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, legando la produzione NON alla produzione, ma alla terra posseduta.


io e' uan vita che lo dico..

e bisognerebbe dire anche che il altte fuori quota non si potebbe essere acquistato dai vari caseifici.

cosi nn ci sarebbero splafonatoi..

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15/07/2010, 21:59
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un altro grosso buco della legge... il latte ritirato dai caseifici andava NON pagato all'allevatore ma il caseificio lo lavorava...

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15/07/2010, 22:08
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e col altte fuori quota qualcuno se fatto i soldi dalal aprte dei industria di trasformazione..

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15/07/2010, 22:17
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ma scusatemi,
ma se c'è un regolamento, buono o cattivo che sia perchè non lo si rispetta?

Io capisco che il regolamento possa essere migliorato, ma andargli contro a spada tratta e pretendere di avere ragione mi sembra una cosa assurda.

E' un po' come quegli automobilisti che si beccano l'autovelox e si mettono a discutere con la polizia sul fatto che è un tratto di strada su cui è impossibile andare piano

quelli che producono rispettando le regole allora cosa sono? dei fessi?
sembra la solita storia all'italiana dove si costruisce abusivamente "tanto poi arriva il condono".
L'idea che ne è uscita dalla trasmissione era proprio questa "noi non le compriamo... tanto poi arriverà qualcuno a pagarcele.." ed ora che quel qualcuno non arriva ci si accorge incredibilmente che le regole non andavano bene.

Ripeto, le regole non sono eterne e perfette per grazia divina. Se si possono migliorare tanto meglio. Ma che chi le rispetta passi per fesso non riesco ad accettarlo per principio...

PS: Ho letto su diverse riviste (tipo IZ, L'allevatore, etc) che non c'è di che star allegri con uno scenario in cui si tolgono dall'oggi al domani le quote latte. E' vero che ognuno potrebbe produrre quanto vuole... ma la regola varrebbe anche per altre realtà... germania, polonia, romania e compagnia bella con le quali non so quanto la concorrenza sarebbe a noi favorevole.


15/07/2010, 22:24
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ma quellic he spingono a cambaire sistema secondo me nn sono solo gli allevatori .

presumo chese nn ce nessuno che compra il altte fuori quota , nn ci sarebeb nessuno che lo rpoduce...

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15/07/2010, 22:33
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Gentilissimo collega abbiamo comperato le quote latte a 150.000 lire al quintale per poter avere il diritto di produrre ... abbiamo acquistato terra a cifre iperboliche per poter produrre latte e smalire qualcosa di abbastanza vicino a quello che FORSE sarà il regolamento sui nitrati ... abbiamo costruito vasconi e abbiamo applicato al 101% il regolamento per il benessere animale ... siamo in alta qualità ... siamo certificati e tracciati. Abbiamo l'azienda che rispetta in pieno le normative della legge 626. Credo di non aver dimenticato nulla.
Quindi "credo" che seguiamo le regole ... ma pur seguendo le regole in pieno io sono convinto che quanto fatto dallo stato Italiano con le quote latte sia stato uno sconcio ... e la cosa più brutta è che sta continuando a farlo ! scontentando in questo modo tutti.
Sulla competizione, caro collega, la dobbiamo comunque affrontare prima o poi, l' unica regola che DOBBIAMO pretendere è l' equità nel sistema produttivo ! regolamenti ... metodi ... tasse ... contributi ... ASL ... NAS ... Tutti uguali !!!!
La CERTIFICAZIONE del made in Italy OBBLIGATORIA (come del made in Germany ecc) OBBLIGATORIETA di uso del latte ITALIANO nei prodotti DOP ...
... e poi che competizione sia.

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15/07/2010, 22:48
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quello si

che lo scontro sia pari , cje leregole siano uguali x tutti

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15/07/2010, 23:10
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Robyvan ha scritto:
...
Quindi "credo" che seguiamo le regole ... ma pur seguendo le regole in pieno io sono convinto che quanto fatto dallo stato Italiano con le quote latte sia stato uno sconcio ... e la cosa più brutta è che sta continuando a farlo ! scontentando in questo modo tutti.

Come detto questo è un altro paio di maniche. I sistemi in cui dobbiamo muoverci non sono perfetti e possono essere migliorati, l'importante secondo me è rispettarli in modo da confrontarci tutti allo stesso modo. Se poi si riesce un po' alla volta ad ottimizzarli tanto meglio per tutti! ;)

Robyvan ha scritto:
Sulla competizione, caro collega, la dobbiamo comunque affrontare prima o poi, l' unica regola che DOBBIAMO pretendere è l' equità nel sistema produttivo ! regolamenti ... metodi ... tasse ... contributi ... ASL ... NAS ... Tutti uguali !!!!
La CERTIFICAZIONE del made in Italy OBBLIGATORIA (come del made in Germany ecc) OBBLIGATORIETA di uso del latte ITALIANO nei prodotti DOP ...
... e poi che competizione sia.

Su questo invece non sono d'accordo. Ma come fai a pretendere l'equità del sistema produttivo??? metodi (ed io che vivo a 1.000 s.l.m. dovrei produrre silomais e medica?) tasse (sistema di tassazione uguale in lombardia come in sassonia???) contributi (produrre il foraggio a mantova o in val d'aosta non è esattamente la stessa cosa, idem sulla salvaguardia del territorio...) ASL/NAS (idem come sopra, non puoi pretendere di applicare la stessa legislazione in spagna ed in danimarca).
La cosa corretta da fare è INFORMARE CORRETTAMENTE il cliente (anche attraverso certificazione come suggerisci tu).
In modo che chi compra un litro di latte sappia:
- da dove viene, con cosa è stato prodotto, quali controlli ha subito, etc. etc.

