza di venti anni l'uno dall'altra) mi hanno consigliato di fare così...
Aspettare che la canina si sviluppi e poi decidere se sterilizzarla.

I due tuoi amici, e colleghi miei ;) , non sono aggiornati.
Gli ultimi studi scientifici, oltre ad avere dimostrato l’ormono-dipendenza dei tumori mammari, hanno anche evidenziato come l’azione cancerogena degli ormoni sessuali sia cumulativa, cioè si sommi di volta in volta ad ogni calore. Secondo quanto riportato nei vari articoli pubblicati, la probabilità di sviluppare un tumore mammario per una cagna sterilizzata prima del primo calore è pari allo 0,05%, ma diventa pari all’8% nelle cagne sterilizzate dopo il primo calore e al 26% nelle cagne sterilizzate dopo il secondo calore; dopo i due anni di età, nemmeno la sterilizzazione è più in grado di prevenire l’insorgenza di neoplasie mammarie, perché l’azione svolta dagli ormoni sulle ghiandole è ormai troppo avanzata.
Quindi la scelta migliore, secondo me (in base a queste nozioni scientifiche) è sterilizzare PRIMA del primo calore. Aspettare non ha senso (soprattutto se si tratta di meticci, ma vale anche per i cani di razza per i quali si è sicuri di non volerli usare in riproduzione).

:) Immaginavo che avresti detto questo :)
Come scritto in neretto "aspettare che la canina si sviluppi e poi decidere di sterilizzarla", vuole dire esattamente quello che ho detto: non fermare lo sviluppo di un cane è evidentemente per alcuni veterinari più importante delle percentuali sulle neoplasie mammarie, sopratutto quando si tratta proprio di meticci.
mi hanno fatto subito presente la storia delle percentuali, ed hanno lasciato a me l'ultima decisione: al momento del primo calore la canina ara sempre molto piccola e sproporzionata. Il primo calore è arrivato a 14 mesi d'età.
Pur non trattandosi di un cane di razza, che "avrebbe dovuto rientrare" negli standard, tale sproporzione poteva costituire un problema, tenendo anche conto che la metà del suo sangue era di labrador (e se sei veterinario sai a cosa mi riferisco).
Oltretutto (tra il primo ed il secondo calore) la canina ha fortemente mutato il proprio carattere, divenendo sempre più mansueta: la maturità porta anche questo, e (sempre statistiche alla mano) mi hanno detto che averla sterilizzata prima avrebbe (magari...) creato un discreto scompenso caratteriale, ed io non volevo "calmarla per forza".
La piccola poi non è stata fortunatissima perchè ha pure dei problemi di tiroide, e questo potrebbe costituire un goosso problema al momento della gestazione. Ho così deciso che sarà sterilizzata nell'autunno, ma se avessi potuto avrei evitato ben volentieri.

Re: A che età una femmina è ricettiva?

12/07/2011, 21:19

Irmavet ha scritto:Mah, io preferisco un messaggio lungo ma piacevole da leggere e, soprattutto, scritto in italiano corretto, che risposte brevi ma spaventosamente zeppe di errori d'ortografia... .....

Su questo (se non sono stato chiaro nei post precedenti te lo ripeto) siamo d'accordo, ma il diiscorso che facevo io era un altro.
Se poi qualcuno non sa scrivere in buon italiano, non credo che gli si possa fare una colpa o censurarlo per questo

Re: A che età una femmina è ricettiva?

13/07/2011, 7:47

A quanto pare l'argomento sterilizzazione per quanto già trattato e ritrattato riesce ancora ad infiammare gli animi...

Comunque a titolo di parere strettamente personale, ritengo che emergano sempre una ridda di luoghi comuni, ma non venga mai sottolineato abbastanza come la responsabilità del benessere psicofisico del proprio animale sia solo del proprietario.

In fin dei conti se anche i canili sono pieni, ma una persona ritiene in coscienza di voler fare accoppiare un suo cane mosso dalle ragioni del cuore di tenere un cucciolo (pur magari non sapendolo sta in effetti cercando di assecondare il bisogno atavico di continuità oltre la separazione inevitabile della morte) e in questo si comporta eticamente ovvero senza nemmeno prendere in considerazione l'uccisione di cuccioli appena nati (orrore indescrivibile da condannarsi senza mezzi termini) nè corbellerie congeneri, nonchè prendendosi a carico la sistemazione adeguata della cucciolata nel rispetto delle scelta dei futuri proprietari e dei tempi fisiologici di separazione dalla madre (nè 40 nè 50 giorni, si parla di 60-70 giorni)...
insomma stante tutte queste premesse.... la persona in questione che male fa?

Per quanto riguarda invece il problema prevenzione tumori: certo la componente ormonale ha una sua rilevanza come peraltro in ambito umano, ma esiste comunque una multifattorialità non altrettanto ben indagata. Sterilizzare il cane per avere la certezza di aver "fatto il tagliando" che mette al riparo da ogni sventura non è comunque un atteggiamento corretto.
E il ruolo dell'alimentazione iperproteica o troppo ricca in carboidrati (ruolo ben indagato in ambito umano) dove lo lasciamo?

