Mucca o vacca?

Ferri92 ha scritto:Ok!! Grazie siete stati chiarissimi!!
Comè non esistono le VACCHE viola con la scritta milka... nooooooooooooooo che delusione... da oggi in poi non crederò più neanche a babbo natale!

be....


babbo natale ieri a pisa ha mangiato carne (molto buona) di
Mucco Pisano
cosa era??

vacca chianina?
bea

volevo solo scherzare sul nome Nome

"
Il Mucco Pisano deriva dall'incrocio della razza Schways (Bruna Alpina,) con popolazioni locali e successivamente con Chianina , Olandese e Durham. Essa è originaria della zona compresa tra la Tenuta di S. Rossore, S,Giuliano T. , Pontasserchio e Migliarino Pisano e si è diffusa dalla seconda meta' del '700 lungo la linea immaginaria che partendo dal litorale pisano interessa la provincia di Lucca fino alle colline livornesi. E' allevata soprattutto allo stato semibrado o in stabulazione libera. La principale attitudine è la produzione della carne.
Il pregio maggiore della razza è rappresentato dallo spiccato istinto materno, tanto da meritare l'appellativo di "balia per eccellenza"; infatti oltre al proprio vitello riesce ad allattarne altri due vitelli senza problemi
In seguito a specifici progetti di recupero della razza, si è ridiffusa nelle province di Pisa, Livorno e Siena. E' stato istituito il Registro Anagrafico, tenuto dall'Associazione Provinciale Allevatori di Pisa, con la finalità di mantenere e salvaguardare il patrimonio genetico esistente."

ciao Nino

Cari colleghi rimango sempre affascinato nel sentire queste notizie e non posso che ringraziare tutti coloro che apportano al forum queste preziose storie locali, rendendole cultura di molti. Grazie quindi a Pioppino che ci ha raccontato di questa razza di cui io ignoravo l'esistenza, e grazie anche per il meraviglioso viaggio che mi ha fatto fare descrivendo i confini ove questa razza è custodita e che mi ha permesso un volo fantasioso nella meravigliosa Toscana.
Grazie davvero.

Delle razze in via d'estinzione in Toscana che sono quattro, Mucco/a Pisano, non vogliono più la dizione Mucco; la Garfagnina; Calvana e Pontremolese, solo la prima sta vivendo un discreto recupero seguita a distanza dalla Calvana, mentre le altre due segnano il passo finché potranno. Ma la vera ragione sta nel fatto che alcuni allevatori, grandi allevatori di zona, hanno deciso di allevarla valorizzandola, è stato fatto un disciplinare e una distribuzione differenziata presso alcune macellerie, qualche piccolo incrocio, che non dovrei dire con la Limousine, spero che si siano fermati, comunque i risultati ci sono, questo conferma che la risoluzione per le razze in via d'estinzione passa sempre attraverso un coinvolgimento degli allevatori, altre strade non ci sono, saluti, Mario

Delle razze in via d'estinzione in Toscana che sono quattro, Mucco/a Pisano, non vogliono più la dizione Mucco; la Garfagnina; Calvana e Pontremolese, solo la prima sta vivendo un discreto recupero seguita a distanza dalla Calvana, mentre le altre due segnano il passo finché potranno. Ma la vera ragione sta nel fatto che alcuni allevatori, grandi allevatori di zona, hanno deciso di allevarla valorizzandola, è stato fatto un disciplinare e una distribuzione differenziata presso alcune macellerie, qualche piccolo incrocio, che non dovrei dire con la Limousine, spero che si siano fermati, comunque i risultati ci sono, questo conferma che la risoluzione per le razze in via d'estinzione passa sempre attraverso un coinvolgimento degli allevatori, altre strade non ci sono, saluti, Mario

Non posso certo che unirmi alle affermazioni di Mario. La tutela delle razze autoctone è un patrimonio che va salvaguardato ed incentivato. Certamente il lavoro deve essere svolto in maggior parte dagli allevatori, che fanno il lavoro più impotante. Ma non dimentichiamoci che questo è un patrimonio di tutti, non solo di qualche allevatore locale appassionato e benintenzionato, e quindi i costi di tale salvaguardia siano per lo meno a carico dell' assessorato dell' agricoltura locale o di qualche altro ente, se non dal Ministero stesso. Almeno sino a che la razza non sia tutelata dal rischio estinzione. Poi la pubblicità farà tutto il resto... agrturismi, ricette con quel tipo di carne, formaggi autoctoni particolari fatti dal latte di quelle bovine ... ecc.

Roberto ciao, non posso che condividere il tuo scritto, invitandoti a dare una letta al topic pontremolese, se hai letto mi scuso
saluti Paolo

Ciao Paolo grazie della tua presenza e ... nessuna scusa da chiedere... gli darò certamente un occhio.
Complimenti Paolo vedo che sei diventato anche tu moderatore.

Mario, hai perfettamente ragione! Una volta che il patrimonio genico di una certa razza si estingue, si perdono potenzialità genetiche non più recuperabili e sono solo gli alllevatori che possono farsi carico di conservare qualcosa di tanto prezioso ed irripetibile. Alle volte, per fortuna, anche le regioni si muovono in tal senso...penso alla Regione Piemonte, dov'è in corso un notevole studio sul genoma di razze ovine e bovine ormai rarissime. Vorrei inoltre sottolineare l'importanza di queste razze a rischio estinzione, dal momento che si tratta in genere di animali ad alta specificità verso l'ambiente in cui hanno sempre vissuto; presentano perciò caratteristiche perfettamente adattate agli areali geografici di appartenenza e possono essere utilmente impiegate per perseguire produzioni biologiche in zone appartate o disagevoli (penso alle vallate alpine..). Se si vuole conservare questa biodiversità, sarebbe necessario fornire incentivi economici agli allevatori, evitando quelle lungaggini burocratiche di razza "italiana" (l'unica "razza" che invece dovrebbe proprio estinguersi )