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lieviti alimentazione bovina 
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vero robyvan, pero parto da un dato di fatto .
ogni volta che viene un controllo anaborapi /coalvi del praz chiedo sempre uan valutazione morfologiace dellos tato di ingrassamento/magrezze delle vacche -manze .

molte volte chi ce le ha sempre sott'occhio non si accorge mentre chi controlla piu stalle nell'arco della giornata , puo giudicare meglio questo parametro.

lo faccio perche da u anno all'altro il valore nutritivo del fieno , in inverno cambia , il maggengo 2008 era una porcheria , non dava nulla , dopo 57 gg di pioggia l'erba era solo fibra lignea , e di conseguenza abbaimo modificato per quell'anno il mangime e aumentato al dose.

quest'anno mi han detto che come struttura fisica , non nell'ìoptimum ne grasse ne magre.

a conferma di cio , vedo che le vacche non hanno fame atavica , e dopo i pasti tranquillamente ruminano, e la manifestazione dei calori e' regolare , come pure l'ingravidamento , e non e' raro vedere i calori a 25/30gg dal parto anche se sono a posta fissa.

di consguenza secondo il mio modesto parere , piu che andare a cercare di soddisfare le esigenze, cercherei di capire il perche non metabolizzano quello che mangiano.

noi non siamo dei campioni nel fare fieno , il fieno e' fieno :lolio ,fleum erba medica trifolio , un po di festuca,lotus grandi linee e' quello in tutta italia che sia perenne o avvicendato , quello che puo cambiare alal fine sonole produzioni ad ettaro.

qui l'erba medica viene bene , e cerco di sfruttar questa possibilita, non potendo sfrutte altrimenti col mais( se vediamo con il crollo della produttivita del grano , in provincia di alessandria e' pieno di gente che fa fieno di erba medica a dei prezzi , decenti..). questa razza si e' sviluppata anche seguendo un criterio di quello che naturalmente cresce in questi posti, cdivrso e uan razza che da 100 anni e' selezionata partendo da aliemtnzioni che col territorio hanno poco a che fare( nonmi venite a dire che la pianura padana e' un posto dove la soya cresce spontanea..)

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08/02/2010, 9:03
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Carissimo Grinto, certamente il buon allevatore sa guardare con occhio le sue bovine e "certamente" chiede a qualcun'altro cosa ne pensa, visto che appunto le ha sotto gli occhi tutti i giorni. Lo faccio anche io... ;) . Poi il confronto... si sa è sempre un momento positivo ! Controllare le derrate alimentari disponibili e farne una "critica" sui limiti e sulle possibilità alimentari delle stesse. Conoscendone i limiti... agire di conseguenza "integrandole" con i concentrati o con altri alimenti a disposizione. Certamente comprendere alcuni "meccanismi" da un grande vantaggio ed ai primi accenni è in grado di migliorare tutte le future eventuali dismetabolie. Conmunque sempre partendo dalla valutazione oggettiva degli alimenti e delle interazioni tra gli stessi e la ruminazione. Non è certamente semplice, ma... tremendamente affascinante.
Sull' alimentare gli animali con prodotti autoctoni... credo, come già scritto, che c'è molta convinzione individuale, che non ritengo certamente di essere in grado di commentare. Sono decisioni personali. E come tali li rispetto !

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08/02/2010, 22:43
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una cosa mi paicerebbe capire , ed e' 20 anni che cerco di capire sopratutto sulle fattrici.
soffermandosi principalemnte sulal fonte di energia nel razionamento.

come sappiamo i ruminanti oltre dagli estrattivi inazotati , riescono a sfruttare l'eregia data dalla fibra, ma ponimo su una equivalenza mettiamo in termini semplici 1000cal derivanti dagli amidi , rispetto a 1000cal derivanti dalla cellulosa.

