Riporto qui, per far capire la situazione tipo di un allevamento industriale bovino che viene descritto, la cronaca fatta da Michael Pollan nel libro "Il dilemma dell'onnivoro":
"Ogni giorno cinquecento tonnellate di granaglie entrano nella macina. Ogni ora, un rimorchio arriva alla porta carico e butta dentro altre cinquanta tonnellate di mais... Dall'altra parte dell'edificio, le autocisterne pompano in appositi silos migliaia di litri di grassi liquidi e supplementi potreici. In una baracca li vicino si trovano fusti di vitamine ed estrogeni sintetici, oltre a cassoni pieni di sacchi da venticinque chili di antibiotici (Rumensin e Tylosin). Insieme con fieno ed erba medica, che servono a fornire fibre, tutti questi ingredienti saranno automaticamente miscelati e poi cinvogliati nel carosello di camion che tre voltre al giorno si dipana da qui per andare ad alimentare i tredici chilometri di mangiatoie di Poky Feeders... Non ho osato toccare il resto, né il grasso (che quel giorno era sego bovino liquefatto, proveniente da uno dei macelli della zona), ne il supplemento proteico, una pappa appicicosa e marroncina fatta di urea e melassa."
Formazione: Per. Agrario e Dott. in Scienze e Tecn. Agrarie
Re: Siamo quel che mangia quel che mangiamo noi
23/06/2008, 0:44
Ciao personaltrainer, ho tolto il collegamento, perché non sono ammessi collegamenti se non sono prima autorizzati dalla direzione del forum di agraria. Saluti Francesco
Ciao! Gli agricoltori che vendono il latte per la produzione del grana padano e del parmigiano reggiano non possono dare insilati alle proprie bestie, quindi vengono nutrite con erba, fieno, sfarinati e mangime, nemmeno tutti i mangimi sono ammessi, ora non so bene quali siano le restrizioni perché me lo hanno solo raccontato comunque queste mucche vengono tra virgolette alimientate bene. Nei grandi allevamenti non ti saprei proprio dire. saluti
Il divieto di foraggiare i ruminanti (bovini) con farina di carne, farina di ossa e altri sottoprodotti di origine animale risale ai primi anni '90, allo scoppio dello scandalo "Mucca pazza". L'alimentazione dei bovini da carne è a base di fieno, insilati (soprattutto silomais) e mangimi concentrati. Ciao, Marco
Formazione: Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie presso la Facoltà di Agraria di Firenze
Re: Siamo quel che mangia quel che mangiamo noi
26/06/2008, 10:03
Spaz ha scritto:Ciao! Gli agricoltori che vendono il latte per la produzione del grana padano e del parmigiano reggiano non possono dare insilati alle proprie bestie, quindi vengono nutrite con erba, fieno, sfarinati e mangime, nemmeno tutti i mangimi sono ammessi, ora non so bene quali siano le restrizioni perché me lo hanno solo raccontato comunque queste mucche vengono tra virgolette alimientate bene. Nei grandi allevamenti non ti saprei proprio dire. saluti
L'alimentazione delle vacche per produrre il Grana Padano prevede l'utilizzo di insilati che fermentando, provocherebbero i famosi "buchi" come per L'Emmenthal. Allora cosa fanno le aziende? Aggiungono un acido che non permette la fermentazione, un cosiddetto antifermentativo che credo permanga nel formaggio e non sia salutare. Purtroppo nel loro disciplinare è permesso l'uso di insilati, mentre per i formaggi "senza buchi" (come il Grana Padano) non dovrebbero essere usati nell'alimentazione.