posto il fatto che salvaguardare le razze dall'estinzione va bene,vi è un altro fattore da considerare. io sarei favorevole a sviluppare la linea vacca-vitello in italia (ci pensate? importiamo più di un milione di vitelli l'anno solo dalla francia. fate il conto di avere stalle con 100 vacche l'una. quante aziende sono,compreso rimonta e una percentuale di scarto? 12000,13000 aziende?),però: volendo selezionare razze locali,considerato che siamo indietro 70 anni,non vale la pena di restringere un pò il cerchio e concentrarsi su quelle 5-6 razze più diffuse? anche perchè credo che i centri genetici siano in parte finanziati con fondi pubblici,possiamo permetterci di "disperderli" in tanti progetti e magari non portarne a termine nemmeno uno?
Ciao ricky75, spiegami meglio: quando parli di "concentrarsi su quelle 5-6 razze più diffuse" intendi proprio abbandonare per sempre l'allevamento delle razze autoctone? Cioè ritornare a quello che si è fatto dal dopoguerra in poi. Se è questo, non sono d'accordo. Concordo invece sul fatto di puntare esclusivamente su progetti di ricerca con ricadute dirette sul territorio e sull'allevamento. La tresferibilità dei risultati in pratiche concrete è l'unica chance che ha la ricerca per essere utile e apprezzata da chi lavora in campagna. Jacopo
Abbandonare le razze reliquie non mi vede concorde, mentre valorizzare il bestiame autoctono per attuare la linea vacca vitello potrebbe essere una valida soluzione, in fondo con la Modicana e con la Maremmana è attuta da decenni, consentendo di valorizzare aree marginali e razze storiche, saluti, Mario
Richy ciao, il grande grande problema è la ns superficialità e poca sensibilità. Capisco che mettere dentro animali poco spinti in una stalla iper specializzata è un “peso”, anche se per piacere personale diversi spendiamo più tempo e risorse, e va bene ognuno è libero di farlo viva dio. Ma quanti agriturismi sono presenti in Italia??? se queste strutture fossero vere........, molte sono dotate di fattoria didattica, solo il mettere 2/3 animali nelle loro fattorie didattiche sarebbe una grande passo in avanti, e per come la vedo io queste attività che beneficiano di un regime fiscale agevolato (per il servizio pasti) e prendono contributi, le vincolerei a scelte territoriali (inoltre previsto dalla PAC) quindi non mi invento nulla, mancano anche i giusti controlli... (CARENZA ISTUTUZIONI) Come vedi richy volendo i canali si trovano, bisogna trovare le persone che non pensano a prendere soldi PUBBLICI e acquistarsi la macchina nuova e di lusso o fare case ai figli. Gli allevatori che fanno queste cose non sono meno dei ns politici che fanno i loro comodi..... Bisogna fare scelte etiche, anche se in precedenza si è sbagliato si può e si deve cambiare rotta, Una vacca in mezzo a cinquanta non è un peso per nessuno di noi, ma se lo facciamo tutti già nel forum portiamo a + 10 animali reliquia.... L'errore di tutti, istituzioni comprese è stato l'attendere e il delegare, 2 cose che non vanno d'accordo con la crescita in nessun settore.
Un forum come questo, a mio avviso deve essere un trampolino per nuovi canali e nuove vedute, inoltre credo che i tecnici non possono e non devono pensare come l'allevatore, devono essere opion leder e lanciare idee nuove, sensibilizzare gli allevatori... se un tecnico riesce a fare questo, ha fatto un passo in avanti. Te lo dice uno che è stato preso a fischi e parolacce ( la frase migliore tu non capisci niente) da allevatori per il progetto la buona carne...
si pero paolo non puoi sperare che in piemonte lombardia emilia veneto , mettiamo in mezzo a frisone , piemontesi chianine e razze francesi la pontremolese, che ci azzecca??
dovete prendere uan cartina topografica , fare un cerchio di 10 km di rafggio intorno a pontremoli , togliere tutti quelli che con l'agricoltura non centrano un beli... cieo nulla , togliere pure i pensionati che vivacchiano con l'orto , gli agritursmi , chi e' orticultore , chi e' alelvatore ovino , e bovino da latte ,e poi a chi rimane(nessuno) chiedere se sono interessati ada allevare pontremolese..
Razza autoctona & area di origine è un binomio inscindibile per il benessere dell'animale e anche per la commercializzazione dei prodotti collegati alla razza. Tranne che per operazioni di salvaguardia ex-situ, nel caso, come dice giustamente Grintosauro, nel "cerchio di 10 km di raggio intorno a Pontremoli" nessuno sia interessato. Come purtroppo sembra. Jacopo
Grinto hai ragione e qui torniamo al punto fermo, se non si presentano allevatori locali come è evidente, bisogna rassegnarsi??? non credo, si da l'animale anche ad un allevatore siciliano/sardo che vuole farlo e si tiene o si tenta di salvarla, poi si aggiusta il tiro, ma se nessuno se ne fa carico credo sia peggio, al di la del buon senso geografico, storico, culturale ecc ecc..
jgoracci ha scritto:Ciao ricky75, spiegami meglio: quando parli di "concentrarsi su quelle 5-6 razze più diffuse" intendi proprio abbandonare per sempre l'allevamento delle razze autoctone? Cioè ritornare a quello che si è fatto dal dopoguerra in poi. Se è questo, non sono d'accordo. Concordo invece sul fatto di puntare esclusivamente su progetti di ricerca con ricadute dirette sul territorio e sull'allevamento. La tresferibilità dei risultati in pratiche concrete è l'unica chance che ha la ricerca per essere utile e apprezzata da chi lavora in campagna. Jacopo
onestamente non so,sono decisioni che deve prendere chi sta più in alto di me. probabilmente,come dice paolo,c'è posto per entrambe le cose. non sapendo come funziona il miglioramento genetico di una razza (con incroci con razze miglioratrici no,altrimenti addio purezza...) non mi sbilancio sulle possibili modalità. però,mantenere in vita una razza sta bene,perchè è comunque un serbatoio di potenziali incroci futuri,ma deve essere utile anche economicamente.
Ho seguito fin qui la discussione e devo dire che la vicenda della pontremolese mi appare alquanto strana. Mi domando: è possibile che in un piccolo distretto comunale come quello di Zeri, a poco più di 40 minuti d'auto da Pontremoli, si sia riusciti bene o male a mantener vivo il tradizionale allevamento della pecora Zerasca da carne (che si alleva soltanto lì!), usufruendo, da quanto ho capito da chi vive sul posto, di discreti contributi (non ricordo se regionali o europei..) e non si riesca a fare altrettanto per la pontremolese?? Cosa lo impedisce? Forse i contributi per la pontremolese sono più bassi o durano meno nel tempo? Non so.. Resto un po' perplesso in merito. Anche perché l'allevamento della pecora zerasca, a parte i contributi (alti o meno che siano), non è che dia delle rendite miliardarie! Si tratta pur sempre di una cosa di nicchia, i cui prodotti sono anche difficilmente rintracciabili al di fuori della Lunigiana e forse di Zeri stessa. Ora, come già ho scritto può darsi che le differenze tra mondo bovino e ovino siano notevoli (non sono un allevatore e forse non me ne rendo conto) ma mi ri-domando: prima ancora di parlare di eventuali miglioramenti della razza, non è che forse non si è lavorato abbastanza sulla reintroduzione in loco della pontremolese stessa, stimolando gli allevatori a riprenderla in considerazione? Come mai la Zerasca si e la Pontremolese no? Che politica di valorizzazione della razza si è fatta? Resto perplesso.. Voi cosa ne dite?