negli anni dell'ipsa ,l'allora professoressa che ci spiego grandi linee il razionamento disse che per non sbagliarsi troppo nel fare la formulazione , consigliava di coprire il fabbisogno di mantenimento con gli alimenti piu poveri e a buon mercato( in questo caso , ma potrebbe anche rientrare il silomais inteso come semiconcentrto) , usare come fonte energetivca le cellulose e ele fibre non lignificate,
e sopperire il fabbisogno di produzione( in questo caso dagli ultimi giorni di gravidanza a fine svezzamento del vitello)con gli maidi e i grassi dei cereali, nel calcolo dei fabbisogni


ogni metodo e' discutibile , pero in fondo nei primi post tremor consigliava di usare lo lievito grandi linee in questa fase , e cioe facendo combaciare questo periodo , con il periodo di maggior fabbisogno energetico/prtoteico,rapporto che piu o meno nelle piemontese rimane stabile durante tutto l'anno(cal:prot).
per questo mi sembra un po strano che per bovii che in latazione fanno 6/10litri di ltte al gg , avere dei fabbisogni cosi ampi.

tornando agli alimenti aziendali , effettivmente qui abbaimo un costo fieno molto basso rispetto all'est lombardia e veneto.

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09/02/2010, 9:13
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Carissimo Grinto, cercherò di trasferire alcuni concetti non semplici per meglio comprendere quanto tu esponi. Certamente il GRANDE vantaggio dei ruminanti, e spesso qualcuno se ne dimentica, è la grande capacità di trasformare alimenti poveri, le fibre, in prodotti ad altissimo valore biologico (latte/carne). Quindi "sarebbe" giusto quanto afferma la tua ex prof. ma il problema che dentro al rumine le cose non vanno proprio così. Nel rumine gli alimenti vengono digeriti in base al ph e quindi agli AGV ed ai batteri che si moltiplicano in più o in meno in base all'acidità. Inoltre c'è un "tempo" che è quello di "fermentazione" ed uno che è quello di "transito". Or bene... comprendi che mettere in relazione ed in "sequenza cinematica" le fermentazioni ed i transiti non è proprio facilissimo, e talune volte le cose non vanno come si pensa per qualche dismetabolia della bovina o qualche infezione per scarsa conoscenza dei vari prodotti sottovalutandoli o sopravvalutandoli, poi c'è il fattore umano, la miscelazione, i tagli, le dimensioni delle particelle che possono influenzare tempi e transiti... insomma non è facilissimo. Ma nemmeno una cosa impossibile ! Le fibre come gli amidi possono essere più o meno "fermentescibili" e più o meno "veloci". Quindi più o meno digeribili. Talune fibre hanno delle ottime digeribilità e ottime fermentazioni, altre... meno. L' esempio classico potrebbe essere rappresentato dalla fibra della paglia e quella della medica. Per quanto riguarda poi l' avvicinamento al parto, va detto che 48 ore prima dell' evento, tutte le bovine vanno in carenza glicemica e calcica. Questo è un drammatico dato di fatto. Incontestabile. Il cambio di status, il parto di per se è un evento traumatico, il cambio di gruppo ed il colostro da produrre è uno stress enorme per l'animale. Il cambiamento di alimentazione è molto repentino, e l'animale ingerisce una quantità inferiore di cibo, (a casa ho stimato pesando che dopo il parto le mie bovine mangiavano 16 Kg/SS.),e la sua composizionè decisamente differente. Ora come adattatarsi la bovina in questa situazione ? Come può avere i microrganismi per digerire tutto quell'amido ? Come può soddisfare i suoi fabbisogni se non riesce ad ingerire il totale della sua Sostanza Secca e nel frattempo farsi carico dell'enorme sforzo della lattazione ? Non dimentichiamo che la bovina da OTTIMA mamma trasferisce tutti gli anticorpi al vitello, aprendo di fatto anche una sua personale crisi... anticorpale. Ed a questo punto... come può riprodursi ? l' animale non sta bene non pensa certo a mettere al mondo un figlio. Sta dimagrendo, non riesce a convertire l'amido, questo passa indigerito nell'intestino, fermenta crea metereorismo e bruciori sente le proprie forze allontanarsi... barcolla... ha la febbre... l'istinto alla sopravvivenza le impedisce di mettere a rischio la sua vita con una gravidanza che le sottrarrebbe ulteriori energie ... contro la natura non si può andare...