Così pure come parlare di eliminazione della displasia grazie alla scelta selezionata dei riproduttori (e anche qui il ruolo dell'alimentazione e dello stile di vita dove lo mettiamo?) è concetto un pò da rivedere, mentre è assolutamente vero che finchè alla riproduzione di razza verrano riservati solo i soliti noti bellissimi campionissimi titolatissimi, si avrà una restrizione del pool genetico all'interno della stessa razza con conseguente inevitabile indebolimento della stessa.

Insomma, senza divagare oltre, rimango saldamente dell'idea che un proprietario eticamente corretto e scientificamente informato possa serenamente pensare a far riprodurre anche un meticcio, certo senza effetti da Carica dei 101, senza andare all'Inferno per questo.

Re: A che età una femmina è ricettiva?

13/07/2011, 9:31

testarossa ha scritto:A quanto pare l'argomento sterilizzazione per quanto già trattato e ritrattato riesce ancora ad infiammare gli animi...

Comunque a titolo di parere strettamente personale, ritengo che emergano sempre una ridda di luoghi comuni, ma non venga mai sottolineato abbastanza come la responsabilità del benessere psicofisico del proprio animale sia solo del proprietario.

In fin dei conti se anche i canili sono pieni, ma una persona ritiene in coscienza di voler fare accoppiare un suo cane mosso dalle ragioni del cuore di tenere un cucciolo (pur magari non sapendolo sta in effetti cercando di assecondare il bisogno atavico di continuità oltre la separazione inevitabile della morte) e in questo si comporta eticamente ovvero senza nemmeno prendere in considerazione l'uccisione di cuccioli appena nati (orrore indescrivibile da condannarsi senza mezzi termini) nè corbellerie congeneri, nonchè prendendosi a carico la sistemazione adeguata della cucciolata nel rispetto delle scelta dei futuri proprietari e dei tempi fisiologici di separazione dalla madre (nè 40 nè 50 giorni, si parla di 60-70 giorni)...
insomma stante tutte queste premesse.... la persona in questione che male fa?

Per quanto riguarda invece il problema prevenzione tumori: certo la componente ormonale ha una sua rilevanza come peraltro in ambito umano, ma esiste comunque una multifattorialità non altrettanto ben indagata. Sterilizzare il cane per avere la certezza di aver "fatto il tagliando" che mette al riparo da ogni sventura non è comunque un atteggiamento corretto.
E il ruolo dell'alimentazione iperproteica o troppo ricca in carboidrati (ruolo ben indagato in ambito umano) dove lo lasciamo?

Così pure come parlare di eliminazione della displasia grazie alla scelta selezionata dei riproduttori (e anche qui il ruolo dell'alimentazione e dello stile di vita dove lo mettiamo?) è concetto un pò da rivedere, mentre è assolutamente vero che finchè alla riproduzione di razza verrano riservati solo i soliti noti bellissimi campionissimi titolatissimi, si avrà una restrizione del pool genetico all'interno della stessa razza con conseguente inevitabile indebolimento della stessa.

Insomma, senza divagare oltre, rimango saldamente dell'idea che un proprietario eticamente corretto e scientificamente informato possa serenamente pensare a far riprodurre anche un meticcio, certo senza effetti da Carica dei 101, senza andare all'Inferno per questo.

Standing Ovation!!!
Ti quoto e ti straquoto in tutto: sei riuscito a dire in peino quello che è il mio pensiero...oltretutto in un italiano impeccabile, e quindi non criticabile :mrgreen:
Grazie!!! :D :lol:

Re: A che età una femmina è ricettiva?

13/07/2011, 13:54

testarossa ha scritto:Comunque a titolo di parere strettamente personale, ritengo che emergano sempre una ridda di luoghi comuni, ma non venga mai sottolineato abbastanza come la responsabilità del benessere psicofisico del proprio animale sia solo del proprietario

Beh, su questo non ci piove.
testarossa ha scritto:In fin dei conti se anche i canili sono pieni, ma una persona ritiene in coscienza di voler fare accoppiare un suo cane mosso dalle ragioni del cuore di tenere un cucciolo (pur magari non sapendolo sta in effetti cercando di assecondare il bisogno atavico di continuità oltre la separazione inevitabile della morte) e in questo si comporta eticamente ovvero senza nemmeno prendere in considerazione l'uccisione di cuccioli appena nati (orrore indescrivibile da condannarsi senza mezzi termini) nè corbellerie congeneri, nonchè prendendosi a carico la sistemazione adeguata della cucciolata nel rispetto delle scelta dei futuri proprietari e dei tempi fisiologici di separazione dalla madre (nè 40 nè 50 giorni, si parla di 60-70 giorni)...
insomma stante tutte queste premesse.... la persona in questione che male fa?.