Ma attenzione, la favola del "so che è italiano quindi lo compro a discapito del prodotto estero" è, appunto, una favola.
Perchè
a) sembra che il sistema italiano sia perfetto e migliore rispetto ad un sistema francese o tedesco (come se questi due paesi siano due stati del terzo mondo)
b) non crediate che l'italiano compri per forza italiano... lo stesso ragionamento che fate voi quando comprate un auto tedesca, una felpa della nike, un computer, un telefonino, un armadio dell'ikea, un trattore john deer, etc etc. lo potrebbero fare anche i consumatori davanti al bancone del latte... il PREZZO spesso (purtropp?) è l'elemento principale con cui ci si andrà a scontrare... ed allora saranno dolori combattere contro i 10 cent del latte neo zelandese oppure i 20 di quello tedesco.

Basterebbe chiedere al settore tessile italiano cosa guarda la gente quando compra...
se a qualcuno interessa veramente la qualità oppure se il 99% chiude gli occhi di fronte allo sfruttamento del lavoro minorile asiatico pur di pagare una felpa un terzo del corrispettivo italiano.


16/07/2010, 8:06
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Quello che voglio e' che prima si otteneva da una vacca (ovviamente non frisona) tra i 10 e i 15 litri di latte al giorno contro i 50 -60 di oggi.Ma quei 10-15 litri non hanno niente a che vedere con quei 60.Quella vacca che sembra "volerci bene" perche' apparentemente cosi' "generosa" METTE FINE AGLI ALLEVAMENTI ITALIANI per i seguenti motivi:
1 Il prodotto italiano PERDE QUALITA' mettendosi alla pari con la concorrenza estera;
2 Di conseguenza non essendoci distinzione di qualita' nascono allevamenti intensivi(perche' a questo punto non servono piu' ettari pascoli ecc...) di FRISONE che producono latte a ritmi industriali perche' a questo punto che fai "strafogare" le vacche di mais e via litri e litri di latte che scendono, quindi non serve piu' far pascolare le vacche(che tra l'atro arricchiscono il loro latte di vitamine e omega3).
Non nascondo tutta la mia scetticita' in questa razza perche' e' come illudersi di raccogliere 365 giorni l'anno sempre frutta da un albero(ma non e' frutta!) .La natura che a mio parere e' "violentata" va rispettata secondo i suoi cicli,tempi e periodi. Se non siete riusciti a capire allora vi faccio una domanda: se non ci fosse stata la frisona saremmo arrivati a questa situazione disperata dove molti allevatori VERI PROFESSIONISTI rischiano (oppure ormai non piu'....) di chiudere?


16/07/2010, 10:53
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Gregorio ha scritto:
1 Il prodotto italiano PERDE QUALITA' mettendosi alla pari con la concorrenza estera;

La qualità del latte è legata anche alla produzione di latte (non sono un drago in materia, ma empiricamente mi sembra che una vacca più produce e più ha problemi di cellule ad esempio). Però il tuo ragionamento mi sembra un po' troppo semplicistico.
50 anni fa è vero che si producevano 15 litri per vacca, ma aveva un contenuto inferiore di grasso e proteine mentre la carica batterica era MOLTO più alta. Quindi cosa intendi per "perde qualità"?
Gregorio ha scritto:
2 Di conseguenza non essendoci distinzione di qualita' nascono allevamenti intensivi(perche' a questo punto non servono piu' ettari pascoli ecc...) di FRISONE che producono latte a ritmi industriali perche' a questo punto che fai "strafogare" le vacche di mais e via litri e litri di latte che scendono, quindi non serve piu' far pascolare le vacche(che tra l'atro arricchiscono il loro latte di vitamine e omega3).

Su questo sono d'accoro con te, anche se non dobbiamo dimenticare che è facile parlare col senno di poi (IO PER PRIMO).
Chi da da mangiare alla propria famiglia con questo lavoro non ha molto tempo per pianificare/sperimentare/provare: deve spesso farsi aiutare da terze parti. Se poi queste terze parti sono un disastro la colpa NON E' TUTTA DEGLI ALLEVATORI, giusto?
Gregorio ha scritto:
Non nascondo tutta la mia scetticita' in questa razza perche' e' come illudersi di raccogliere 365 giorni l'anno sempre frutta da un albero(ma non e' frutta!) .La natura che a mio parere e' "violentata" va rispettata secondo i suoi cicli,tempi e periodi. Se non siete riusciti a capire allora vi faccio una domanda: se non ci fosse stata la frisona saremmo arrivati a questa situazione disperata dove molti allevatori VERI PROFESSIONISTI rischiano (oppure ormai non piu'....) di chiudere?

Veramente, non capisco questo accanimento sulla razza frisona. Io non ne sono entusiasta, ma il tuo ragionamento non sta in piedi...
sarebbe come dire che l'inquinamento nei trasporti è dovuto alle fiat...
avrebbero potuto tranquillamente prendere la razza "XYZ" e spingerla al massimo ed ora ci troveremmo 1 milioni di XYZ in Italia.
La povera frisona di per se che colpa ha??
Cmq mi sembra che leggendo qua e la il processo ora si stia invertendo: si comincia a parlare di longevità, di incroci con razze con meno tassi di consanguineità, etc etc...

speriamo, gli allevatori si meritano qualcosa di meglio della situazione in cui ci troviamo...


16/07/2010, 11:13
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