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09/02/2010, 17:18
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Scusa la seconda parte ma non riuscivo a scrivere, senza leggere quanto scritto...
Il lievito nell'ultima fase di gravidanza e nella prima di lattazione è, (per me), fondamentale perchè aumentando gli amidi e quindi la possibilità di cadere in acidosi può dare un ottima mano d'aiuto, il lievito fa aumentare l'appetito... ed in quella fase mangia meno, come abbiamo visto, l'animale dimagrisce e quindi il fegato è sotto stress, la vitamina B contenuta nei lieviti è una grande mano di aiuto ad allegerire la tensione al fegato sotto stress... con conseguenti crisi endocrine.
Per quanto riguarda poi i fabbisogni ed i 10 litri di latte, devi considerare che ogni razza bovina ha un suo potere/capacità di trasformazione dall' alimento alla carne ed al latte. Certamente la regina delle trasformazioni in latte è la frisona, mentre per la trasformazione in carne è la.... (mi riservo il commento). Quindi la "fatica" di trasformare l'alimento in latte della frisona è ... "minima" rispetto alla Piemontese ad esempio. Mentre il potere di incrementare carne della Piemontese è "relativamente" facile, rispetto alla Frisona. Infatti se controlliamo i dati analitici degli alimenti somministrati ai nostri bovini sono pressochè identici, sia che si alimenti una frisona o un Piemontese, la conversione è ben altra cosa.
Spero di essere riuscito in questa ardua impresa... i concetti non sono facilissimi da spiegare in modo semplice, ma so che il livello dei miei interlocutori è alto e quindi... avrete compreso il concetto.
Sempre a vostra disposizione...

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09/02/2010, 17:32
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quindi sarebbe utile l'utilizzo del lievito comunque anche nelle fattrici da carne in quel periodo, stimmig up + appena partorito... per 90gg ad es...
forse proverò, ora sto usando del lino estruso in quella fase per migliorare la ripartenza dei calori, l'annidamento embrionale ecc, inoltre dovrebbe aver buona influenza sull'esito del parto..., sempre se collegato a tutto il resto...
che dici robyvan, dovrebbe aiutare?
trovo sempre le feci molle però.....

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Non è necessario inventare cose nuove, basta saper imparare e copiare quelle giuste dagli altri! spirito del forumista....


09/02/2010, 17:59
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ciao a tutti,
vorrei chiarire un concetto: i lieviti sono un ottimo prodotto, soprattutto perchè stimolano la digestione della fibra da parte dei microrganismi ruminali; ecco perchè il loro impiego è particolarmente vantaggioso nelle razioni in cui la base foraggiera è scadente, mentre tale efficacia si riduce grandemente se il foraggio impiegato è di buona qualità. Anche la fermentiscibilità dei carboidrati in razione è importante: i lieviti funzionano di più se i cerali sono molto fermentescibili. I lieviti quindi vanno usati con una logica, nelle due settimane che precedono il parto e nelle quattro che lo seguono, oltrepassare questi limiti è inutili, si tratta solo di costi aggiuntivi non giustificabili.
Per i problemi che riguardano il bilancio energetico negativo nelle fresche, è molto utile l'integrazione con glicole propilenico (250 gr.) nei 2-3 giorni precedenti e successivi al parto; il prodotto fornisce energia d'immediato utilizzo, contribuendo a ristabilire l'equilibrio energetico e minimizzare i rischi di chetosi.
Sempre riguardo il dannato bilancio energetico negativo: è utilissimo differenziare i cereali in razione, scegliendoli in base alle diverse velocità di fermentazione per evitare un eccessivo abbassamento del pH ruminale ed un alterato rapporto tra gli ac. grassi volatili. Il frumento è più fermentescibile dell'orzo, il quale a sua volta lo è più del mais; se ci sono problemi (economici, di rifornimento ecc.) nel variare il tipo di cereale utilizzato, bisogna cercare almeno di macinarlo con vari gradi di finezza o fioccarne una parte, per fornire così una fonte d'energia che copre tutto l'arco della giornata ed assicurare al rumine un pH relativamente costante.