Nessuno, per carità. Ma siamo seri, quanti sono in percentuale quelli che fanno così? E quanti invece che mettono al mondo cuccioli così tanto per sport senza preoccuparsi minimamente di informarsi prima per sapere cosa c'è da fare e cosa non fare? Già solo l'ABC, neh! Mica pretendo che si leggano un'intera biblioteca di etologia, fisiologia e allevamento canino. E questo vale sia per i meticci che per i cani di razza. In Italia c'è un'IGNORANZA cinofila SPAVENTOSA, a livelli di terzo mondo. E non lo dico io, basta guardarsi intorno per accorgersene (e basta ad esempio notare quanti sono quelli che neanche raccolgono le cacche dei loro cani... già questo è segno di ignoranza e inciviltà).
E sui meticci: quanti sono i meticci controllati per le patologie ereditarie? Le malattie genetiche, che "affliggono" molti cani di razza ci sono anche nei trovatelli. Il meticcio non è affatto esente da cardiopatie, displasie, patologie oculari…anzi, per un verso è molto più a rischio, perché è figlio di genitori non controllati.Per un altro verso, invece, è meno a rischio, perché tra i meticci non c’è quasi mai consanguineità e quindi la possibilità che due geni recessivi si incontrino solo perché arrivano dalla stessa linea di sangue è molto più remota… escluso il caso del “contadino che alleva con tanto amore” e che fa accoppiare fratello e sorella: come fece la buonanima della suocera di una mia amica, ottenendo una cucciolata in cui un cane era sano, una era epilettica e il terzo era uno storpio che camminava sui gomiti (e pensava anche di riaccoppiare tra loro la seconda e il terzo, che aveva tenuto entrambi con sè perché non era riuscita neppure a regalarli).
testarossa ha scritto:Per quanto riguarda invece il problema prevenzione tumori: certo la componente ormonale ha una sua rilevanza come peraltro in ambito umano, ma esiste comunque una multifattorialità non altrettanto ben indagata. Sterilizzare il cane per avere la certezza di aver "fatto il tagliando" che mette al riparo da ogni sventura non è comunque un atteggiamento corretto.

In medicina non esiste NIENTE di matematicamente certo. E infatti io non ho scritto: "se sterilizzi entro x mesi, stai certo che il tumore alla mammella al tuo cane NON verrà mai". Si parla di percentuali, di probabilità. Chi fuma ha maggiori probabilità di beccarsi un tumore ai polmoni, ma non è detto che chi non abbia mai fumato non possa ammalarsi della stessa malattia, purtroppo. I fattori in gioco sono tanti, ovvio, e c'è sempre il fattore "sfiga" in agguato.
Ma se io ho una femmina, o anche un maschio (anche se in italia la castrazione dei cani maschi è tabù...), e sono certa per qualsiasi ragione (mia personale, o per scelta, o perché il cane non è adatto) che quel soggetto non dovrà MAI riprodursi, scegliere di sterilizzare è la cosa migliore. Per tutta una serie di ragioni, sanitarie per il cane stesso ma non solo. Solo per citarne uno a caso: la lotta alla piaga del randagismo, che si combatte principalmente con la sterilizzazione.
testarossa ha scritto:E il ruolo dell'alimentazione iperproteica o troppo ricca in carboidrati (ruolo ben indagato in ambito umano) dove lo lasciamo?

Come ho scritto sopra, i fattori che concorrono allo svilupparsi delle malattie sono molteplici. E' impossibile pensare di poterli controllare tutti e per quelli che invece si possono controllare l'unica via è FARE INFORMAZIONE (ed è quello che sto facendo).
testarossa ha scritto:Così pure come parlare di eliminazione della displasia grazie alla scelta selezionata dei riproduttori (e anche qui il ruolo dell'alimentazione e dello stile di vita dove lo mettiamo?) è concetto un pò da rivedere, mentre è assolutamente vero che finchè alla riproduzione di razza verrano riservati solo i soliti noti bellissimi campionissimi titolatissimi, si avrà una restrizione del pool genetico all'interno della stessa razza con conseguente inevitabile indebolimento della stessa.

Se selezione fosse "pulizia etnica", cioé ELIMINARE TUTTI i soggetti non perfetti, scomparirebbero le razze. Infatti in molte razze si inizia a lavorare sull'indice genetico, proprio per recuperare soggetti che hanno un problema (che prima sarebbero stati esclusi dalla riproduzione tout court) ma che non lo trasmettono, e viceversa. Detto in parole poverissime, perché altrimenti verrebbe fuori un poema e poi mi cazziano :mrgreen:
testarossa ha scritto:Insomma, senza divagare oltre, rimango saldamente dell'idea che un proprietario eticamente corretto e scientificamente informato possa serenamente pensare a far riprodurre anche un meticcio, certo senza effetti da Carica dei 101, senza andare all'Inferno per questo.

Come detto prima: quanti sono realmente i proprietari "eticamente corretti" e "scientificamente informati" e quanti invece i "cuggini"(*)?... :?

[* cuggini=dalla canzone di Elio e le storie tese, "me l'ha detto mio cuggino"...]
Rispondi al messaggio