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The friendly cow all black and white, I love with all my heart: she gives me cream with all her might, to eat with apple-tart.


09/02/2010, 19:54
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eilish ha scritto:
. I lieviti quindi vanno usati con una logica, nelle due settimane che precedono il parto e nelle quattro che lo seguono, oltrepassare questi limiti è inutili, si tratta solo di costi aggiuntivi non giustificabili.
.


Sono d'accordo con tutto quello che hai scritto in questo post, tranne che su questo punto.

Credo, e se venissi smentito ne sarei felice per ovvi motivi economici, un costante apporto di lieviti, ma anche di epatoprotettori, durante tutta la lattazionne serva a prevenire tutti quei grossi o piccoli errori alimentari che spesso avvengono in azienda e specialmente nelle aziende in cui è richiesta mano d'opera la quale spesso e sovente è disinteressata o poco professionale; Se il trinciato ha un pò di cappello e non viene corretamente eliminato, se il ballone fasciato ha quelle macchie odiose e non vengono tolte, se il fieno ha preso un pò d'acqua.... tutti fattori che possono rompere tanto o poco le scatole alla flora batterica ruminale.

Morale: meglio preveire che curare :D


09/02/2010, 20:43
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Carissimi tutti... eccomi qui, questo è un argomento a me abbastanza caro in quanto si tratta di una fase della lattazione della bovina prima bistrattato da tutti ed ora... decisamente meno. Dalla mia parte vi è la continua "ostinazione" nel trattare il periodo come "madre di tutte la magagne".
Or bene... parto con Dondavì. Certamente apportare dell'energia con il lino estruso è una cosa buona, il lino è una ricca fonte di acido linoleico, (C18:3), che è il principale capostipite degli Acidi grassi omega 3. Certamente da una grossa mano all' annidamento embrionale ed il corretto bilanciamento degli omega3 e degli omega6 da certamente una buona mano alla gravidanza. L' utilizzo del lievito in quella fase anzi descritta è certamente una cosa da fare. Importante è non essere "semplicistici" e valutare un lievito uguale all' altro. Non è così.
Per quanto riguarda il lievito invece non posso condividere la posizione della gentile Elish. La funzione del lievito non si ferma a due settimane prima del parto ed a quattro dopo. Probabilmente quanto osservato era riferito a qualche lievito semplice o non abbastanza "interessante". Esistono parecchie pubblicazioni effettuate, sopratutto dalla facoltà di Milano, che evidenziano gli effetti benefici del lievito in tutta la durata della lattazione. Certamente nel periodo descritto, visti gli squilibri più marcati che vengono effettuati in quel periodo su animali non spesso correttamente alimentati in asciutta, un lievito può dare una maggiore evidenza del suo utilizzo. D'altra parte, essendo un buon aiuto alla regolazione di talune fermentazioni, sopratutto su reazioni acide nel rumine, (il saccaromyces cerevisae di fatto mangia l'acido lattico e lo trasforma in lattato), può certamente evidenziare i suoi larghi effetti benefici. Sulla sua effettiva resa, certamente dipende dai vari ceppi e dalle UFC e non dimentichiamo il supporto. Sull’ uso poi del glicole … certamente è una grossa mano d’aiuto, ma dobbiamo tener presente che spesso noi allevatori abbiamo anche altre cose da fare che non stare tutto il giorno addosso alle vacche. Prendere una vacca, catturarla, sollevarle il muso e somministrare un dosaggio che secondo la mia esperienza non deve essere inferiore ai 400-500 grammi capo/giorno non è un impresa da poco. Soprattutto se si deve fare su diverse bovine. Si può somministrarlo in pompe auto innescanti che si auto-regolano con la quantità di acqua bevuta dalle bovine … interessantissimo, la vacca che sta male non mangia ma non smette certo di bere. Ma c’è un problema … l’utilizzo del glicole nelle tubature e nelle vasche a livello costante producono una fastidiosissima alga che tappa tutto e che fa un odore sgradevolissimo. Già il glicole di suo non olezza di rose. Quindi per evitare questo grave inconveniente, bisogna filtrare l’acqua ed aggiungere dell’aceto. Pulire spesso le tubature sempre con alte concentrazioni di aceto. Io che l’ho fatto mi sono decisamente rotto !!!!! Quindi l’alternativa sarebbe metterlo nel carro. Ma anche li non è il massimo, poiché le bovine in quella fase sono inappetenti e sentendo l’odore del glicole nella miscelata non mangiano più. Alcuni colleghi allevatori mi hanno comunque detto che se si alimentano gli animali con il glicole in acqua, soprattutto in acqua, spesso si ha una sorta di soddisfacimento energetico tale da non avere più lo stimolo a mangiare la razione. A me non è mai sembrato, ma potrebbe avere un suo senso … Un’altra importante sfaccettatura dell’uso del glicole è il suo costo, l’ultima volta che l’ho usato e testato,(spesso si trova più acqua che glicole in commercio), costava oltre i due euro al litro. Non è una passeggiata non credi ? Quindi credo che probabilmente l’ideale è lasciarlo come ultima carta da giocare, in bocca, e sulle bovine che evidenziano problematiche medio-gravi. Già perché se sono gravi meglio l’endovenosa. (più efficace,veloce e decisamente meno cara). Quindi credo che l’abilità del buon allevatore debba andare “oltre” l’utilizzo di prodotti che sono carissimi e che hanno lo stesso effetto di una buona gestione. Da due anni non uso glicole, se non in emergenza, pratico un sistema di asciutta molto attento, il dopo parto con tanta attenzione ed i risultati sono economicamente eccelsi, come il periodo parto-concepimento. Alla prossima cari amici…

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09/02/2010, 20:47
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La saggezza di Matteo è disarmante... condivido in pieno ! Certo devono essere OTTIMI LIEVITI ! non mi stancherò mai di scriverlo. Mentre sulle fermentazioni avrei qualcosa da puntualizzare... certamente differenziare gli amidi come le proteine e le fibre è un ottima regola. Ma... ragionando sulle sostanze che ho a casa posso quasi tranquillamente affermare che nella semplicità possiami già avere una differenzazione. Cominciamo dagli amidi. L'amido della farina ha un tempo di fermentazione differente dal silomais e del pastone. Il primo più lento rispetto agli altri due. Quindi non vedo un gran senso ad acquistare altre fonti di cereali... a meno che non se ne evidenzi una necessità. Le proteine. La proteina di tutti i cereali hanno un loro tempo di fermentazione, le proteine della medica anche e quelle della soja fe un'altra ancora. Quindi che senso ho di usare girasole o colza ? In azienda ho già le mie differenzazioni. Senza contare che queste "frazioni" proteiche tanto vantate da alcuni mangimisti sono "sempre" in senso peggiorativo, vale a dire usando mix che includono proteine a scarso valore biologico (Colza,Girasole ecc). Le fibre poi tra silomais, fieno di medica e loiessa ho un pout-pourie che mi da delle garanzie strepitose. Quindi ragioniamo cari colleghi, soprattutto quando ci presentano mix di girasole e colza e vogliono dirmi che è meglio della Soja F.E.
Alla prossima cari colleghi...

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09/02/2010, 21:05
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